Possibile tragedia in
Canada. Un battello turistico per l'avvistamento delle balene
è affondato con 27 persone a bordo dopo essere partito dalla
cittadina di Tofino a largo dell'isola di Vancouver, sulla
costa del Pacifico.
La nave, il Leviathan II, era lunga 20
metri e aveva tre ponti da crociera, ha inviato il primo
'mayday' alle 16 locali (l'una di notte in Italia).
Il viaggio
di oggi era uno degli ultimi della stagione, che si conclude il
31 ottobre.
La Guardia Costiera e i volontari stanno continuando
le ricerche in piena notte, nonostante sia iniziata a cadere
una forte pioggia. Affermano di avere tratto in salvo dei
passeggeri, ma non hanno finora fornito cifre precise sulle
vittime e sui sopravvissuti. (fonte: AGI)
AGGIORNAMENTO
ore 04.11 - Il quotidiano "Vancouver Sun" parla di quattro morti accertati.
ore 13.45 - Il bilancio che emerge in mattinata è di cinque vittime.
lunedì 26 ottobre 2015
giovedì 22 ottobre 2015
Justin Trudeau, quando una canna spiega tutto
Justin Trudeau che quasi quasi 'me lo farei', Justin Trudeau che 'dio ma che figo, ma fa il politico o il modello?', Justin Trudeau che 'c'ha un tatuaggio che ritrae un corvo dei nativi canadesi, sai gli indiani? eh ma è avanti', Justin Trudeau che ha ammesso pubblicamente di essersi fatto le canne in gioventù.
Insomma un politico vero, uno di quelli che piace ai 'ciofani', ma soprattutto uno con serissimi argomenti elettorali.
Il primo dei quali, grandissima furbata in un mondo che deve fronteggiare lo spettro dell'islamismo radicale (ma dell'Islam più in generale), quello di ritirare i militari canadesi dal fronte anti-Isis.
Ma che bravo questo 'ciofane che piace ai ciofani'. Se avesse continuato a farsi le canne forse avrebbe fatto meglio. O forse, questa pare essere la cruda realtà, le canne continua a farsele per davvero.
#ancheicanadesisonopirla #ilnuovoBoldrini #regalateloallIsis
Insomma un politico vero, uno di quelli che piace ai 'ciofani', ma soprattutto uno con serissimi argomenti elettorali.
Il primo dei quali, grandissima furbata in un mondo che deve fronteggiare lo spettro dell'islamismo radicale (ma dell'Islam più in generale), quello di ritirare i militari canadesi dal fronte anti-Isis.
Ma che bravo questo 'ciofane che piace ai ciofani'. Se avesse continuato a farsi le canne forse avrebbe fatto meglio. O forse, questa pare essere la cruda realtà, le canne continua a farsele per davvero.
#ancheicanadesisonopirla #ilnuovoBoldrini #regalateloallIsis
martedì 20 ottobre 2015
Matteo Renzi a Justin Trudeau: "Lavoreremo insieme"
Da Matteo Renzi a Justin Trudeau, neovincitore delle elezioni canadesi: "Ciao Justin Trudeau! Non vedo l'ora
di vederti al G20; lavoreremo insieme per rendere i legami tra
Canada e Italia sempre più forti. Buona fortuna".
E' il messaggio di auguri che il premier italiano ha inviato via Twitter al nuovo primo ministro del Canada, il liberale Trudeau che ha vinto le elezioni battendo il conservatore Stephen Harper.
Il tweet di Renzi in realtà è in inglese: "Hi @JustinTrudeau! Looking forward to seeing you at G20; will work together to make the bonds between Canada and Italy ever stronger. Good luck".
E' il messaggio di auguri che il premier italiano ha inviato via Twitter al nuovo primo ministro del Canada, il liberale Trudeau che ha vinto le elezioni battendo il conservatore Stephen Harper.
Il tweet di Renzi in realtà è in inglese: "Hi @JustinTrudeau! Looking forward to seeing you at G20; will work together to make the bonds between Canada and Italy ever stronger. Good luck".
Canada al voto, vince Justin Trudeau
Il Canada svolta a
sinistra con la vittoria inattesa del partito liberale di JustinTrudeau, futuro primo ministro, che ha vinto a sorpresa le elezionilegislative, sconfiggendo i conservatori del premier uscente Stephen
Harper, al potere da nove anni, che si è già dimesso dalla guida
del partito.
I liberali hanno ottenuto, secondo le prime proiezione anche la maggioranza assoluta: 170 seggi sui 338 del Parlamento di Ottawa.
Trudeau, 43 anni, ex professore, porta un nome 'pesante'. E' il fotogenico primogenito dell'ex primo ministro Pierre Trudeau, morto nel 2000, al potere per 15 anni e considerato il padre del moderno Canada.
E' riuscito in un'impresa giudicata quasi impossibile: alle precedenti elezioni i liberali erano il terzo partito. Con Trudeau primo ministro il Canada si appresta a cambiare volto. Il Paese negli anni del conservatore Harper si è allontanato dall'approccio multilaterale in politica estera e dall'ONU. Trudeau ha sì annunciato che ristabilirà relazioni più calorose con l'amministrazione di Barack Obama anche se, dispiacendo Washington, ha anche promesso sul fronte operativo di ritirare le truppe canadesi dalle missioni di combattimento contro Isis. (fonte: AGI)
I liberali hanno ottenuto, secondo le prime proiezione anche la maggioranza assoluta: 170 seggi sui 338 del Parlamento di Ottawa.
