Viene riprodotto di seguito per intero l'articolo che Claudio Salvalaggio ha scritto per l'agenzia ANSA e dedicato alla figura di Alexandre Bissonnette, accusato della strage di Quebec City.
Canada: killer moschea 'lupo solitario' nazionalista
Noto su web per sue simpatie estremiste. Scena muta in tribunale
di Claudio Salvalaggio
Un 'lupo solitario' non
radicalizzato ma noto per le sue simpatie verso i movimenti
nazionalisti e seguace di Donald Trump e Marine Le Pen, come
risulta dal suo profilo Facebook. E' il ritratto della banalità
del male quello di Alexandre Bissonnette, 27enne studente
franco-canadese di scienze politiche alla locale università
Laval, arrestato e accusato dell'attacco alla moschea di Quebec
City, dove sono sono stati uccisi sei fedeli ed altri cinque
sono rimasti gravemente feriti.
Un "atto terroristico contro i musulmani" - come l'ha definito
subito il premier canadese Justin Trudeau - che ha suscitato
un'ondata internazionale di condanne e di solidarietà, in
particolare dal mondo cattolico. E che ha seminato paura tra il
milione di musulmani che, come molti altri immigrati e
rifugiati, avevano scelto l'ospitale Canada pensando di essere
al sicuro da xenofobia e razzismo.
Bissonnette è comparso ieri brevemente in tribunale ma, pur
agitandosi molto, non ha detto una parola, neppure di scuse. Era
stato lui, dopo la strage, a chiamare il 911 (il numero di
emergenza) per dire che voleva consegnarsi collaborando con la
polizia. Gli inquirenti sono convinti che abbia agito da solo e
che non sia in contatto con gruppi terroristi ma il movente di
tanta violenza non è ancora stato accertato. La polizia sta
scandagliando la sua vita, anche sui social network, e
ascoltando famigliari, amici, compagni di università.
Il giovane non era noto alle forze dell'ordine. Ma era ben
conosciuto dagli attivisti che monitorano i gruppi estremisti in
Quebec, ha spiegato François Deschamps, dirigente di una ong che
si occupa di rifugiati. "E' con dolore e rabbia che apprendiamo
l'identità del terrorista Alexandre Bissonnette, sfortunatamente
noto a molti attivisti in Quebec per le sue posizioni a favore
dei nazionalisti, pro Le Pen e anti femministe all'università
Laval e sui social media", ha osservato. Su Facebook aveva
espresso sostegno anche per 'Generation nationale'', un gruppo
ostile al multiculturalismo. Ma la sua simpatia più forte era
per Marine Le Pen e il suo Front National, che fa presa sulla
comunità francofona del Quebec con i suoi slogan xenofobi,
guadagnandosi l'appoggio dei suprematisti bianchi.
Un portavoce
del Front National, Alex Frederiksen, ha definito "deplorevole"
l'attacco alla moschea ma, ha precisato, "Marine le Pen non deve
scusarsi per i commenti che la gente fà sulla propria pagina di
Facebook".
In effetti Bissonette è solo uno dei tanti giovani calamitati
dalla sirena del nazionalismo di marca xenofoba, la stessa che
ha spinto alla vittoria Donald Trump in Usa. Per ora non è dato
sapere cosa l'abbia indotto a passare dalla dichiarata ostilità
per gli immigrati ad un'azione armata. Si sa però che ha
imparato ad usare le armi tra i cadetti, nella cui uniforme
appare su Fb.
Dopo lo shock per la tragedia, oggi a Quebec City è il tempo
della solidarietà. Una messa in ricordo delle vittime
dell'attentato si terra' questa sera alle 19.00 nella chiesa
Notre-Dame-de-Foy, che si trova proprio di fronte alla moschea.
Ieri la diocesi locale aveva promosso una veglia terminata con
una marcia di solidarietà alla comunità musulmana, alla quale ha
partecipato anche Trudeau: "Trentasei milioni di cuori sono
straziati insieme ai vostri", ha detto il premier canadese.