mercoledì 23 gennaio 2019

Caso Huawei, gli Stati Uniti proseguono con l'estradizione di Meng Wanzhou

Meng Wanzhou
Gli Stati Uniti hanno confermato di voler procedere con la richiesta formale di estradizione di Meng Wanzhou, direttore finanziario del colosso delle telecomunicazioni cinese Huawei, arrestata il 1° dicembre scorso a Vancouver su richiesta degli Usa per presunte violazioni alle sanzioni all'Iran, e in seguito rilasciata su cauzione, ma senza la possibilità di lasciare il Canada. "Continueremo a perseguire l'estradizione e rispetteremo tutte le scadenze stabilite dal trattato di estradizione con il Canada", ha annunciato Marc Raimondi, portavoce del dipartimento di giustizia.
Anche l'ambasciatore canadese negli Stati Uniti, David MacNaughton, in un'intervista al The Globe & Mail, ha affermato di non sapere quando questo avverrà con precisione, ricordando che il 30 gennaio scadrà il termine per la presentazione. MacNaughton ha anche avuto incontri con alti funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato Usa, durante i quali si sarebbe lamentato del fatto che, nonostante la disputa sia fra Cina e Stati Uniti, siano stati cittadini canadesi ad andarci di mezzo: il riferimento è alla detenzione in Cina dell'ex diplomatico, Michael Kovrig, e dell'uomo d'affari Michael Spavor, con accuse di spionaggio.

Fra Canada e Norvegia è scoppiata la guerra dell'alce più alto del mondo

E' ormai guerra aperta tra Canada e Norvegia per stabilire chi disponga della statua di alce più alta del mondo. Una 'guerra' simpatica, basata su misure, risposte e repliche, con tanti di architetti e ingegneri chiamati in causa per rendere il proprio alce più alto di quello dell'avversario.
Già, perché Mac the Moose, l'alce di nove tonnellate sistemato sulla strada di Moose Jaw, cittadina del Saskatoon, alto quasi 10 metri, è stato superato in altezza da quello recentemente costruito in terra scandinava, di circa 30 centimetri.
Jacki L'Heureux Mason, executive director dell'ente del turismo locale, ha annunciato che verranno realizzate le opportune correzioni per riportare l'alce canadese in vetta (è proprio il caso di dirlo) alla classifica. Ma dalla Norvegia sono pronti ad alzare il proprio. E la storia continua...

