mercoledì 23 agosto 2017

Toronto International Film Festival: sei film italiani alla rassegna canadese

Il sito del TIFF con una scena del film dei fratelli Taviani
Si avvicina la data di partenza del Toronto International FilmFestival, che prenderà il via il 7 settembre e si concluderà il 17, e già si fa la conta del numero di pellicole italiane che saranno presenti alla manifestazione canadese. Non verrà stato battuto il record del 2015, quando furono sette, ma sarà comunque una presenza fitta, con ben sei film.
A cominciare dall'anteprima mondiale di "Una questione privata" di Paolo e Vittorio Taviani, nella sezione Masters. Dal capolavoro postumo di Beppe Fenoglio, un film ispirato e poetico, che sembra attraversare tutte le coordinate del cinema dei due maestri. Dal concorso di Venezia arrivano: nella sezione più prestigiosa del festival - Galas - "The Leisure Seeker", l'avventura americana di Paolo Virzì, con Helen Mirren e Donald Sutherland, gloria nazionale canadese, e in Contemporary World Cinema "Hannah", l'opera seconda di Andrea Pallaoro, sorretta dalla maschera continuamente allusiva ed esplosiva di Charlotte Rampling. "A Ciambra", di Jonas Carpignano, presentato alla Quinzaine di Cannes, arriva a Toronto ancora in Contemporary World Cinema dopo essere stato una delle vere sorprese della Croisette, con ottimi risultati di critica e mercato, a conferma della vocazione internazionale di questo giovane autore. Nella Special Presentations del TIFF 2017 verrà accolto "Call Me by Your Name" di Luca Guadagnino, già selezionato da Berlinale e Sundance, un altro autore italiano che sta sfondando i nostri confini. Infine il cortometraggio "Mon amour mon ami" di Adriano Valerio parteciperà nella sezione Short Cuts. Da menzionare anche il documentario di coproduzione italiana "Al di là dell'uno" di Anna Marziano (nella sezione Wavelengths). (fonte ANSA/AGI)

Luca Marchetti al Festival Mode & Design di Montreal

C'è anche Luca Marchetti, professore presso l'Università di Bologna, al FestivalMode & Design di Montreal che si sta svolgendo in questi giorni nella città del Quebec. Marchetti presenta nella città canadese il proprio libro "La mode exposee" al Musee des Beaux Art.
Ogni anno numerosi designer canadesi affermati, venditori al dettaglio, creatori emergenti e icone internazionali della moda condividono a Montreal la loro arte e la loro visione con il grande pubblico. Fra le altre attività, i visitatori del festival avranno l'opportunità di assistere a sfilate di moda, sessioni di creazione in diretta, rappresentazioni di design e performance musicali. Il Festival Mode & Design traccia anche un percorso urbano di mostre inedite, installazioni originali e esperienze insolite in cui tutti possono circolare liberamente. Con 50 spettacoli, quasi 300 partecipanti e 550mila visitatori previsti, il Festival Mode & Design è una piattaforma fondamentale delle tendenze in fatto di moda, design, musica, bellezza e shopping. (fonte: AGI)





domenica 20 agosto 2017

E' fuga di clandestini dagli Stati Uniti verso il Canada

Rifugiati haitiani in terra canadese
Il Canada sta affrontando un numero "senza precedenti" di richieste di asilo di persone che hanno attraversato il confine dagli Usa. Lo hanno reso noto alcuni funzionari alla CNN.
Una serie di ingressi non autorizzati che sta cominciando, forse per la prima volta nella storia, a porre ai canadesi seri dubbi sulla politica dell'accoglienza che la nazione 'a nord del confine' ha sempre sostenuto, e aumentato dopo l'arrivo di Justin Trudeau al governo.
I cittadini di Montreal sono rimasti sicuramente spaventati da quando hanno visto lo stesso stadio olimpico della città trasformato in campo accoglienza per le migliaia di profughi giunti in città.
"Non abbiamo mai visto questi numeri, anche se i nostri agenti stanno pattugliando 24 ore al giorno", ha dichiarato il portavoce della Royal Canadian Mounted Police (Rcmp), Claude Castonguay. La polizia canadese ha rivelato che circa l'80-85% sono originari di Haiti, e nelle ultime sei settimane in Quebechanno intercettato quasi 7mila richiedenti asilo. "Venire in Canada e chiedere asilo non è la garanzia per una residenza permanente", ha detto il portavoce del ministero per l'immigrazione. I rifugiati haitiani fuggono dal territorio statunitense perché impauriti dalla nuova politica di ordine e controllo sugli ingressi inaugurata dal presidente Donald Trump.