Trudeau, 43 anni, ex professore, porta un nome 'pesante'. E' il fotogenico primogenito dell'ex primo ministro Pierre Trudeau, morto nel 2000, al potere per 15 anni e considerato il padre del moderno Canada.
E' riuscito in un'impresa giudicata quasi impossibile: alle precedenti elezioni i liberali erano il terzo partito. Con Trudeau primo ministro il Canada si appresta a cambiare volto. Il Paese negli anni del conservatore Harper si è allontanato dall'approccio multilaterale in politica estera e dall'ONU. Trudeau ha sì annunciato che ristabilirà relazioni più calorose con l'amministrazione di Barack Obama anche se, dispiacendo Washington, ha anche promesso sul fronte operativo di ritirare le truppe canadesi dalle missioni di combattimento contro Isis. (fonte: AGI)
Toronto Fashion Week, gli scatti della prima giornata
La prima giornata ha visto le sfilate di Mikhael Kale, Preloved, Matthew Gallagher e Sid Neigum. Nella seconda giornata entreranno in scena Access, Aussie Takeover, Helder Diego, Bustle e Lucian Matis.
In totale saranno cinque le giornate che andranno in scena nei saloni della Roy Thomson Hall.
Canada al voto: proiezioni, la costa atlantica promuove Trudeau
Tutto secondo le previsioni: i primi risultati delle elezioni canadesi provenienti dalla costa atlantica danno in testa il Partito Liberale in maniera abbastanza netta. Il movimento capeggiato da Justin Trudeau avrebbe infatti letteralmente trionfato, secondo le prime proiezioni, sia nel Newfoundland che nel Labrador. Sei dei sette seggi delle due province sarebbero ai andati ai Liberali, con il solo Jack Harris (NDP) a evitare lo 'sweep' dei Liberals.
lunedì 19 ottobre 2015
Canada al voto, con i liberali l'ex stratega di Obama
A sostegno dei liberali in
Canada, dove oggi si vota il premier alle elezioni federali,
anche l'ex braccio destro di Barack Obama nella campagna
elettorale del 2008.
In un tweet, David Axelrod, chiamato a dare consigli al partito di Justin Trudeau, si è congratulato con i suoi consiglieri per avere "condotto una grande campagna elettorale". "La speranza vince sulla paura", ha twittato Axelrod. (fonte: ANSA).
In un tweet, David Axelrod, chiamato a dare consigli al partito di Justin Trudeau, si è congratulato con i suoi consiglieri per avere "condotto una grande campagna elettorale". "La speranza vince sulla paura", ha twittato Axelrod. (fonte: ANSA).
Canada al voto, l'articolo de "Il Manifesto"
Canada al voto, ma sembra un referendum su sicurezza e immigrazione
di Guido Caldiron
Gli ultimi sondaggi nazionali in vista del voto di domani per il rinnovo del parlamento federale indicano un probabile testa a testa tra i conservatori di Harper, stimati intorno al 30% e i liberali guidati da Justin Trudeau, dati al 29%
L'uomo da battere si chiama Stephen Harper, ma non è detto che sconfiggerlo sia sufficiente per cambiare di segno il clima politico del paese e questo sia per la debolezza dei suoi avversari che per la deriva che sembra attraversare la società canadese.
Gli ultimi sondaggi nazionali in vista del voto di domani per il rinnovo del parlamento federale indicano un probabile testa a testa tra i conservatori di Harper, stimati intorno al 30% e i liberali guidati da Justin Trudeau, dati al 29%.
Seguono il centrosinistra del Nuovo partito democratico di Thomas Mulcair con il 26%, i Verdi e gli indipendentisti del Bloc québécois al 5%, anche se questi ultimi superano il 20% nella provincia a maggioranza francofona.
Molti osservatori ritengono però che già prima che si aprano le urne, un risultato questa campagna elettorale largamente dominata dal tema della sicurezza e dell'immigrazione sembra averlo già ottenuto, quello di mettere in soffitta il multiculturalismo che ha caratterizzato il paese fin dal secondo dopoguerra.
Giunto al suo quarto mandato consecutivo in nove anni, Harper ha infatti trasformato le elezioni in una sorta di referendum non solo sulla sua persona, ma anche sulla futura identità del Canada, cercando di sfruttare l'onda lunga dell'emozione suscitata nel paese dagli attentati terroristici perpetrati lo scorso anno a Ottawa e nella città di Québec da due aspiranti jihadisti e costati la vita ad altrettanti militari.
Convinto ammiratore di George W. Bush, Harper si è speso nel corso dei suoi primi anni di governo per difendere ad ogni costo la libera impresa, specie l'industria estrattiva dell'estremo nord del paese, opponendosi fermamente al protocollo di Kyoto, oltre a ridurre le tasse e tagliare il più possibile l'apparato statale.
Al punto che in vista del voto ben 150 tra personalità, associazioni ambientaliste e sindacati, tra loro anche Naomi Klein, Leonard Cohen, Neil Young, Donald Sutherland, gli Arcade Fire e il filosofo Charles Taylor, hanno firmato un manifesto in favore di «un Canada che difenda l'ambiente naturale e riduca le disparità sociali».
Sbrigati gli «affari», negli ultimi tempi il premier si è concentrato invece sui «valori», finendo per incarnare appieno l'anima più reazionaria della destra locale, quella che flirta con i movimenti contro l'aborto e i matrimoni gay, che cerca di affermare l'identità cristiana del paese e, soprattutto, che vuole chiudere definitivamente le porte del Canada agli «stranieri».
