Un nuovo 'caso' è scoppiato in Canada: proprio mentre sta lanciando la sua campagna per la prevenzione dei suicidi, Facebook si è scusato per la pubblicazione della foto di Rehtaeh Parsons, un'adolescente canadese che aveva cercato di suicidarsi lo scorso aprile dopo essere stata stuprata e perseguitata via internet dai suoi coetanei. La ragazza era finita comunque in coma, e il 7 dello stesso mese le erano stati staccati tutti i supporti vitali.
L'immagine della Parsons è comparsa nell'annuncio pubblicitario di un sito canadese di incontri online, diffuso
dal social network.
"Questo è un esempio estremamente sfortunato di un pubblicitario che ha recuperato una foto da Internet e l'ha usata per la campagna", ha commentato Facebook in un comunicato inviato al quotidiano Toronto Star. "Ci scusiamo per il tutto il dolore che può aver causato", ha aggiunto, assicurando che il link al sito di incontri sarà bandito dalle pagine del social network.
A scoprire il macabro errore è stato un copy writer di Toronto, Andrew Ennals, che stava navigando su Facebook quando ha notato che l'immagine della ragazza era già circolata sui media canadesi. Dopo una breve indagine ha quindi collegato i volti e denunciato la vicenda sul suo account di Twitter. Meno di due ore dopo la pubblicità era scomparsa.