Strage di Barcellona: c'è anche una vittima canadese

Ian Moore Wilson
C'è anche una vittima canadese fra quelle provocate durante la strage di Barcellona. Lo ha confermato inizialmente lo stesso Primo Ministro canadese, Justin Trudeau. Anche quattro cittadini canadesi sarebbero rimasti feriti durante l'attentato di matrice islamica. La vittima è Ian Moore Wilson, padre di un poliziotto di Vancouver.
Porgendo le sue condoglianze ai familiari e agli amici delle vittime, Trudeau ha sottolineato in una nota la determinazione a contrastare "la diffusione di odio e intolleranza in tutte le sue forme".

giovedì 17 agosto 2017

Città più vivibili al mondo, tre canadesi fra le Top Ten

Un panorama di Vancouver
Sono ben tre le città canadesi considerate le più vivibili al mondo (Most Liveable Cities) secondo la graduatoria stilata dalla rivista Economist. Si tratta di Vancouver, Toronto e Calgary, rispettivamente al terzo, quarto e quinto posto in classifica.
Al comando rimane anche quest'anno, per la settima volta di fila, l'australiana Melbourne, che questa volta ha preceduto di un autentico soffio Vienna, prima europa.
Nella Top Ten dell'indice, che valuta 140 metropoli di tutto il mondo, al quinto posto (a pari merito con Calgary) c'è un'altra australiana, Adelaide, cui fanno seguito Perth (Australia), Auckland (Nuova Zelanda), Helsinki (Finlandia) e Amburgo (Germania), mentre crolla all'11° posto Sydney (Australia) a causa del pericolo terrorismo.
L'indice attribuisce punteggi fino a 100, in 30 aree comprendenti sanità, istruzione, stabilità, cultura, ambiente e infrastrutture.
Per quanto riguarda le città italiane, Milano è la prima in 43.a posizione, seguita da Roma, 50.a.
La Top Ten del 2017:
 1. Melbourne   97.5
 2. Vienna      97.4
 3. Vancouver   97.3
 4. Toronto     97.2
 5. Calgary     96.6
 5. Adelaide    96.6
 7. Perth       95.9
 8. Auckland    95.7
 9. Helsinki    95.6
10. Amburgo     95

mercoledì 16 agosto 2017

Il Canada diventa sovranista: la teoria della 'remigrazione'

La Destra trova nuovi stimoli dai 'presunti' successi della 'presunta' Sinistra. E così, come negli Stati Uniti il governo di Barack Obama ha portato al successo di Donald Trump, in Canada l'immagine 'buonista' di Justin Trudeau ha risvegliato l'anima nazionalista dei canadesi. Kellie Leitch, Pegida Canada, i conservatori orfani di Stephen Harper. I canadesi che non si sentono rappresentati dall'accoglienza indiscriminata di migranti offerta da Tudeau (e comunque molto più regolata di quella pretesa da certa sinistra italiana) ora alzano la voce. Così come viene raccontato in questo post di Diego Minuti, pubblicato sul sito Globalist.