Neppure la tragedia del piccolo Aylan, la cui famiglia voleva raggiungere dei parenti che vivono a Vancouver, ha smosso la fermezza di Harper. Del resto, negli ultimi cinque anni l'ingresso dei richiedenti asilo è stato vincolato alla presenza di un privato o di un'associazione che ne prendesse in carico le spese, quella che il quotidiano progressista Toronto Star ha definito come un'autentica «esternalizzazione della solidarietà». Mentre per i lavoratori immigrati è stato posto un tetto di un massimo di quattro anni di residenza nel paese.
In questo clima, solo pochi mesi fa, al momento del varo della nuova legislazione antiterrorismo, un sondaggio ha rivelato come due terzi dei cittadini canadesi ritengano che il loro paese sia «impegnato in una vera guerra». A dare definitivamente fuoco alle polveri è stata però la vicenda di Zunera Ishaq, una giovane insegnante di origine pakistana che al termine di una lunga querelle giudiziaria si è vista riconoscere due settimane fa, da parte della Corte d'appello federale, la possibilità di partecipare alla cerimonia di acquisizione della cittadinanza canadese indossando il velo «islamico» che lascia scoperti solo gli occhi. L'«affare del Niqab» è diventato così il cuore della campagna elettorale, con i conservatori che ne hanno denunciato l'uso come una minaccia per il paese, ergendosi a «difensori dei valori canadesi», mentre i liberali e il centrosinistra si sono divisi al proprio interno sull'argomento.
Nel frattempo, alcuni blogger hanno invitato gli elettori a recarsi alle urne con delle maschere sul volto per denunciare «la fine della democrazia nel paese».
Al di là del paradosso, non si deve dimenticare il contesto in cui ha luogo una simile polemica, quello di un paese dove un abitante su cinque è nato all'estero, la proporzione più elevata di tutto il mondo occidentale e dove lo spazio pubblico si è costruito da oltre mezzo secolo nel segno dell'accoglienza e della tolleranza, in nome di un multiculturalismo che l'ex colonia britannica ha importato più da Londra che dagli Stati Uniti.
Nel Canada dove il diritto alla differenza è stato fino ad oggi regola, ai migranti ma anche ai rifugiati era chiesto di partecipare solo alla prosperità del paese, non ad un modello culturale o tantomeno religioso. Questo, almeno fino alle elezioni di domani.
di Guido Caldiron
Gli ultimi sondaggi nazionali in vista del voto di domani per il rinnovo del parlamento federale indicano un probabile testa a testa tra i conservatori di Harper, stimati intorno al 30% e i liberali guidati da Justin Trudeau, dati al 29%
L'uomo da battere si chiama Stephen Harper, ma non è detto che sconfiggerlo sia sufficiente per cambiare di segno il clima politico del paese e questo sia per la debolezza dei suoi avversari che per la deriva che sembra attraversare la società canadese.
Gli ultimi sondaggi nazionali in vista del voto di domani per il rinnovo del parlamento federale indicano un probabile testa a testa tra i conservatori di Harper, stimati intorno al 30% e i liberali guidati da Justin Trudeau, dati al 29%.
Seguono il centrosinistra del Nuovo partito democratico di Thomas Mulcair con il 26%, i Verdi e gli indipendentisti del Bloc québécois al 5%, anche se questi ultimi superano il 20% nella provincia a maggioranza francofona.
Molti osservatori ritengono però che già prima che si aprano le urne, un risultato questa campagna elettorale largamente dominata dal tema della sicurezza e dell'immigrazione sembra averlo già ottenuto, quello di mettere in soffitta il multiculturalismo che ha caratterizzato il paese fin dal secondo dopoguerra.
Giunto al suo quarto mandato consecutivo in nove anni, Harper ha infatti trasformato le elezioni in una sorta di referendum non solo sulla sua persona, ma anche sulla futura identità del Canada, cercando di sfruttare l'onda lunga dell'emozione suscitata nel paese dagli attentati terroristici perpetrati lo scorso anno a Ottawa e nella città di Québec da due aspiranti jihadisti e costati la vita ad altrettanti militari.
Convinto ammiratore di George W. Bush, Harper si è speso nel corso dei suoi primi anni di governo per difendere ad ogni costo la libera impresa, specie l'industria estrattiva dell'estremo nord del paese, opponendosi fermamente al protocollo di Kyoto, oltre a ridurre le tasse e tagliare il più possibile l'apparato statale.
Al punto che in vista del voto ben 150 tra personalità, associazioni ambientaliste e sindacati, tra loro anche Naomi Klein, Leonard Cohen, Neil Young, Donald Sutherland, gli Arcade Fire e il filosofo Charles Taylor, hanno firmato un manifesto in favore di «un Canada che difenda l'ambiente naturale e riduca le disparità sociali».
Sbrigati gli «affari», negli ultimi tempi il premier si è concentrato invece sui «valori», finendo per incarnare appieno l'anima più reazionaria della destra locale, quella che flirta con i movimenti contro l'aborto e i matrimoni gay, che cerca di affermare l'identità cristiana del paese e, soprattutto, che vuole chiudere definitivamente le porte del Canada agli «stranieri».