domenica 20 gennaio 2019

Follie del 'politically correct': un bianco non può portare i capelli rasta

La notizia ha dell'incredibile, se non fosse che nel Canada di Justin Trudeau non è la prima volta che ci si trova di fronte ad aspetti tragicomici legati al mondo del 'politically correct' (proprio mentre il movimento #metoo si copre di ulteriore ridicolo per le critiche rivolte alla recente campagna della Gillette, accusata di eccessiva... mascolinità). Un locale situato all'interno dell'Università di Montreal, il Coop Les Récoltes, ha negato la possibilità di potersi esibire a un artista, Zach Poitras, a causa del proprio... taglio di capelli! Una decisione sgangherata e, questa sì, razzista, che concerne la scelta di Poitras di portare i... dreadlocks! Esatto, i capelli rasta. Che, normalmente, rappresentano invece proprio i valori di un certo legame con la cultura 'nera'. E sulla vicenda ha infatti inciso il fatto che Poitras sia un uomo... bianco. E, forse, il fatto che sia un comico il cui umorismo sia considerato 'hard', ovvero non sempre facile da digerire.
Non c'è però nemmeno questa scusante dietro la decisione dei proprietari del locale che, in un (questo sì, involontariamente umoristico) post su Facebook la loro posizione, secondo la quale "l'appropriazione culturale (di cui viene accusato Poitras, ndr) deriva dal fatto che una persona proveniente da una cultura dominante si appropri dei simboli, dei vestiti o ancora delle pettinature di popolazioni provenienti da culture storicamente dominate. E' un privilegio poter portare i dreadlocks come persona 'bianca', e se per un bianco questo può rappresentare una moda, a un nero questo potrebbe portare alla negazione opportunità di lavoro o spazi (alloggi, scuole, serate, competizioni sportive, ecc). In effetti, le persone nere devono troppo spesso affrontare l'imperativo di cambiare i loro capelli e di rinnegare la loro cultura per poter sopravvivere". Il post è lunghissimo e barboso e, dal loro punto di vista, non fa una grinza. E, probabilmente, non farebbe una grinza nemmeno su di un lettino di uno psichiatra.
La notizia si commenta da sola, mentre il buon Poitras che, ovviamente, razzista non è, ha dato una sua versione della vicenda molto accomodante e priva di quelle che sarebbero state delle più che giustificate polemiche, anche lui utilizzando il mezzo di Facebook, cercando fra l'altro ogni strumentalizzazione. Ne riporto alcuni stralci: "Qualche settimana fa ho chiesto a Mathieu Sale se potessi partecipare alla sua serata alla coop per presentare un numero sul fatto che io sia 'genderfluid'... Una settimana e mezzo fa mi scrive per dirmi che il consiglio di ammnistrazione della Coop (costituito da persone bianche) ha concluso che, a causa dei miei dreadlocks, non sarei il benvenuto sul palco... ne parlo con alcuni colleghi comici. Due giorni dopo, François Touz mi chiede se può fare un post sull'argomento. Accetto. Il post esplode. La Coop risponde e la polemica parte... Molti polemisti hanno preso questa storia e hanno deciso di farne una battaglia contro la Sinistra, usando la mia faccia come "Poster boy"... A proposito, se pensi che nel 2019 "non possiamo più dire niente" credo che ti sbagli. Possiamo dire quello che vogliamo. Ma dobbiamo farlo nel modo giusto. Il mondo cambia e io voglio cambiare con lui... Devo dire che la Coop e io siamo stati in contatto e che non c'è davvero un conflitto tra le due parti... Non credo che siamo noi bianchi a decidere ciò che sia razzista o cosa sia 'appropriazione culturale'... Nella vita non si può essere d'accordo con tutti su tutto. Ho molti cari amici  con cui ho opinioni divergenti su alcuni argomenti... Per quanto riguarda i miei colleghi comici che vogliono boicottare il posto, siete liberi di farlo, ma non credo che questa sia la soluzione giusta... Grazie a tutti coloro che mi sopportano fin dall'inizio. E' stata una settimana pazzesca... Dato che ora sono un comico 'conosciuto in tutto il mondo', ma che nessuno ha sentito una sola battuta da parte mia, vado a scrivere. Perché tutto ciò che voglio, in fondo, è far ridere la gente". E, personalmente, aggiungo: respect!

sabato 19 gennaio 2019

Italiano scomparso in Africa con l'amica canadese, per Trudeau sono vivi

Luca Tacchetto ed Edith Blais
"Edith Blais è viva, non ci sono indicazioni contrarie". Così il primo ministro canadese Justin Trudeau ha detto riguardo alla giovane canadese di cui si sono perse le tracce durante un viaggio in Burkina Faso con il suo compagno padovano Luca Tacchetto.
La notizia è stata data dall'agenzia France Presse, riaccendendo un lume di speranza anche sulla sorte dell'ingegnere padovano di 28 anni che, assieme alla Blais, è scomparso lo scorso 15 dicembre in Burkina Faso.
"Per quanto ne so, sì - ha detto Trudeau a un giornalista - Da quello che so fino ad ora, non mi è stato detto niente che possa far credere il contrario".
La notizia, letta sul sito online del giornale Il Gazzettino, in realtà pare però una 'non notizia'. 'Non mi hanno detto che sia morto' non consente di affermare, a modesto avviso di chi scrive, che i due siano vivi.

giovedì 17 gennaio 2019

Toronto Nights: Lost and Found, dress code chic

Le notti di Toronto sono sempre sensuali, anche di lunedì. Siamo così andati a dare un occhio al Lost and Found, locale 'molto trendy' (sempre che ciò si possa intendere come aspetto positivo, sì se la cosiddetta 'fauna' abbondi) sito al 577 di King Street West. Pieno centro, insomma, e rigide regole d'ingresso, almeno dal punto di vista del dress code, che lostesso sito internet del locale definisce 'upscale-chic', ovvero lussuoso. Vietato vestire sportivo, dal cappellino alle borse a tracolla, per non parlare di pantaloncini, bandane, occhiali da sole o i temutissimi sandali alla Padre Cionfoli.
Del resto, le foto scattate lunedì 14, durante la serata "The Wilderness", dal fotografo di turno e postate su Facebook testimoniano look e umanità presente di un luogo che ha come motto "Not all who wander are lost".