L'accogliente Canada si fa sovranista: spira nel paese un vento di destra ostile ai migranti
Aumentano i timori della gente comune nei confronti dell'immigrazione e la destra si rafforza: nel mirino il Québec, meta dei rifugiati francofoni

di Diego Minuti

E' come un soffio di vento che, col passare dei giorni, acquista sempre più forza, anche se l'ampiezza del fenomeno è, almeno per ora, circoscritta. Ma il moltiplicarsi di episodi di manifesta ostilità nei confronti degli immigrati che stanno arrivando a migliaia sta creando timori in Canada, Paese che sino ad oggi si è retto economicamente ed anche socialmente sui flussi di persone che l'hanno scelto per cercare migliori condizioni di vita o, anche, per salvare la propria di vita.
Il governo di Justin Trudeau, nel solco dei precedenti, non ha chiuso le porte agli immigrati e richiedenti asilo, grazie ad una economia che, dopo la crisi internazionale, dà confortanti segnali di ripresa e ad una struttura territoriale capace di assorbire nuovi arrivi da utilizzare come forza lavoro nelle zone del Paese dove vi è carenza. Ma questo processo, che sino a pochi anni fa faceva parte integrante dell'anima del Paese (forse il primo ad istituire un ministero federale del Multiculturalismo, per creare spazi e non certo per serrarli), ora viene messo in pericolo non tanto dal manifestarsi di movimenti di estrema destra sovranista, quanto dai timori della gente comune che il Canada potrebbe non reggere al peso di forti flussi di arrivi, soprattutto da Nazioni non capaci di 'offrire' professionalità, ma solo numeri da inserire nel programma di welfare, tra i più avanzati al mondo.
La destra, proprio nelle ultime ore, sembra avere scelto come base per la sua offensiva il Quebec e per motivi abbastanza semplici. Essendo la Provincia a fortissima maggioranza francofona, è quella che più delle altre (nella quasi totalità anglofone) si presta ad accogliere rifugiati da Paesi poverissimi dove la lingua più parlata, ad eccezione dei dialetti, è appunto il francese, quali i Paesi africani del Nord e delle regioni sub-sahariane. E come la disastrata Haiti che, tra eventi naturali devastanti ed una corruzione che ha superato i picchi dell'epoca di 'papa Doc', Francois Duvalier, di nefasta e nefanda memoria, sta assistendo ad una emigrazione enorme che, davanti alle porte chiuse dell'America (non necessariamente quella trumpiana), guarda al Quebec come ad una terra promessa. Dove a tutti viene garantita assistenza, che significa non solo sostentamento economico, ma anche una casa e opportunità di lavoro, grazie a corsi di formazione o riconversione.
Sino a ieri, perché i gruppi o movimenti che si muovevano sotto la superficie della destra tradizionale oggi alzano la testa. Come sta facendo Atalante Quebec che protesta manifestando le sue idee con striscioni e cartelli che spuntano qui e la, nel cuore della notte, nella più grandi città della Provincia a significare il no secco ad una immigrazione che ritengono esiziale.
Sulla sua pagina Facebook, Atalante Quebec ha scritto che migliaia di immigrati legali ed illegali e di rifugiati che arrivano ogni anno in Quebec "rappresentano una minaccia per l'identità quebecchese". La proposta per risolvere il 'problema' è indicata in una inversione di tendenza, quindi con il ritorno nelle rispettive patrie degli immigrati e, contestualmente, se la scelta delle porte aperte ha una matrice sociale ed economica, con un forte impulso ad una 'politica di natalità efficace'. In una sola parola, 'remigrazione', che viene esposta come slogan da attivisti non solo di Atalante Quebec.
Temi che, con qualche sfumatura diversa, sembrano essere eguali in tutto il mondo dove si assiste ad una offensiva di movimenti e partiti di incerta matrice ideologica (ma guai a dirlo a loro, si rischiano insulti e campagne contrarie on line) ma chiaramente collocati a destra che vogliono attingere a piene mani nel serbatoio elettorale degli scontenti, di chi attribuisce ogni male al diverso, mischiando mele cattive e buone. O peggio prendendo spunto da episodi negativi per generalizzare, colpevolizzare, accusare. In parole povere, la politica della parte per l'insieme.
Un serbatoio che, al di là delle parole dette, sembra ingrossarsi davanti a quelle che vengono viste come disparità di trattamento tra gli stessi immigrati o aspiranti tali, con quelli che provengono da zone a rischio (per ultimi, i siriani) che hanno corsie preferenziali per permessi di soggiorno che invece, come accade ad esempio ai giovani europei (tra cui molti italiani), sono tortuose, se non volutamente impervie e penalizzanti.
Neanche il Quebec si sottrae a questo quadro generale perché la politica delle braccia spalancate agli immigrati che ne hanno diritto (ed un occhio benevolo anche verso chi questo diritto non lo ha) viene presa a pretesto per attaccare il governo provinciale di Philippe Couillard, liberale, che, davanti all'offensiva delle parole e delle minacce, ha ricordato che la libertà d'espressione, così come il diritto a manifestare, sono tutelati dalle carte fondamentali del Canada così come del Quebec. "Ho già detto – ha dichiarato poche ore fa Couillard – che la libertà d'espressione permette di dire delle stupidaggini (...). Il nostro ruolo è rispondere a questo con parole di saggezza, equilibrio e soprattutto verità".