Neppure la tragedia del piccolo Aylan, la cui famiglia voleva raggiungere dei parenti che vivono a Vancouver, ha smosso la fermezza di Harper. Del resto, negli ultimi cinque anni l'ingresso dei richiedenti asilo è stato vincolato alla presenza di un privato o di un'associazione che ne prendesse in carico le spese, quella che il quotidiano progressista Toronto Star ha definito come un'autentica «esternalizzazione della solidarietà». Mentre per i lavoratori immigrati è stato posto un tetto di un massimo di quattro anni di residenza nel paese.
In questo clima, solo pochi mesi fa, al momento del varo della nuova legislazione antiterrorismo, un sondaggio ha rivelato come due terzi dei cittadini canadesi ritengano che il loro paese sia «impegnato in una vera guerra». A dare definitivamente fuoco alle polveri è stata però la vicenda di Zunera Ishaq, una giovane insegnante di origine pakistana che al termine di una lunga querelle giudiziaria si è vista riconoscere due settimane fa, da parte della Corte d'appello federale, la possibilità di partecipare alla cerimonia di acquisizione della cittadinanza canadese indossando il velo «islamico» che lascia scoperti solo gli occhi. L'«affare del Niqab» è diventato così il cuore della campagna elettorale, con i conservatori che ne hanno denunciato l'uso come una minaccia per il paese, ergendosi a «difensori dei valori canadesi», mentre i liberali e il centrosinistra si sono divisi al proprio interno sull'argomento.
Nel frattempo, alcuni blogger hanno invitato gli elettori a recarsi alle urne con delle maschere sul volto per denunciare «la fine della democrazia nel paese».
Al di là del paradosso, non si deve dimenticare il contesto in cui ha luogo una simile polemica, quello di un paese dove un abitante su cinque è nato all'estero, la proporzione più elevata di tutto il mondo occidentale e dove lo spazio pubblico si è costruito da oltre mezzo secolo nel segno dell'accoglienza e della tolleranza, in nome di un multiculturalismo che l'ex colonia britannica ha importato più da Londra che dagli Stati Uniti.
Nel Canada dove il diritto alla differenza è stato fino ad oggi regola, ai migranti ma anche ai rifugiati era chiesto di partecipare solo alla prosperità del paese, non ad un modello culturale o tantomeno religioso. Questo, almeno fino alle elezioni di domani.
Canada al voto, l'articolo de "Il Giornale"
Il Canada sceglie il futuro tra veli, scandali e rigore
di Elisabetta Pisa
Il liberale Trudeau in vantaggio nei sondaggi sul premier conservatore Harper. Ma a pesare saranno le politiche sull'immigrazione. E le tasse
Dal rilancio dell'economia alla lotta al terrorismo, dal velo islamico alla revoca della cittadinanza per chi si macchia di gravi reati.
Se questi sono stati i temi che in Canada hanno dominato il dibattito in vista delle elezioni federali di domani, nel rush finale della campagna elettorale l'attenzione degli elettori si è spostata su alcune rivelazioni che i favoriti alla poltrona di primo ministro stanno cercando di arginare. Ad avere qualche grattacapo sono il liberale Justin Trudeau e il conservatore Stephen Harper, a capo del governo in carica da quasi dieci anni, rispettivamente al primo e al secondo posto nei sondaggi elettorali con il 37% e il 31% dei consensi, seguiti nella corsa a tre da Thomas Mulcair, leader del Nuovo Partito Democratico (Ndp).
Mercoledì si è, infatti, dimesso il co-responsabile della campagna elettorale dei Liberali Dan Gagnier dopo che è venuta alla luce una sua email spedita a TransCanada, compagnia di costruzione di gasdotti, in cui si davano indicazioni su come esercitare attività di lobbying in caso di vittoria del Partito liberale. Una vicenda che ha riportato alla memoria lo «sponsorship scandal», uno scandalo sull'uso improprio di soldi pubblici e corruzione in Québec nei primi anni 2000. Anche su Harper all'inizio della campagna elettorale si erano allungate alcune ombre durante il processo al senatore Mike Duffy accusato di frode e abuso d'ufficio, ma il motivo di imbarazzo per lui negli ultimi giorni è stata la partecipazione a uno dei suoi incontri elettorali del discusso ex sindaco di Toronto, Rob Ford, che a suo tempo aveva ammesso l'uso di crack. Qualche giorno fa è stato diffuso un estratto di un libro in fase di pubblicazione, in cui si racconta di una telefonata in cui Ford minacciava di uccidere la moglie.
