Il Canada sta abbandonando l'idea
di concludere un accordo di libero scambio con la Cina. "La
Cina del 2020 non è la Cina del 2016", ha spiegato il ministro
degli Esteri di Ottawa, Francois-Philippe Champagne, in un'intervista al quotidiano
"The Globe and Mail". Il raggiungimento di un accordo di libero
scambio con la Cina era considerata una priorità dal governo di JustinTrudeau, quando il figlio delll'ex storico premier Pierre assunse la carica nel 2015, ma i colloqui,
iniziati nel 2016, sono rimasti in stallo a partire dall'arresto, avvenuto a Vancouver nel dicembre 2018,
della direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou,
seguito da quello didue canadesida parte di Pechino pochi
giorni dopo. "Non credo ci siano le condizioni
perché queste discussioni continuino", ha detto
il ministro Champagne. (fonte AGI)
L'apertura della pagina sportiva del "Boston Globe"
Niente da fare per i Toronto Raptors, sconfitti per 92-87 dai Boston Celtics nella decisiva gara-7 delle semifinali della Eastern Conference NBA Nella 'bolla' di Orlando la partita si è snodata punto a punto sino al termine, con i Raptors, arrivati meritatamente a gara-7, opposti a dei Celtics più giovani e freschi. A Toronto, campioni in carica, rimane la magra consolazione del 7° titolo divisionale nell'Atlantic, terza consecutiva. Per i Celtics, squadra detentrice del record di anelli NBA vinti con 17 successi (l'ultimo nel 2008), si tratta della terza finale di Conference negli ultimi quattro anni.
Steve Nash, due volte eletto miglior giocatore della NBA(2005 e 2006), 18 anni nella lega con Phoenix Suns, Dallas Mavericks e Los Angeles Lakers e otto volte
scelto per l'All Star Game, è il nuovo capo-allenatore dei
Brooklyn Nets. Lo ha annunciato il general manager del team,
Sean Marks, che aveva avuto colloqui con vari candidati. "In
Steve vediamo un comunicatore e un leader che guadagnerà in
breve il rispetto di ogni giocatore", ha spiegato Marks. Nash,
che fa anche parte della Hall of Fame del basket ed è grande amico
di Alessandro Del Piero, avrà come principale assistente Jacque
Vaughn. "Sono onorato di essere stato scelto - il commento di
Nash -. Allenare è sempre stato uno dei miei obiettivi, nel
momento in cui sarebbe arrivato il momento giusto".
Nelle ultime stagioni Nash aveva avuto un ruolo tecnico e
dirigenziale all'interno della nazionale canadese di pallacanestro. Nash è infatti cittadino canadese, pur essendo nato a Johannesburg, in Sud Africa, da madre gallese e padre inglese. La sua famiglia si trasferì a Regina, nel Saskatchewan, quando aveva 18 mesi perché i suoi genitori rifiutarono le restrizioni imposte dall'apartheid.
Il 'saluto' tra Vegas e Vancouver a fine serie (foto NHL.com)
Anche quest'anno una squadra canadese non inciderà il proprio nome sulla Stanley Cup. L'ultima formazione a essere eliminata è stata quella dei Vancouver Canucks, superati in gara-7 del secondo turno dei playoff della Western Conference dai Vegas Golden Knights, una delle squadre favorite per la conquista del trofeo. La nazione che ha dato i natali alla coppa, e dove l'hockey ghiaccioè sport nazionale, rimane così a bocca asciutta per l'ennesima stagione. L'ultima franchigia 'a Nord del Confine' a conquistare la Stanley Cup è stata quella per altro più vincente, i Montreal Canadiensnel 1992-93. Da allora, nelle 26 stagioni successive (compresa questa ed escludendo quella del 2004-05, quella del 'lockout'), sono state appena cinque le squadre canadesi giunte alla finale: nel 1993-94 i Vancouver Canucks (sconfitti 4-3 dai New York Rangers), nel 2003-04 i Calgary Flames (ko per 4-3 con i Tampa Bay Lightning), nel 2005-06 gli Edmonton Oilers (superati 4-3 dai Carolina Hurricanes), nel 2006-07 gli Ottawa Senators (sconfitti 4-1 dagli Anaheim Ducks) e nel 2010-11 ancora i Vancouver Canucks (ko per 4-3 contro i Boston Bruins). La Stanley Cup rimane così una chimera per le formazioni canadesi, e addirittura le ultime nove finali, questa compresa, si sono sempre disputate tra squadre statunitensi. Uno smacco per chi dell'hockey ghiaccio ha fatto una religione.