lunedì 14 agosto 2017

Rogers Cup 2017, a Toronto trionfa la Svitolina

Elina Svitolina
Va all'ucraina Elina Svitolina, 22enne di Odessa, il torneo WTA Toronto, la Rogers Cup, che nella finale su cemento ha superato la danese Caroline Wozniacki con il punteggio di 6-4, 6-0. Per la Svitolina si tratta del quinto titolo dell'anno, dopo quelli ottenuti a Dubai, Taipei City, Istanbul e Roma.
In semifinale la Svitolina si era facilmente sbarazzata della rumena Simona Halep, campionessa in carica: 6-1, 6-1 lo score in favore dell'ucraina in appena 56 minuti. La Wozniacki si era invece imposta sulla statunitense Sloane Stephens per 6-2, 6-3 in un'ora e 23 minuti.
Il sito ufficiale della Rogers Cup di Toronto
Il trionfo di Serena Williams nel 2013

L'albo d'oro della Rogers Cup femminile dal 2010:
2010 Montreal - C.Wozniacki (Dan) - V.Zvonarëva (Rus) 6–3 6–2
2011 Toronto  - S.Williams (Usa)  - S.Stosur (Aus)    6–4 6-2
2012 Montreal - P.Kvitová Cec)    - L.Na (Cin)        7-5 2-6 6–3
2013 Toronto  - S.Williams (Usa)  - S.Cîrstea (Rom)   6-2 6-0
2014 Montreal - A.Radwańska (Pol) - V.Williams (Usa)  6-4 6-2
2015 Toronto  - B.Bencic (Svi)    - S.Halep (Rom)     7-6 6-7 3-0 r.
2016 Montreal - S.Halep (Rom)     - M.Keys (Usa)      7–6 6–3
2017 Toronto  - E.Svitolina (Ucr) - C.Wozniacki (Dan) 6-4 6-0
La Rogers Cup (foto Bordignon)