Domani notte (le prime ore del mattino di martedì in Italia) si saprà quanto gli ultimi avvenimenti avranno pesato sulla decisione di voto di 26 milioni di canadesi che dovranno eleggere 338 parlamentari e scegliere se voltare pagina o no. La campagna elettorale di Trudeau e Mulcair si è, infatti, giocata tutta sulla prospettiva di un reale cambio di marcia dopo quasi 10 anni di governo conservatore. Il Canada è tra i Paesi più ricchi del mondo, ma negli ultimi anni la crescita economica ha rallentato (con una parentesi di recessione nel primo quadrimestre del 2015) e la disoccupazione è salita al 7,1%: quest'anno si sono persi 35mila posti di lavoro nel settore petrolifero per il calo del prezzo del greggio e negli ultimi 10 anni sono 400mila quelli andati in fumo nel comparto manifatturiero. Sia ben chiaro, il Canada è destinato a far sempre perno sulla sua riserva di risorse naturali (petrolio e gas rappresentano il 10% dell'economia e il 25% delle esportazioni) ma non potrà più essere greggio-centrico. Insomma è il momento per i politici di immaginare un nuovo futuro, avere una nuova visione. I Liberali hanno puntato su Justin Trudeau per simboleggiare il cambiamento: a 44 anni si candida a guidare il Paese e parla con passione su come ridare slancio all'economia, ossia con investimenti in infrastrutture (strade e trasporti pubblici), garantendo così anche nuovi posti di lavoro, finanziati con tre anni di deficit di bilancio. Continuare con la politica del rigore, invece, è la proposta di Harper che promette di creare 1,3 milioni di posti di lavoro entro il 2020, riduzione delle tasse, apertura ai mercati asiatici. Nelle ultime settimane il primo ministro ha anche posto l'accento su una politica d'immigrazione di maggiore cautela e sulla questione del niqab: ha cercato di imporre il divieto alle donne musulmane di prestare giuramento, durante la cerimonia per diventare cittadine canadesi, con il volto coperto dal velo islamico. Nonostante sia stato sconfessato dalla Corte federale, i sondaggi hanno invece segnalato un aumento del suo consenso. La sua battaglia, cui si è aggiunta anche la proposta di revocare la cittadinanza ai condannati per terrorismo, ha però alimentato un sentimento anti-islamico che stride con la tradizione di pacifica convivenza e tolleranza di un Paese di migranti. Sul tema del velo islamico Thomas Mulcair si è posto al fianco delle donne musulmane, perdendo però terreno nei consensi. Il gradimento dell'Ndp - partito di centro-sinistra che vuole aumentare le tasse per le aziende ed è contrario all'apertura dei mercati - è, infatti, passato dal 30% al 24%.
di Elisabetta Pisa
Il liberale Trudeau in vantaggio nei sondaggi sul premier conservatore Harper. Ma a pesare saranno le politiche sull'immigrazione. E le tasse
Dal rilancio dell'economia alla lotta al terrorismo, dal velo islamico alla revoca della cittadinanza per chi si macchia di gravi reati.
Se questi sono stati i temi che in Canada hanno dominato il dibattito in vista delle elezioni federali di domani, nel rush finale della campagna elettorale l'attenzione degli elettori si è spostata su alcune rivelazioni che i favoriti alla poltrona di primo ministro stanno cercando di arginare. Ad avere qualche grattacapo sono il liberale Justin Trudeau e il conservatore Stephen Harper, a capo del governo in carica da quasi dieci anni, rispettivamente al primo e al secondo posto nei sondaggi elettorali con il 37% e il 31% dei consensi, seguiti nella corsa a tre da Thomas Mulcair, leader del Nuovo Partito Democratico (Ndp).
Mercoledì si è, infatti, dimesso il co-responsabile della campagna elettorale dei Liberali Dan Gagnier dopo che è venuta alla luce una sua email spedita a TransCanada, compagnia di costruzione di gasdotti, in cui si davano indicazioni su come esercitare attività di lobbying in caso di vittoria del Partito liberale. Una vicenda che ha riportato alla memoria lo «sponsorship scandal», uno scandalo sull'uso improprio di soldi pubblici e corruzione in Québec nei primi anni 2000. Anche su Harper all'inizio della campagna elettorale si erano allungate alcune ombre durante il processo al senatore Mike Duffy accusato di frode e abuso d'ufficio, ma il motivo di imbarazzo per lui negli ultimi giorni è stata la partecipazione a uno dei suoi incontri elettorali del discusso ex sindaco di Toronto, Rob Ford, che a suo tempo aveva ammesso l'uso di crack. Qualche giorno fa è stato diffuso un estratto di un libro in fase di pubblicazione, in cui si racconta di una telefonata in cui Ford minacciava di uccidere la moglie.
Domani notte (le prime ore del mattino di martedì in Italia) si saprà quanto gli ultimi avvenimenti avranno pesato sulla decisione di voto di 26 milioni di canadesi che dovranno eleggere 338 parlamentari e scegliere se voltare pagina o no. La campagna elettorale di Trudeau e Mulcair si è, infatti, giocata tutta sulla prospettiva di un reale cambio di marcia dopo quasi 10 anni di governo conservatore. Il Canada è tra i Paesi più ricchi del mondo, ma negli ultimi anni la crescita economica ha rallentato (con una parentesi di recessione nel primo quadrimestre del 2015) e la disoccupazione è salita al 7,1%: quest'anno si sono persi 35mila posti di lavoro nel settore petrolifero per il calo del prezzo del greggio e negli ultimi 10 anni sono 400mila quelli andati in fumo nel comparto manifatturiero. Sia ben chiaro, il Canada è destinato a far sempre perno sulla sua riserva di risorse naturali (petrolio e gas rappresentano il 10% dell'economia e il 25% delle esportazioni) ma non potrà più essere greggio-centrico. Insomma è il momento per i politici di immaginare un nuovo futuro, avere una nuova visione. I Liberali hanno puntato su Justin Trudeau per simboleggiare il cambiamento: a 44 anni si candida a guidare il Paese e parla con passione su come ridare slancio all'economia, ossia con investimenti in infrastrutture (strade e trasporti pubblici), garantendo così anche nuovi posti di lavoro, finanziati con tre anni di deficit di bilancio. Continuare con la politica del rigore, invece, è la proposta di Harper che promette di creare 1,3 milioni di posti di lavoro entro il 2020, riduzione delle tasse, apertura ai mercati asiatici. Nelle ultime settimane il primo ministro ha anche posto l'accento su una politica d'immigrazione di maggiore cautela e sulla questione del niqab: ha cercato di imporre il divieto alle donne musulmane di prestare giuramento, durante la cerimonia per diventare cittadine canadesi, con il volto coperto dal velo islamico. Nonostante sia stato sconfessato dalla Corte federale, i sondaggi hanno invece segnalato un aumento del suo consenso. La sua battaglia, cui si è aggiunta anche la proposta di revocare la cittadinanza ai condannati per terrorismo, ha però alimentato un sentimento anti-islamico che stride con la tradizione di pacifica convivenza e tolleranza di un Paese di migranti. Sul tema del velo islamico Thomas Mulcair si è posto al fianco delle donne musulmane, perdendo però terreno nei consensi. Il gradimento dell'Ndp - partito di centro-sinistra che vuole aumentare le tasse per le aziende ed è contrario all'apertura dei mercati - è, infatti, passato dal 30% al 24%.
