Nel cartellone 2017 uno degli appuntamenti più attesi era quello con la pianista e cantante jazz canadese Diana Krall che si esibisce questo fine settimana per presentare il suo nuovo album Turn Up the Quiet, con il quale festeggia 25 anni di carriera.
Come non capita spesso ormai agli eventi di musica jazz, Diana Krall riesce a riempire stadi e anfiteatri come l'Hollywood Bowl grazie alla sua capacità di essere raffinata e allo stesso tempo popolare nelle sue scelte di repertorio.
Vincitrice di Grammy Awards e non timorosa all'idea di mettere mano ai classici, la cantante e pianista, accompagnata dalla Los Angeles Philarmonich Orchestra e da quattro virtuosi del jazz (Anthony Wilson alla chitarra, Karriem Riggins alla batteria, Robert Hurst al basso e Stuart Duncan al violino) trasforma i successi di Cole Porter, Nat "King" Cole, Burt Bacharach e persino Bob Dylan in pezzi dal sapore più contemporaneo, adatti alla sua calda voce da contralto.
Dopo aver debuttato come autrice nel 2004 con The Girl in the Other Room, non ha più scritto canzoni. "Magari un giorno tornerò a farlo ma io non compongo - dice la Krall - potrei mai scrivere pezzi come Cole Porter? Io arrangio e concettualizzo". Nel farlo li accompagna con note personali e battute "Questo pezzo lo cantavo a diciannove anni, quando in auto attraversavo Los Angeles per andare a lezione, pettinata come David Bowie, vestita con un abito di Laura Ashley e fumando sigarette una dietro l'altra", ricorda la cantante canadese che ora di anni ne ha 52. Finge persino di scordare cosa voleva cantare o accenna, senza nominarlo al marito, Elvis Costello: "Chi ha scritto questa canzone è qui questa sera" dice, prima di cantare Almost Blue e poi, rivolta al musicista e padre dei suoi due gemelli: "Ci vediamo stanotte". Piccoli espedienti da artista navigata che fanno sentire il pubblico a casa e che regalano calore alle quasi sempre fresche notti dell'estate losangelina. (fonte: ANSA)