Robert Lloyd Schellenberg, chiesta clemenza alla Cina

Robert Lloyd Schellenberg, 36 anni
Il Canada ha invitato il governo di Pechino a concedere la grazia a Robert Lloyd Schellenberg, 36 anni, cittadino canadese condannato a morte per traffico di droga e già in precedenza condannato a 15 anni di carcere.
Una condanna a morte arrivata, probabilmente non in maniera casuale, nel pieno dello scontro tra Ottawa e Pechino per l'arresto in Canada a dicembre di Meng Wanzhou, chief financial officer del gigante delle telecomunicazioni Huawei, su una richiesta di estradizione degli Stati Uniti relativa a violazioni delle sanzioni iraniane.
"Abbiamo già parlato con l'ambasciatore cinese in Canada e richiesto clemenza per Schellenberg", ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri canadese, Chrystia Freeland. Pechino aveva detto che il primo ministro Justin Trudeau aveva fatto "commenti irresponsabili" sulle scelte di Pechino (Trudeau aveva accusato Pechino di "applicare arbitrariamente" le pene capitali).

venerdì 4 gennaio 2019

Caso Huawei, 13 canadesi arrestati in Cina da dicembre

Meng Wanzhou
Sono 13 i cittadini canadesi arrestati in Cina (esclusa Hong Kong) dal 1° dicembre, ovvero da quando venne arrestata, in Canada, Meng Wanzhou, figlia del fondatore di Huawei Technologies e direttrice finanziaria del colosso cinese. Lo ha riferito il governo canadese, precisando che otto dei 13 arrestati sono già stati rilasciati.
Fra i tredici figurano l'ex diplomatico Michael Kovrig, attualmente consulente della Ong International Crisis Group, Michael Spavor, imprenditore con saldi legami con la Corea del Nord, e SarahMcIver, poi liberata e tornata in Canada. (fonte: AGI)

Mondiali Under 20, Canada eliminato nei quarti

La pagina dell'Ottawa Sun dedicata all'eliminazione canadese
Clamorosa eliminazione del Canada nei Mondiali Under 20 di hockey ghiaccio. La squadra della Foglia d'Acero, campione in carica e nazione ospitante, è stata sconfitta all'overtime dalla Finlandia per 2-1 nei quarti di finale.
La rete iniziale di Ian Mitchell è stata infatti pareggiata ad appena 46 secondi dalla sirena finale dal gol di Eelvi Tolvanen. Nei supplementari i nordamericani hanno avuto anche la grande occasione per la vittoria, ma Maxime Comtois non è riuscito a infilare un penalty tra i gambali di Ukko-Pekka Luukkonen. Di Toni Utunen la rete decisiva nei prolungamenti.
Per i canadesi rimane l'amarezza di una manifestazione che nega loro la medaglia per la prima volta dopo due anni - anche allora vennero eliminati dai finnici -, malgrado il calendario e gli avversari avessero fatto prevedere una facile qualificazione per la finale, tanto che, nelle prime tre gare del girone eliminatorio, avevano superato Danimarca, Svizzera e Repubblica Ceca totalizzando 23 reti e subendone appena tre.

giovedì 3 gennaio 2019

E' la canadese ATS il partner di Comecer Group

La fine del 2018 ha portato un po' di Canada in terra romagnola. Comecer, gruppo leader nella progettazione e manifattura di apparecchiature e sistemi di isolamento destinati all'industria farmaceutica e alla medicina nucleare, ha infatti stretto un accordo con ATS - Automation Tooling Systems Inc. - società quotata a Toronto con una capitalizzazione di 1,5 miliardi di dollari canadesi - finalizzato allo sviluppo su scala internazionale, con supporto ai progetti di investimento nel nord America e in Asia.
Con il perfezionamento dell'operazione, prevista nei primi mesi del 2019, Comecer entrerà nel perimetro di ATS, realtà presente in 21 nazioni in America, Europa e Asia.

