E' Kellie Leitch la vera risposta del Canada a Donald Trump. E forse sarà per questo motivo che la 46.enne nativa di Winnipeg, avrà vita dura nel succedere a Stephen Harper come leader del Partito Conservatore canadese.
Attraverso un articolo del Corriere Canadese si era andati alla scoperta di Kevin O'Leary, forse il candidato con maggiori possibilità, anche perché decisamente quello più ricco, di diventare il principale antagonista dell'attuale primo ministro Justin Trudeau. Alcune sue posizioni, però, a cominciare da quella relativa alla legalizzazione della marijuana, non piacciono ai conservatori canadesi. Tanto che la Leitch ha deciso di scrivere una 'lettera aperta' a Pegida Canada sottolineando i diversi nei quali il proprio programma può essere considerato quello più aderente a dei supposti e non meglio identificati 'valori canadesi'.
Una mossa forse non furbissima, visto che la Leitch è stata immediatamente attaccata (ma di questi tempi è fin troppo facile) dalla stampa 'liberal', per essere una sorta di 'ricettacolo' di simpatie fasciste ed estremiste di destra. Nulla di tutto ciò, ovviamente, corrisponde al vero, ma è certo che la Leitch rappresenti una delle pochissime voci che si siano levate, a 'nord del confine', a favore del nuovo presidente americano e contro l'accoglienza indiscriminata dei rifugiati, in particolare di quelli di fede islamica.