lunedì 16 gennaio 2017

La stella di Justin Trudeau non brilla più

Justin Trudeau
Viene riprodotto di seguito per intero l'articolo che la giornalista Sara Gandolfi ha scritto su Il Corriede della Sera pochi giorni e relativo alla figura di Justin Trudeau.

Trudeau sull’elicottero di Aga Khan
La stella canadese non brilla più
A un anno dall’insediamento, il popolare premier è caduto sulla «buccia di banana» della trasparenza: vacanze gratis col miliardario, ai sostenitori offre cene a pagamento

di Sara Gandolfi

Era il principe della «political correctness», il premier più gagliardo di Instagram, il più sexy dello scenario geopolitico mondiale. Soprattutto, era l’uomo che aveva riportato il sonnacchioso, gelido e un po’ tedioso Canada sugli altari delle cronache internazionali. Invidiosi degli States? Vittime di un perenne complesso d’inferiorità nei confronti del vicino? Macché, «noi abbiamo Justin Trudeau», sillabavano i giovani da Vancouver a Halifax, il primo ministro più cool del pianeta (ancor più verso la fine del mandato Obama). Talmente sicuro di sé da potersi permettere di indossare una mega-corona di piume dei nativi indiani senza sentirsi né sembrare ridicolo.Era il principe della «political correctness», il premier più gagliardo di Instagram, il più sexy dello scenario geopolitico mondiale. Soprattutto, era l’uomo che aveva riportato il sonnacchioso, gelido e un po’ tedioso Canada sugli altari delle cronache internazionali. Invidiosi degli States? Vittime di un perenne complesso d’inferiorità nei confronti del vicino? Macché, «noi abbiamo Justin Trudeau», sillabavano i giovani da Vancouver a Halifax, il primo ministro più cool del pianeta (ancor più verso la fine del mandato Obama). Talmente sicuro di sé da potersi permettere di indossare una mega-corona di piume dei nativi indiani senza sentirsi né sembrare ridicolo.

Scandali
Ok, la luna di miele è finita, a poco più di un anno dall’insediamento del suo governo, nel novembre 2015. Il giovane, aitante, iperliberal Trudeau jr, l’erede che pareva aver già surclassato il padre, è caduto sulla classica buccia di banana. Anzi, su due. E guarda caso il piede in fallo l’ha messo proprio sul tema che aveva scelto come cavallo di battaglia: la trasparenza. Prima lo scandalo delle ospitate a pagamento per aiutare gli amici, ora il viaggio tropicale nell’eden di Karim Aga Khan, capo spirituale dei musulmani ismaeliti e stella del jet set. «Perché la vacanza del primo ministro è rimasta segreta?», chiede con ironia retorica Cole Burston sul quotidiano The Globe and Mail.

L’isola privata
Presto detto. In Canada vige una legge, introdotta proprio da Trudeau — il Conflict of interest act —, che vieta agli alti funzionari dello Stato di accettare passaggi aerei privati. Smentendo se stesso, Justin con famiglia e altri leader del Partito liberale ha raggiunto l’isola privata delle Bahamas a bordo di un elicottero dell’Aga Khan, amico miliardario di famiglia nonché capo di una Fondazione che dai governi canadesi negli ultimi anni (sia liberali che conservatori, a dire il vero) ha ricevuto fondi per centinaia di milioni di dollari. Per giorni l’entourage di Trudeau ha tenuta segreta la località dove aveva trascorso il Capodanno. Poi la notizia è esplosa come una bomba sui giornali. «Non ci vedo nulla di male, ma sarò lieto di rispondere a qualsiasi domanda delle autorità» ha detto, con inconsueto nervosismo, il premier venerdì dall’Ontario.

Il tour
È una delle tappe del suo tour attraverso il Canada, per il quale ha rinunciato a partecipare ad una «shooting opportunity» (tradotto, evento dove si va anche se non soprattutto per farsi fotografare) come il Word Economic Forum di Davos, oltre che all’insediamento di Donald Trump. Justin Trudeau voleva il bagno di folla. Invece, ora la Commissaria per le questioni etiche, Mary Dawson, sollecitata dal leader dell’opposizione, sta valutando se aprire un’inchiesta sui viaggi del premier oltre che sulle raccolte fondi organizzate dal suo Partito liberale. In quel caso, Trudeau è finito nel mirino per un evento difundraisinga casa di Benson Wong, presidente della Chinese Business Chamber of Commerce, cui parteciparono numerosi investitori per la non modica cifra di 1500 dollari a testa. Tra i presenti, anche il businessman Shenglin Xian che pochi mesi dopo ottenne il via libera da parte degli enti governativi alla sua banca, la Wealth One Bank of Canada.

La delusione di Jane Fonda
Come se non bastasse, si è unita al coro dei critici anche Jane Fonda, nota ambientalista. «Non innamoratevi dei liberali bellocci – ha ammonito l’attrice, indignata dall’approvazione di nuovi oleodotti –. Pensavamo tutti che fosse molto cool. Che delusione».