Canada alle urne, vincerà ancora Harper?
Il Canada corre alle urne. Si decide oggi se sarà ancora Stephen Harper a dirigere il governo di Ottawa dopo lo scioglimento delle camere, avvenuto il 2 giugno per mano dello stesso Harper.
Per l'attuale premier la 'prima volta' sul più alto scranno della politica 'a nord del confine' avvenne nel 2006, quando i Conservatori si imposero sui Liberali dopo 13 anni di assenza dalla massima carica di governo. Harper aveva vinto le elezioni in gran parte sfruttando una serie di scandali che avevano colpito il partito Liberale e presentandosi come un politico nuovo, in grado di rilanciare l'economia del Canada. E se nel 2006 e nel 2008 vinse due elezioni anticipate, riuscendo però a formare solo un governo di minoranza, nel 2011, dopo un voto di sfiducia del Parlamento verso la sua legge finanziaria, si impose di nuovo nelle elezioni anticipate, ottenendo finalmente la maggioranza assoluta.
Ora però gli scandali hanno colpito anche il partito conservatore, in particolare quando è emerso che quattro senatori, tre dei quali nominati da Harper, avevano chiesto rimborsi spese in modo poco trasparente.
Al momento in testa ai sondaggi con il 32,6% c'è il New Democratic Party (NDP) di Thomas Mulcair, partito di centrosinistra, davanti al partito Conservatore (31,6%) e a quello Liberale (25,6%) di Justin Trudeau, figlio dello storico leader dei liberali Pierre Trudeau, primo ministro del Canada per 15 anni dal 1968 al 1984.
Per l'attuale premier la 'prima volta' sul più alto scranno della politica 'a nord del confine' avvenne nel 2006, quando i Conservatori si imposero sui Liberali dopo 13 anni di assenza dalla massima carica di governo. Harper aveva vinto le elezioni in gran parte sfruttando una serie di scandali che avevano colpito il partito Liberale e presentandosi come un politico nuovo, in grado di rilanciare l'economia del Canada. E se nel 2006 e nel 2008 vinse due elezioni anticipate, riuscendo però a formare solo un governo di minoranza, nel 2011, dopo un voto di sfiducia del Parlamento verso la sua legge finanziaria, si impose di nuovo nelle elezioni anticipate, ottenendo finalmente la maggioranza assoluta.
Ora però gli scandali hanno colpito anche il partito conservatore, in particolare quando è emerso che quattro senatori, tre dei quali nominati da Harper, avevano chiesto rimborsi spese in modo poco trasparente.
Al momento in testa ai sondaggi con il 32,6% c'è il New Democratic Party (NDP) di Thomas Mulcair, partito di centrosinistra, davanti al partito Conservatore (31,6%) e a quello Liberale (25,6%) di Justin Trudeau, figlio dello storico leader dei liberali Pierre Trudeau, primo ministro del Canada per 15 anni dal 1968 al 1984.
domenica 18 ottobre 2015
Toronto Fashion Week al via, cinque giorni di sfilate
Comincia questo lunedì la Toronto Fashion Week, marchiata per l'occasione 'MasterCard Fashion Week Toronto'.
Cinque giorni che andranno in scena presso la Roy Thomson Hall.
Nella prima giornata si comincerà con il DIScONNECT Fashion Film Festival, il festival dedicato alle produzioni cinematografiche legate alla mondo della moda, quindi sarà la volta delle sfilate di Mikhael Kale, Preloved, Matthew Gallagher e Sid Neigum.
Cinque giorni che andranno in scena presso la Roy Thomson Hall.
Nella prima giornata si comincerà con il DIScONNECT Fashion Film Festival, il festival dedicato alle produzioni cinematografiche legate alla mondo della moda, quindi sarà la volta delle sfilate di Mikhael Kale, Preloved, Matthew Gallagher e Sid Neigum.
NHL: Montreal Canadiens, sei su sei
Grande serata per i Montreal Canadiens, che al Bell Centre piegano in una sfida da Original Six i Detroit Red Wings con il punteggio di 4-1.
Un risultato importante, che regala ai canadesi il sesto successo consecutivo su sei partite giocate in questo inizio di stagione, record assoluto di franchigia.
Grande protagonista Jeff Petry, autore del 'game winning goal', ovvero la rete decisiva dell'incontro, primo difensore degli Habs ad andare in rete quest'anno e cresciuto proprio a Detroit, figlio del lanciatore dei Tigers, Dan Petry.
Un risultato importante, che regala ai canadesi il sesto successo consecutivo su sei partite giocate in questo inizio di stagione, record assoluto di franchigia.
