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sabato 19 settembre 2020

Frana l'accordo di libero scambio con la Cina

La prima pagina del "The Globe and Mail"
Il Canada sta abbandonando l'idea di concludere un accordo di libero scambio con la Cina. "La Cina del 2020 non è la Cina del 2016", ha spiegato il ministro degli Esteri di Ottawa, Francois-Philippe Champagne, in un'intervista al quotidiano "The Globe and Mail".
Il raggiungimento di un accordo di libero scambio con la Cina era considerata una priorità dal governo di JustinTrudeau, quando il figlio delll'ex storico premier Pierre assunse la carica nel 2015, ma i colloqui, iniziati nel 2016, sono rimasti in stallo a partire dall'arresto, avvenuto a Vancouver nel dicembre 2018, della direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou, seguito da quello di due canadesi da parte di Pechino pochi giorni dopo. "Non credo ci siano le condizioni perché queste discussioni continuino", ha detto il ministro Champagne. (fonte AGI)

L'incipit dell'articolo del quotidiano canadese

mercoledì 17 luglio 2019

Caso Huawei, prossime decisioni solo a ottobre

Potrebbe essere rinviata a dopo le elezioni federali qualsiasi decisione da parte del governo canadese (che si svolgeranno a ottobre) relativamente alla partecipazione del colosso tecnologico cinese Huawei alla rete 5G.
Secondo quanto si apprende da fonte Nova, il governo liberale del primo ministro Justin Trudeau pare riluttante a muoversi fino a quando il destino dei due cittadini
canadesi Michael Spavor e Michael Kovrig, entrambi detenuti in Cina, diventerà più chiaro. Gli esperti di Ottawa stanno riesaminando le implicazioni sulla sicurezza delle reti 5G, ma anche gli Stati Uniti sono preoccupati che l'uso di apparecchiature Huawei possa minare la sicurezza nazionale.
In precedenza, le autorità canadesi avevano arrestato un'alta l'alta dirigente di Huawei, Meng Wanzhou, su richiesta degli stessi Stati Uniti. All'arresto della Wanzhou, figlia del fondatore di Huawei, aveva fatto seguito la ritorsione cinese con la detenzione di Spavor e Kovrig, consigliere dell'International Crisis Group il primo, ex diplomatico il secondo. I pubblici ministeri statunitensi accusano la Wanzhou di transazioni con l'Iran in violazione delle sanzioni americane.

mercoledì 23 gennaio 2019

Caso Huawei, gli Stati Uniti proseguono con l'estradizione di Meng Wanzhou

Meng Wanzhou
Gli Stati Uniti hanno confermato di voler procedere con la richiesta formale di estradizione di Meng Wanzhou, direttore finanziario del colosso delle telecomunicazioni cinese Huawei, arrestata il 1° dicembre scorso a Vancouver su richiesta degli Usa per presunte violazioni alle sanzioni all'Iran, e in seguito rilasciata su cauzione, ma senza la possibilità di lasciare il Canada. "Continueremo a perseguire l'estradizione e rispetteremo tutte le scadenze stabilite dal trattato di estradizione con il Canada", ha annunciato Marc Raimondi, portavoce del dipartimento di giustizia.
Anche l'ambasciatore canadese negli Stati Uniti, David MacNaughton, in un'intervista al The Globe & Mail, ha affermato di non sapere quando questo avverrà con precisione, ricordando che il 30 gennaio scadrà il termine per la presentazione. MacNaughton ha anche avuto incontri con alti funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato Usa, durante i quali si sarebbe lamentato del fatto che, nonostante la disputa sia fra Cina e Stati Uniti, siano stati cittadini canadesi ad andarci di mezzo: il riferimento è alla detenzione in Cina dell'ex diplomatico, Michael Kovrig, e dell'uomo d'affari Michael Spavor, con accuse di spionaggio.

giovedì 17 gennaio 2019

Robert Lloyd Schellenberg, chiesta clemenza alla Cina

Robert Lloyd Schellenberg, 36 anni
Il Canada ha invitato il governo di Pechino a concedere la grazia a Robert Lloyd Schellenberg, 36 anni, cittadino canadese condannato a morte per traffico di droga e già in precedenza condannato a 15 anni di carcere.
Una condanna a morte arrivata, probabilmente non in maniera casuale, nel pieno dello scontro tra Ottawa e Pechino per l'arresto in Canada a dicembre di Meng Wanzhou, chief financial officer del gigante delle telecomunicazioni Huawei, su una richiesta di estradizione degli Stati Uniti relativa a violazioni delle sanzioni iraniane.
"Abbiamo già parlato con l'ambasciatore cinese in Canada e richiesto clemenza per Schellenberg", ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri canadese, Chrystia Freeland. Pechino aveva detto che il primo ministro Justin Trudeau aveva fatto "commenti irresponsabili" sulle scelte di Pechino (Trudeau aveva accusato Pechino di "applicare arbitrariamente" le pene capitali).

venerdì 4 gennaio 2019

Caso Huawei, 13 canadesi arrestati in Cina da dicembre

Meng Wanzhou
Sono 13 i cittadini canadesi arrestati in Cina (esclusa Hong Kong) dal 1° dicembre, ovvero da quando venne arrestata, in Canada, Meng Wanzhou, figlia del fondatore di Huawei Technologies e direttrice finanziaria del colosso cinese. Lo ha riferito il governo canadese, precisando che otto dei 13 arrestati sono già stati rilasciati.
Fra i tredici figurano l'ex diplomatico Michael Kovrig, attualmente consulente della Ong International Crisis Group, Michael Spavor, imprenditore con saldi legami con la Corea del Nord, e SarahMcIver, poi liberata e tornata in Canada. (fonte: AGI)

domenica 30 dicembre 2018

Cina, liberata l'insegnante arrestata dopo il caso Huawei

Sarah McIver, l'insegnante originaria dell'Alberta detenuta in Cina a causa di un  problema con il suo permesso di lavoro, è stata liberata ed è subito rientrata nel proprio Paese. Il fatto era avvenuto nel contesto delle ritorsioni reciproche fra le due nazioni a causa dell'arresto in Canada di Meng Wanzhou, alta dirigente della società tecnologica cinese Huawei.
Ufficialmente il fermo della McIver non era collegato al caso, tuttavia era arrivato dopo gli arresti, avvenuti il 10 dicembre, di altri due cittadini canadesi, l'ex diplomatico Michael Kovrig e il consulente per i rapporti con la Corea del Nord Michael Spavor, accusati di aver messo a rischio la sicurezza nazionale cinese.