venerdì 23 marzo 2018

I bianchi hanno ancora privilegi, il convegno della discordia agita Toronto

La presentazione del convegno
La Ryerson University, istituto pubblico fondato nel 1948 a Toronto, è finita nell'occhio del ciclone per un convegno dal titolo piuttosto fuori luogo e testimone dell'ennesima presa di posizione 'sinistra' di un Paese che, a furia di concedere spazi a gruppi che fanno proprio il motto "la libertà mia comincia quando finisce la tua" comincia a dare segni di squilibrio. La scelta delle parole è ovviamente personale, ma il convegno "Are Canadians too polite? Addressing global perspectivies on white privilege and oppression in Canada and beyond", fa capire come il corto circuito razziale nella terra di Justin Trudeau sia già saltato, e non certo per colpa dell'alt right. 'Un mondo di neri per uomini neri', si potrebbe dire citando "The Blues Brothers", riferendosi al convegno in essere, della durata di tre giorni, perché francamente ha poco senso parlare di 'privilegi dei bianchi' o di 'oppressione' in Canada.
Del resto lo sputare sull''uomo bianco' pare essere diventato lo sport nazionale in terra canadese, basti vedere la recente uscita di Kathleen Wynne, politica dell'Ontario, sui voti espressi dai 'vecchi uomini bianchi' (parole sue).
Ecco così nascere la Federation of Black Canadians, e frasi, legittime ci mancherebbe, come quella dell'attivista nero Kevin Carter: "‘No one has the right to determine how Black people in Canada should approach their activism". Ci mancherebbe, sebbene questa isteria razziale sia la stessa che ha portato alla ricerca insensata e obsoleta di distoni storiche come l'abbattimento della statua di Cristoforo Colombo o la cancellazione di nomi che potessero ricordare il passato coloniale (un po' come se da noi venissero cancellate tutte le vie e le piazze dedicate a Giulio Cesare perché, in fin dei conti, in passato sottomise la Gallia nel sangue).
Insomma, il Black Power in Canada è più vivo che mai, alla faccia di chi cita The Rebel come segno di retrograda svolta a destra della società 'a nord del confine'.