Grande protagonista Jeff Petry, autore del 'game winning goal', ovvero la rete decisiva dell'incontro, primo difensore degli Habs ad andare in rete quest'anno e cresciuto proprio a Detroit, figlio del lanciatore dei Tigers, Dan Petry.
sabato 17 ottobre 2015
Alice Sabatini, tutti gli scatti 'social' di Miss Italia in Canada
Alice Sabatini 'loves' Canada |
La fanciulla di Montalto di Castro è arrivata a Montreal dove da subito si è vista impegnata in quella che sarà una settimana di sfilate, servizi di moda e incontri con la stampa. Fra gli appuntamenti previsti anche l'incontro con Miss America.
(foto tratte dal sito missitalia.it e dai sitit Facebook, Twitter e Instagram di Joseph Ribkoff)
Blue Jays-Royals, la scommessa dei sindaci
Toronto e Kansas City legate dal baseball. La finale dell'American League della MLB fra Blue Jays e Royals ha portato anche a una simpatica scommessa fra i sindaci delle due città, John Tory e Sly James.
Da una parte l'americano ha offerto un piatto a base di costine e salse barbecue d'accompagnamento, dall'altra il canadese ha replicato con una serie di birre 'a nord del confine' che potranno accompagnare la specialità statunitense.
Tory ha aggiunto un avvertimento: "Primo: la nostra birra è forte. Secondo: i nostri lanciatori sono più forti. Terzo: i nostri battitori sono ancora più forti".
Con una postilla: una bottiglia di sciroppo d'acero, una specialità tutta canadese che però vanta un'ottima tradizione anche nel Missouri. "Non lo sapevo - ha detto Tory - sarà sicuramente ottimo, e di eccellente qualità, ma sicuramente non sarà quello vero. A prescindere da come finirà, invuierò al sindaco James del vero sciroppo d'acero, quello canadese".
Da una parte l'americano ha offerto un piatto a base di costine e salse barbecue d'accompagnamento, dall'altra il canadese ha replicato con una serie di birre 'a nord del confine' che potranno accompagnare la specialità statunitense.
Tory ha aggiunto un avvertimento: "Primo: la nostra birra è forte. Secondo: i nostri lanciatori sono più forti. Terzo: i nostri battitori sono ancora più forti".
Con una postilla: una bottiglia di sciroppo d'acero, una specialità tutta canadese che però vanta un'ottima tradizione anche nel Missouri. "Non lo sapevo - ha detto Tory - sarà sicuramente ottimo, e di eccellente qualità, ma sicuramente non sarà quello vero. A prescindere da come finirà, invuierò al sindaco James del vero sciroppo d'acero, quello canadese".
Tragedia in Canada, tre sorelle sepolte vive
La famiglia Bott: padre, madre e le tre sorelle. Caleb è fuori quadro |
Le vittime si chiamavano Catie, Dara e Jana Bott e avevano rispettivamente 13 e 11 anni (le due più giovani, gemelle).
A nulla è servito il tentativo da parte della famiglia di salvarle: una delle sorelle è morta sul colpo, mentre le altre due sono decedute una volta arrivate in ospedale.
La famiglia Bott, pur addolorata, in un comunicato ha però ribadito: "Non ci pentiamo di aver allevato qui le nostre figlie Catie, Dara, e Jana, e di averle coinvolte nella nostra azienda. Era tutta la nostra vita".
Dei figli della famiglia Bott sopravvive ora il solo Caleb, il più piccolo, di 9 anni. (fonte: ANSA)
"Lost Girl", un telefilm tutto 'made in Canada'
Attenzione perché mi ci sono buttato. Entro da questa notte nel mondo di "Lost Girl", di cui ho ordinato tramite Ebay le prime quattro stagioni, su un totale di cinque prodotte.
Si tratta di una delle tante produzioni canadesi degli ultimi anni, ma sicuramente fra le più apprezzate e anche premiate (con decine di nomine ai vari Canadian Screen Awards, Directors Guild of Canada, Gemini Awards, Leo Awards, ecc.), dove fantasia, horror e sesso si mischiano in un melange che ha richiamato grande attenzione e popolarità.
Essendo un grande appassionato di telefilm, in particolare quelli sensual-mistero-adolescenziali (in questo periodo mi sto 'cibando' a furia di "Pretty Little Liars"), non ho potuto resistere alla tentazione.
Oltre al produttore Jay Firestone, anche tutti gli attori sono canadesi: Anna Silk, Kris Holden-Ried, Ksenia Solo, K. C. Collins, Zoie Palmer, Rick Howland e Cle Bennett sono infatti tutti nati in Canada o vi si sono trasferiti in giovanissima età, acquisendone poi la nazionalità.
In attesa di darvi un mio giudizio personale, eccovi qualche foto di scena e la sigla...
Si tratta di una delle tante produzioni canadesi degli ultimi anni, ma sicuramente fra le più apprezzate e anche premiate (con decine di nomine ai vari Canadian Screen Awards, Directors Guild of Canada, Gemini Awards, Leo Awards, ecc.), dove fantasia, horror e sesso si mischiano in un melange che ha richiamato grande attenzione e popolarità.
Essendo un grande appassionato di telefilm, in particolare quelli sensual-mistero-adolescenziali (in questo periodo mi sto 'cibando' a furia di "Pretty Little Liars"), non ho potuto resistere alla tentazione.
