A Napoli esisteva un tempo (ma in parte anche oggi) la pratica del 'caffè sospeso'.
Secondo la magica Wikipedia, "Quando viene ordinato un caffè sospeso, il cliente paga due caffè ma ne riceve uno solo. In questo modo, quando una persona povera entra nel bar può chiedere se c'è un caffè sospeso, e, in caso affermativo, riceve un caffè come se gli fosse stato offerto dal primo cliente".
Una pratica splendida, che in Canada venne ripresa da degli istituti di beneficenza con il nome tradotto di Suspended Coffee.
Nella storia di oggi però andiamo ben oltre, per quelli che già sono stati ribattezzati i 'Tim Hortons Angels': mercoledì infatti, un signore di Calgary ha prepagato ben 900 caffè nella storica caffetteria di Tim Horton, franchising di buon livello sparso lungo tutto il Paese, fondata dallo storico ex giocatore dei Toronto Maple Leafs. Un atto voluto, spiega la commessa del bar, "a causa di tutto quello che abbiamo dovuto passare per le inondazioni".
Il gesto, anonimo, segue di due giorni quello avvenuto, sempre in un Tim Hortons, lunedì, dove una giovane manager, Joanne Averion, senza dare alcuna spiegazione, ha dapprima chiesto allo staff quanti caffè venissero venduti nel bar di media al giorno, e quindi ha deciso di pagare l'intera copertura di giornata: 500 caffè in tutto, per 859 dollari, pagati con carta di credito.
Più di qualcuno, fra coloro che hanno potuto usufruire della gentilezza, ha pensato di diventare, sia pure in maniera minore, emulo dei 'Tim Hortons Angels', per una splendida catena di Sant'Antonio.