Cresce la paura per la nascita dell'Islamic Party of Ontario

Il proliferare dell'islamismo in Canada è uno dei veri problemi di questo 2019 che va a cominciare, in cui un Islamic Party of Ontario, guidato da Jawed Anwar, potrebbe presentarsi alle prossime elezioni, sostenendo, fra le altre cose, che l'Islam sia la "religione naturale dell'Ontario". I fatti che si accompagnano a questa notizia sono molteplici e tutti molto pericolosi, a partire dalle critiche fino alle minacce di morte recapitate a Tarek Fatah, giornalista di origine pakistana del Toronto Sun, da sempre contrario alla sharja, definito da Anwar un "seminatore d'odio" e accusato di apostasia. Per non parlare della demonizzazione che, a causa del sistema 'politically correct' propugnato da Justin Trudeau, viene riservata a tutti coloro che abbiano una posizione critica nei confronti dell'islamismo.
Si vada poi a leggere l'articolo de Il Primato Nazionale, in cui viene ripresa la notizia legata alle parole del predicatore islamico Younus Kathrada, il quale ha espresso il proprio rammarico e la propria profonda disapprovazione nei confronti di quei musulmani che augurano buon Natale ai cristiani. Kathrada ha aggiunto che i credenti islamici non solo non dovrebbero felicitarsi con i cristiani in ragione del loro “falso credo”, ma dovrebbero sentirsi offesi da quelli che adorano il Cristo e lo chiamano Figlio di Dio. Di più, Kathrada ha aggiunto che scambiarsi auguri per Natale con i non-musulmani è da considerarsi un crimine peggiore dell’adulterio e addirittura dell’omicidio. Le polemiche, per fortuna, non si sono fatte attendere. Fra le molte reazioni, quella dell’imam australiano di origini iraniane Mohammad Tawhidi, che ha invitato i fedeli musulmani ad andare sulla pagina Facebook di Kathrada per augurargli buon Natale.

mercoledì 2 gennaio 2019

Toronto Nights: EFS, nel cuore del fashion district

Si tratta di uno dei locali più 'in' della Toronto by Night. L'EFS, acronimo di Everything's for Sale, sito al 647 King Street West, nel pieno del cosiddetto 'fashion district', l'area torontina dove, più di altre, si condensa la frenesia del 'bel mondo' canadese. Marchiato dal design del Lisa Ho Studio, il locale organizza a grandi serate e party, con spazi che possono contenere fino a 500 persone, e il sound preferito è costituito principalmente da elettronica, hip-hop, house e R&B. Al mercoledì e al giovedì le 'signore' entrano gratis prima delle 23. L'album di questo post è tratto dalla serata del 28 novembre, alias BAS.





Parmalat, acquisito marchio formaggi Kraft in Canada

La Parmalat, colosso italiano del latte ha acquisito, nella parte finale del 2018, alcuni asset della divisione che si occupa della produzione e commercializzazione di 'natural cheese' della Kraft Heinz Canada, al costo di 1,62 miliardi di dollari canadesi, pari a circa 1,1 miliardi di euro.
Nel 2017 il fatturato netto delle attività rilevate è stato pari a circa 560 milioni di dollari canadesi, 374 milioni di euro. L'attività acquisita – che comprende i marchi Cracker Barrel, Petit Quebec e aMOOza!, riguarda anche un sito produttivo a Ingleside, Ontario, che impiega a 400 persone, e volumi rilevanti di quote latte.
Per finanziare l'operazione, che dovrà preventivamente essere autorizzata dalle autorità canadesi, Parmalat ricorrerà sia a risorse proprie che al debito. L'operazione permette alla società emiliana di rafforzare la propria posizione in una nazione in cui la redditività era sotto pressione. (fonte Fanpage.it)

Pornhub, Canada quinto Paese con più traffico al mondo

Il Canada è il quinto Paese con il più alto traffico giornaliero sul sito pornografico Pornhub, che per il 2018 ha rivelato numeri importanti: 33,5 miliardi di visite, ben cinque in più rispetto, con una media giornaliera di 92 milioni di utenti collegati. Negli ultimi 12 mesi inoltre, sono stati caricati 4,79 milioni di nuovi video, un numero che obbligherebbe l'eventuale 'cultore' che volesse guardarli tutti, a una visione della durata di 115 anni. Ogni minuto di Pornhub vede 63.992 nuovi visitatori collegati e 207.405 video visti.
La nazione 'più presente' a livello di traffico sono gli Stati Uniti, davanti a Regno Unito, India, Giappone, Canada, Francia e Germania. L'Italia conquista l'ottava posizione superando l'Australia. La durata media di una visita è di 10 minuti e 13 secondi, in leggero aumento rispetto al 2017. L'età media dello spettatore è di 35 anni e mezzo.
Nella maggior parte dei Paesi studiati, il giorno con il maggior numero di 'visite' è la domenica, mentre il venerdì tende ad avere il traffico più basso. Gli orari di picco sono solitamente fra le 22 e la mezzanotte, ma nel fine settimana parte del traffico si sposta al mattino.

