Stridente, ondeggiante nei numeri, la danza macabra dei morti vaporizzati dall'incidente di Lac-Megantic assume contorni sempre più definiti e drammaticamente elevati. Il filo d'erba dietro cui la speranza si era nascosta lentamente si dissipa, le cifre sono impietose: la polizia del Quebec per la prima volta ha parlato di almeno 50 morti, confermando che finora sono stati recuperati 20 corpi dalle decine di edifici andati distrutti. A ieri sera il conteggio 'ufficiale' parlava di 15 vittime e 60 dispersi, ma fonti anonime, e anche il senso comune, affermavano come chi mancasse all'appello fosse da considerarsi deceduto.
Se il dato fosse confermato si tratterebbe del più grave incidente ferroviario avvenuto in America del Nord dal 1989. Sull'incidente è stata aperta un'inchiesta penale.
Ieri il presidente dell'azienda proprietaria delle ferrovie Montreal, Maine & Atlantic (MMA), Edward Burkhardt, ha visitato per la prima volta Lac-Megantic e ha accusato il macchinista di aver provocato l'incidente: "Credo che qualcosa sia andato storto", ha detto in una caotica conferenza stampa. Lo supponiamo anche noi.
Burkhardt e la MMA, che ha sede a Chicago, sono stati criticati per la tarda reazione alla tragedia: l'azienda ha impiegato oltre 24 ore per pubblicare il suo primo comunicato e, secondo qualcuno, avrebbe utilizzato il servizio traduzione di Google, non certo uno specialista per tradurlo in francese, la lingua parlata in Quebec.