Oltre al produttore Jay Firestone, anche tutti gli attori sono canadesi: Anna Silk, Kris Holden-Ried, Ksenia Solo, K. C. Collins, Zoie Palmer, Rick Howland e Cle Bennett sono infatti tutti nati in Canada o vi si sono trasferiti in giovanissima età, acquisendone poi la nazionalità.
In attesa di darvi un mio giudizio personale, eccovi qualche foto di scena e la sigla...
venerdì 16 ottobre 2015
Toronto a Milano per firmare il Patto dei Sindaci
Kristyn Wong-Tam a Palazzo Reale |
A rappresentare la città dell'Ontario c'era Kristyn Wong-Tam, Councillor della città di Toronto, intervistata nell'occasione da Canada 2.0:
giovedì 8 ottobre 2015
NHL: Leafs sconfitti dai Canadiens all'esordio
La stagione 2015-16 dell'NHL ha preso il via con quattro partite, una più bella dell'altra. Su tutte, nella storia, la 'classicissima' fra Toronto Maple Leafs e Montreal Canadiens. All'Air Canada Centre i francofoni si sono imposti 3-1 con doppietta di Mike Pacioretty, agevolati da un 'gollonzo' iniziale per colpa del 'goalie' di casa Jonathan Bernier.
Nell'altro derby canadese in programma, Vancouver Canucks travolgenti per 5-1 sul ghiaccio dei Calgary Flames, con un gol a testa per i fratelli Henrik e Daniel Sedin.
Le altre due partite hanno visto altri due successi esterni: quello dei New York Rangers in casa dei campioni in carica dei Chicago Blackhawks (3-2) e quello dei San Jose Sharks nel derby californiano con i Los Angeles Kings (5-1).
Nell'altro derby canadese in programma, Vancouver Canucks travolgenti per 5-1 sul ghiaccio dei Calgary Flames, con un gol a testa per i fratelli Henrik e Daniel Sedin.
Le altre due partite hanno visto altri due successi esterni: quello dei New York Rangers in casa dei campioni in carica dei Chicago Blackhawks (3-2) e quello dei San Jose Sharks nel derby californiano con i Los Angeles Kings (5-1).
mercoledì 7 ottobre 2015
Mohamed Fahmi, dopo la grazia il ritorno in Canada
Mohamed Fahmy ha lasciato l'Egitto diretto verso
il Canada.
Il giornalista egiziano-canadese di Al-Jazeera è stato graziato recentemente dal presidente al Sisi dopo essere stato condannato a tre anni di prigione con l'accusa di avere pubblicato false notizie a sostegno dei Fratelli Musulmani nel 2013.
"L'ambasciatore canadese mi ha scortato al cancello d'imbarco dell'aeroporto de Il Cairo - ha twittato il reporter -. Questa è la gloriosa fine della nostra battaglia per la libertà".
Un funzionario della sicurezza dello scalo internazionale della capitale egiziana ha poi confermato al sito Al Ahram che Fahmi si è imbarcato in un volo diretto a Londra. (cit.: ANSA)
Il giornalista egiziano-canadese di Al-Jazeera è stato graziato recentemente dal presidente al Sisi dopo essere stato condannato a tre anni di prigione con l'accusa di avere pubblicato false notizie a sostegno dei Fratelli Musulmani nel 2013.
"L'ambasciatore canadese mi ha scortato al cancello d'imbarco dell'aeroporto de Il Cairo - ha twittato il reporter -. Questa è la gloriosa fine della nostra battaglia per la libertà".
Un funzionario della sicurezza dello scalo internazionale della capitale egiziana ha poi confermato al sito Al Ahram che Fahmi si è imbarcato in un volo diretto a Londra. (cit.: ANSA)
La maledizione di Taylor Swift pronta a colpire i Blue Jays
I tifosi dei Toronto Blue Jays, franchigia del baseball nordamericano tornata nei playoff dopo 22 anni, cominciano a segnarsi. Taylor Swift, cantante americana della Pennsylvania, ha infatti appena suonato proprio al Rogers Centre, 'casa' della formazione canadese. Ma non solo: ha anche pubblicamente rivolto un 'in bocca al lupo' alla squadra e ai tifosi, di fronte ai quali si è esibita, aggiungendo, alla fine della sua terza canzone, "Blank Space", "Toronto! I'd like to try a little experiment. Are you up for it?", e quindi, senza mezzi termini "Blue Jays! Blue Jays!".
Ovviamente c'è un antefatto. Anzi, più di uno: Houston Astros, Washington Nationals e San Diego Padres, altre tre formazioni della MLB, hanno tutte perso malamente dopo un concerto della Swift tenutosi nel loro impianto. E i Blue Jays cominceranno giovedì sera la serie di playoff contro i Baltimore Orioles, che ospiteranno proprio al Rogers Centre. Impianto che vedrà la Swift protagonista anche sabato per un bis. Chiunque ami i Blue Jays è avvisato, comperatevi un amuleto...
Ovviamente c'è un antefatto. Anzi, più di uno: Houston Astros, Washington Nationals e San Diego Padres, altre tre formazioni della MLB, hanno tutte perso malamente dopo un concerto della Swift tenutosi nel loro impianto. E i Blue Jays cominceranno giovedì sera la serie di playoff contro i Baltimore Orioles, che ospiteranno proprio al Rogers Centre. Impianto che vedrà la Swift protagonista anche sabato per un bis. Chiunque ami i Blue Jays è avvisato, comperatevi un amuleto...
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