La home page del sito ufficiale della Rogers Cup di Toronto

domenica 13 agosto 2017

Diana Krall, grande successo all'Hollywood Bowl

C'è un luogo su tutti che contraddistingue le serate estive losangeline. Questo luogo è l'Hollywood Bowl, una conca dalla perfetta acustica, situata poco a ovest dell'Hollywood Sign, capace di raccogliere 17 mila persone, dove dal 1929 a oggi si sono esibite stelle della musica come Billie Holiday, Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli.
Nel cartellone 2017 uno degli appuntamenti più attesi era quello con la pianista e cantante jazz canadese Diana Krall che si esibisce questo fine settimana per presentare il suo nuovo album Turn Up the Quiet, con il quale festeggia 25 anni di carriera.
Come non capita spesso ormai agli eventi di musica jazz, Diana Krall riesce a riempire stadi e anfiteatri come l'Hollywood Bowl grazie alla sua capacità di essere raffinata e allo stesso tempo popolare nelle sue scelte di repertorio.
Vincitrice di Grammy Awards e non timorosa all'idea di mettere mano ai classici, la cantante e pianista, accompagnata dalla Los Angeles Philarmonich Orchestra e da quattro virtuosi del jazz (Anthony Wilson alla chitarra, Karriem Riggins alla batteria, Robert Hurst al basso e Stuart Duncan al violino) trasforma i successi di Cole Porter, Nat "King" Cole, Burt Bacharach e persino Bob Dylan in pezzi dal sapore più contemporaneo, adatti alla sua calda voce da contralto.
Dopo aver debuttato come autrice nel 2004 con The Girl in the Other Room, non ha più scritto canzoni. "Magari un giorno tornerò a farlo ma io non compongo - dice la Krall - potrei mai scrivere pezzi come Cole Porter? Io arrangio e concettualizzo". Nel farlo li accompagna con note personali e battute "Questo pezzo lo cantavo a diciannove anni, quando in auto attraversavo Los Angeles per andare a lezione, pettinata come David Bowie, vestita con un abito di Laura Ashley e fumando sigarette una dietro l'altra", ricorda la cantante canadese che ora di anni ne ha 52. Finge persino di scordare cosa voleva cantare o accenna, senza nominarlo al marito, Elvis Costello: "Chi ha scritto questa canzone è qui questa sera" dice, prima di cantare Almost Blue e poi, rivolta al musicista e padre dei suoi due gemelli: "Ci vediamo stanotte". Piccoli espedienti da artista navigata che fanno sentire il pubblico a casa e che regalano calore alle quasi sempre fresche notti dell'estate losangelina. (fonte: ANSA)



martedì 8 agosto 2017

Il fondo pensione degli insegnanti dell'Ontario entra in Intercos

L'Ontario Teachers' Pension Plan, il più grande fondo di previdenza professionale del Canada (fino a pochi anni fa proprietario dei Toronto Maple Leafs, franchigia storica dell'hockey ghiaccio NHL), ha deciso di investire in Intercos, il gruppo di Agrate Brianza specializzato in cosmetici, matite, smalti per unghie e skincare, acquisendo dal fondatore Dario Ferrari e dal Fondo Catterton una quota di minoranza.
Ferrari, si legge in una nota, manterrà la maggioranza dei diritti di voto della società e il diritto di nominare la maggioranza degli amministratori di Intercos.
L'investimento di OTPP rafforzerà la struttura azionaria e permetterà alla società di continuare a perseguire i propri progetti di crescita. Jo Taylor, senior managing director di Ontario Teachers, ha commentato: "Il nostro team di relationship investing può contare su un'approfondita conoscenza, esperienza e background finanziario che ci permettono di portare a termine operazioni sofisticate e di diventare a tutti gli effetti partner di lungo periodo per le società in cui investiamo". E ancora: "Siamo molto contenti di aver rilevato una quota di una società leader a livello globale nella produzione di colour make-up e skin care. Siamo entusiasti di lavorare insieme a Dario Ferrari, al suo team e a L Catterton per far crescere ulteriormente il nostro business".

La canadese Novaflow acquisita dal gruppo Corob

La Corob, gruppo italiano originario di San Felice Sul Panaro in provincia di Modena, controllato da Wise Sgr, ha acquisito il 100% del capitale della canadese Novaflow Systems, operativa nel campo dei dispensatori 'in-plant' nel mondo delle vernici e dei rivestimenti, degli inchiostri e dei prodotti chimici.
L'acquisizione di Novaflow, perfezionata il 1 agosto, alla società consente di rafforzarsi con nuove competenze e un’innovativa tecnologia gravimetrica, completando l’attuale gamma di sistemi in-plant. Allo stesso tempo Novaflow potrà beneficiare della capillare rete di vendita e servizi di Corob a livello mondiale.
L’operazione è stata finanziata interamente da Banco BPM, assistito da Linklaters. Advisor legali per Wise e Corob sono stati gli studi Davies Ward Phillips & Vineberg e BonelliErede. KPMG ha fornito la propria consulenza in materia di due diligence finanziaria e fiscale, mentre Spada Partners e Goulder Associate hanno agito in qualità di consulenti per la parte contabile e di due diligence ambientale.
L’operazione – si legge in una nota – risulta coerente con l'impegno “a investire ulteriormente nel lungo termine, non solo nei mercati in crescita delle vernici e dei rivestimenti, ma anche in settori come quello degli inchiostri, della cosmetica e dei prodotti chimici”.
Il Cda di Corob – che dispone di tre stabilimenti in Italia, India e Finlandia, impiegando oltre 500 dipendenti – ha inoltre nominato Fernando Bertoni nuovo amministratore delegato: Bertoni ha lavorato per oltre 17 anni in General Electric Company, ricoprendo una serie di ruoli operativi e funzionali sia a livello globale che regionale.

