Daniel Alfredsson saluta gli Ottawa Senators e se ne va ai Detroit Red Wings. Un momento doloroso, sicuramente per lui ma certamente per tutti i fan dei rossoneri dell'Ontario, che già hanno ribattezzato il giorno dell'addio come quello di un nuovo Black Friday per lo sport della Capitale.
Dopo 17 anni da protagonista e condottiero dei Sens, a 40 anni suonati, Alfie aveva dato notizia del suo ennesimo ritorno in Canada, rallegrando compagni e tifosi, consapevoli di vivere l'ennesima stagione potendo ammirare il contributo (forse sempre meno decisivo, ma comunque importante, specie fuori dal ghiaccio) del proprio leader assoluto.
E invece, dopo un primo forte interesse mostrato nei confronti dei Boston Bruins (dove già ci sono diversi ex rossoneri e amici di Alfredsson, come Zdeno Chara e Chris Kelly), ecco l'improvvisa sterzata verso Motown e il Michigan.
Increduli i social network dove esprimono le proprie opinioni i tifosi dei Sens, divisi tra amarezza e incredulità, un misto di rabbia verso lo sesso Alfredsson e verso la dirigenza dei Senators, incapace di offrire allo svedese motivazioni adeguate per rimanere. In realtà, la maggior parte ha comunque applaudito la scelta del giocatore, consapevoli imediatamente del suo perché: vincere la Stanley Cup.
Detroit, che dall'anno prossimo si troverà nella Eastern Conference, con 'big' veterani come Pavel Datsyuk ed Henrik Zetterberg (connazionale e grande amico di Alfredsson) ha costruito una squadra vincente, mentre i Senators restano ancora al livello di splendida promessa, ma probabilmente non ancora in grado di proporsi come 'contender'. Per un giocatore di livello assoluto, che già da due anni manifestava l'idea di ritirarsi, ecco che vestire la maglia dei Red Wings rappresenta l'ultima grande occasione per sollevare la Stanley Cup.
In molti sperano che saranno proprio i Senators a impedirgli di coronare questo sogno, ma tanti altri lo hanno salutato con affetto augurandogli altri trionfi, magari escludendo le partite contro la squadra canadese. Di certo sarà interessante vedere l'effetto quando Alfredsson tornerà da avversario a porre il proprio pattino sul ghiaccio di Ottawa. Difficile pensare che qualcuno abbia il coraggio di 'booarlo', sebbene in Internet si possa già trovare qualche post del tipo: "E adesso che me ne faccio della mia maglia numero 11?".