Una coppia fuorilegge... (foto Becca Tapert/Unsplash)
I canadesi, si sa, finiscono nelle barzellette degli americani come i carabinieri in quelle degli italiani. E lo stato gestito in maniera un po' goffa dall'idolo delle teenager, Justin Trudeau, ne ha dato una volta di più conferma. Dimostrando di essere completamente alla mercé del cosiddetto 'terrorismo sanitario' prodotto dal Coronavirus, la nazione 'a Nord del Confine' ha emanato il 'suggerimento' di fare sesso sì, ma solo se si sia dotati di mascherina sul volto durante l'atto. Nulla a che vedere con la mascherina utilizzata in alcuni 'circoli per adulti' per nascondere il volto e mantenere un provvidente anonimato durante la ricerca del 'peccato', né tanto meno un articolo sadomaso legato a pratiche bondage, ma quella triste e ormai consunta consigliata, o meglio, resa obbligatoria da governi in preda al panico vero o presunto a causa della cosiddetta 'pandemia'.
"Il sesso può essere complicato in tempi di
Covid-19, soprattutto per coloro che non hanno un partner fisso
o ne hanno uno a rischio coronavirus". Parola diTheresa Tam, direttrice della Salute pubblica canadese. "L'attività sessuale
che rappresenta un rischio minore è quella che coinvolge solo
te" ha spiegato la Tam, ma chi preferisce un 'menage a deux',
"deve evitare i baci e valutare di indossare una mascherina per
coprire naso e bocca". Elogio della masturbazione quindi, o del tanto vituperato sesso a distanza attraverso cam e alchimie social varie. Ultimo atto del distanziamento sociale a tutti i costi, ennesimo sfregio al concetto di gruppo familiare, ennesima invasione di uno stato parasocialista nel vissuto intimo della persona.
Un fatto al limite dell'inverosimile è accaduto in una sala bingo dell'Ontario, testimonianza di come, anche in uno stato apparentemente civile come il Canada, la stupidità sortita dal terrore sanitario causato dal Coronavirus, abbia raggiunto vertici difficilmente immaginabili. Elaine Arbeau, 67enne di Pickering, costretta a respirare attraverso il collo a causa di una tracheostomia perché colpita da un
tumore, è stata bloccata all'ingresso di una sala bingo, riaperta a seguito del lockdownper Covid-19.
La direzione della struttura è però stata chiara: avrebbe dovuto
coprire anche quel buco sul collo per seguire le disposizioni antivirus. A quel punt la donna,
rimasta spiazzata, è andata via in lacrime. A
riportare la notizia è l'edizione online dell'emittente
televisiva canadese CTV Toronto. "Dalla direzione le è stato detto di
andarsene se non avesse coperto il buco sul collo - ha detto alla televisione il figlio, Joe Gilbert -. Lei ha spiegato che era
impossibile. E' così che respira". La donna se n'è andata via
volontariamente ed è scoppiata a piangere nel parcheggio. "Mia
madre era fuori di sé e senza parole", ha aggiunto Gilbert. Il
direttore del locale, vedendo la donna piangere, le ha proposto di
rientrare, ma a quel punto è stata lei a rifiutare. Un secondo tentativo di accesso alla sala bingo si è egualmente rivelato infruttuoso, .
"Le hanno detto
'Non può entrare qui a meno che non copra il buco sul collo',
continua il figlio. "Ma era sbagliato -
prosegue - il buco non può essere coperto perché è così che
respira, non lo fa attraverso la bocca o il naso. Se lo si
copre, si può togliere il supporto vitale". (fonte: ANSA)
Parklane Avenue, Oshawa, nei pressi di Toronto. E' questo il luogo in cui si è scatenata la furia omicida di un uomo che, gli investigatori della Durham Regional Police non lo hanno ancora confermato, dovrebbe essere tra le cinque vittime della strage. Le altre quattro sono tutte appartenenti alla stessa famiglia: si tratta di un padre, Christopher Traynor, e tre figli, di cui due maschi (Bradley e Joseph) e una femmina (Adeaide). Ferita anche la moglie Loretta, portata immediatamente in ospedale, mentre un altro figlio, Joseph, si trovava all'università. La strage è avvenuta verso l'1.20 del mattino, con le urla e gli spari (fra i 10 e i 15 colpi, secondo i testimoni) che hanno squarciato la notte della tranquilla cittadina posta a nord della Capitale della provincia dell'Ontario.