Per gli appassionati di attrici 'per adulti', da non perdere:
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Nikki Benz, l'attrice 'per adulti' che voleva fare il sindaco di Toronto
Dalle 'luci rosse' a Bollywood, Sunny Leone cambia pelle

martedì 1 gennaio 2019

Sunshine Girl, il 2018 si chiude con Veronica

L'ultima Sunshine Girl del 2018 è Veronica, modella canadese che ha posato per la fotografa omonima Veronica Henri dell'agenzia Postmedia Network.
Segno del Toro, Veronica ama leggere, si legge, e uscire a passeggio con il suo gatto chiamato Knox. Pratica le arti maerziali, ascolta David Bowie e vuole diventare una modella di lingerie.
ievemente sovrappeso, la si potrebbe definire una modella curvy, il che non guasta, perfetta chiusura di un giornale, il Sun, che delle ragazze 'copertina', le 'Sunshine Girl' appunto, ha fatto una vera e propria storia del giornalismo moderno.

Le Sunshine Girl 'riprese' da Canada 2.0:
Alexena - Karolina - Cat Solomon - Samantha - Jackie

Coppa Spengler 2018: Team Canada detronizzato, trofeo ai finlandesi

Il Team Canada, dopo tre anni consecutivi di successi, deve alzare bandiera bianca. La Coppa Spengler 2018, il più antico torneo per club del mondo, va infatti per la prima volta a una formazione finlandese, il KalPa Kuopio, impostosi per 2-1 dopo i tiri di rigore.
Questo il commento fornito dal sito elvetico Ticinonline: "Equilibrato dal primo all'ultimo minuto, il match ha offerto poche emozioni agli spettatori che hanno riempito la Vaillant Arena. Occasioni? Ce ne sono state. Gol? Con il contagocce. Per applaudire la prima marcatura si è infatti dovuto attendere fino al 45'16”, quando Winnik ha bucato Godla e portato avanti i nordamericani. L'1-0 ha retto poco più di 6'. Al 51'24” Luostarinen ha infatti fatto rialzare gli scandinavi, ristabilendo quella parità che ha retto fino al 60'. E oltre. L'overtime non ha infatti partorito altre marcature (palo di Dalpe) e allora per provare a mettere le mani sul trofeo le due compagini si sono dovute affidare ai rigori. Dopo tre penalty il punteggio era ancora pari per effetto dei punti canadesi di Boychuk ed Emmerton (errore di Lapierre) e quelli finlandesi di Vainiola e Texier (ha fallito Luostarinen). Da quel momento però le porte si sono chiuse e ben otto tentativi – quattro per parte - sono andati a vuoto. La svolta definitiva all'incontro l'hanno data la zampata di Rissanen e lo sbaglio di Ebbett: discorso chiuso e coppa al KalPa. Con buona pace del Team Canada rimasto a bocca asciutta dopo tre anni di abbuffate".

Buon 2019, un anno cruciale per il Canada e non solo

Buon anno a tutti e, ovviamente, Felice 2019. Canada 2.0 si avvia a compiere sette anni. E' targato maggio 2013, infatti, l'inizio dell'avventura di questo sito sulla piattaforma Blogger.com, figlio diretto dell'omonimo blog parte della 'catena' dell'ormai defunto Blogosfere.
Non è mia intenzione ormai da tempo puntare a numeri mirabolanti con questo strumento che, in realtà, almeno per ora, appaga soltanto un nostalgico ricordo della mia presenza in terra canadese.
Al contrario oggi posso dire che di quella esperienza mi è rimasto ben poco e, al contrario di altri, non nutro alcuna ammirazione per il modello di vita 'a Nord del confine' (se è per questo, nemmeno per quello al Sud). I canadesi sono degli europei ormai dimentichi delle proprie tradizioni, e pertanto maggiormente esposti alla violenza silenziosa della globalizzazione, cui sembrano consegnarsi come agnelli al macello. Il mio auspicio è che in questo 2019 le forze dell'alt-right, le uniche vagamente consapevoli del decadimento sociale e universale mondiale, riescano a dare una sterzata verso la tradizione canadese, ostacolando quel processo di demonizzazione dei particolarismi che dovrebbero fare di questa nazioni nata e cresciuta fra le braccia della Corona britannica un esempio di fierezza e consapevolezza della conquista europea in Nord America.