(foto Pablo Martinez Monsival / Associated Press) |
Trump,"cacciamo i criminali". E' 'caso Flynn', in bilico
Primo faccia a faccia Trump-Trudeau, prove di collaborazione
di Anna Lisa Rapanà
"Quello che stiamo facendo è cacciare via i criminali". Donald Trump difende così i raid delle forze dell'ordine contro immigrati illegali arrestati a centinaia in pochi giorni. Ancora una volta difende il suo operato con fermezza, affermando che sono gli americani a chiederglielo.
E' il tema caldo a Washington che squarcia inevitabilmente il clima pacato e diplomatico della conferenza stampa con il premier canadese Trudeau alla sua prima visita nella Casa Bianca di Trump. Mentre montano le tensioni anche sul 'caso Flynn' con la Casa Bianca che in serata ha confermato: il presidente sta "valutando la situazione" che riguarda il suo consigliere per la sicurezza, finito nella bufera dopo indiscrezioni di sue conversazioni con l'ambasciatore russo sulle sanzioni a Mosca. Davanti a voci sempre più insistenti che il suo posto nella West Wing è in bilico.
E' su questo sfondo che si è tenuto il primo faccia a faccia alla Casa Bianca tra Donald Trump e Justin Trudeau. I due leader trovano un terreno comune sulla creazione e la salvaguardia di posti di lavoro nel Nord America e sulla necessità di rafforzare la lotta al terrorismo. Ma sul tavolo restano i nodi dei rapporti commerciali, col presidente americano che mette in discussione il Nafta e la politica di
accoglienza dei rifugiati. Il premier canadese ha ribadito che il Canada resterà fedele ai suoi valori in tema di accoglienza dei profughi, ha però descritto con gli Usa un rapporto strettissimo, possibile grazie al "mutuo rispetto" e non ha mancato di sottolineare che no, non è venuto a Washington per "dare lezioni".
Così la visita a Washington del giovane e carismatico leader del nord si gioca su un delicato equilibrio, che trova poi una 'causa comune' immediata nel sostegno alle donne business leader con il lancio di una task force Usa-Canada volta proprio a potenziare il ruolo delle donne nel business. E con l'aiuto di Ivanka. La 'first daughter' è infatti testimonial dell'iniziativa, seduta accanto al premier canadese nella tavola rotonda che ha riunito donne manager dei due paesi.
Non si ferma nel frattempo l'acceso dibattito circa il bando sugli ingressi negli Usa di persone provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana che resta sospeso dopo che una corte d'appello federale in California ha respinto il ricorso con cui l'amministrazione Trump aveva chiesto il ripristino dell'ordine esecutivo. Resta l'ipotesi di una nuova stesura del testo, che riavvierebbe il processo scongiurando - o quanto meno interrompendo - una potenziale lunga battaglia legale diretta alla Corte Suprema dove manca ancora la conferma del nono giudice, Neil Gorsuch, indicato da Trump per ristabilire l'equilibrio dopo la scomparsa del conservatore Antonin Scalia.
Nell'occhio del ciclone adesso però c'è Flynn. Lui si è scusato con collaboratori e colleghi, in particolare per aver coinvolto il vice presidente Mike Pence e aver sviato l'attenzione dal messaggio dell'amministrazione. Dapprima Trump non si esprime, mentre Kellyanne Conway, una delle più strette collaboratrici, garantisce che il presidente ha "piena fiducia" nel suo consigliere per la sicurezza nazionale. Salvo poi essere surclassata da una nota di Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca: il presidente "sta valutando la situazione". I media non mancano di notare la discrepanza, fino a parlare di contraddizioni. Come ad avvalorare la tesi dei malumori che prendono il sopravvento nella West Wing, con indiscrezioni che segnalano tensioni tali da far ipotizzare già un 'rimpasto' possibile, e che potrebbe riguardare anche il chief of staff Rince Priebus. Considerato in principio una scelta di 'garanzia' verso il partito repubblicano, secondo alcuni osservatori potrebbe adesso rimanere vittima delle tensioni interne al più prossimo entourage del presidente. Così come Sean Spicer, la cui 'performance' non sarebbe sempre stata giudicata soddisfacente.