domenica 6 agosto 2017

Scotiabank NHL100 Classic, di fronte Senators e Canadiens

Saranno Ottawa Senators e Montreal Canadiens a incontrarsi in occasione del "2017 Scotiabank NHL100 Classic", che verrà disputato al Lansdowne Park della capitale canadese, ora ribattezzato TD Place Stadium per via dello sponsor, impianto dove si gioca normalmente a calcio e a football canadese e che ospita fino a 24mila spettatori.
Furono proprio Senators e Canadiens, due delle franchigie fondatrici della lega, a incontrarsi nella notte inaugurale dell'NHL, il 19 dicembre 1917.
La partita di questa stagione si disputerà quasi un secolo dopo, il 16 dicembre 2017, e farà anche parte dei festeggiamenti per il 150° anniversario della fondazione del Canada, del 25° anniversario della fondazione degli Ottawa Senators e del 125° anniversario della nascita della Stanley Cup.


sabato 5 agosto 2017

Cinema canadese: "Picture Claire", un 'cult noir' sull'orlo del fallimento

La copertina del dvd italiano di "Picture Claire"
Me lo sono guardato recentemente a casa, beatamente seduto sul divano. Anche perché "Picture Claire", titolo originale di "Sola nella trappola", è un film canadese 'noir' quasi introvabile, e anche per questo divenuto praticamente oggetto di culto, a causa anche del suo quasi clamoroso insuccesso.
Canadese il regista, Bruce McDonald da Kingston, canadese (naturalizzato, ma di nascita ungherese) il produttore Robert Lantos, e canadese la sceneggiatrice Semi Chellas, nata a Palo Alto in California ma cresciuta a Calgary.
Statunitense invece il cast, con le losangeline Juliette Lewis e Gina Gershon.
La CN Tower alle spalle di Juliette Lewis
La prima, monocorde e piuttosto spenta, protagonista reale del film; la seconda, affascinante 'dark lady' del cinema americano (vedasi "Bound - Torbido inganno"), sempre in grado di stimolare le fantasie di chi guarda.
La trama non è poi così appassionante, e forse è proprio la presenza della Gershon a impreziosire un film che vede anche un cameo iniziale di Mickey Rourke.
Girato interamente a Toronto, il film non trovò una struttura che lo potesse distribuire nei cinema. Anche per questo, lo stesso McDonald ha poi deciso di girare un documentario autocritico, "Claire's Hat", ancora più introvabile del film, in cui racconta tutte le disavventure affrontate per realizzare il lungometraggio, il cui titolo originale era proprio legato al cappello di Claire, nel film interpretata dalla Lewis.

Gatti decapitati a Trenton, si teme un maniaco

Gatti decapitati nell'area a nord di Trenton, Ontario. E' quello che sta succedendo in questi giorni nella cittadina canadese, al momento ancora senza una plausibile spiegazione. Nel giro di tre settimane tre teste del piccolo e splendido mammifero sono state rinvenute presso Frankford.
Non si tratta di attacchi animali, come ha sottolineato Allison Cross, portavoce dell'Ontario SPCA (Ontario Society for the Prevention of Cruelty to Animals), che ha poi aggiunto: "In passato abbiamo avuto altre situazioni del genere, però siamo riusciti a fornire sempre una spiegazone. Stavolta invece si tratta di qualcosa di molto più preoccupante, abbastanza per costringerci a prlarne pubblicamente e chiedere l'aiuto dell'opinione pubblica".
Per ora, la spiegazione più plausibile è quella di un maniaco che si diverta nell'uccidere e decapitare le povere bestiole.
Un episodio quasi identico, praticamente nella stessa area, era avvenuto nel 2013, come riportato proprio da Canada 2.0.