Il Drake Hotel è stato uno dei miei primi punti di riferimento durante la mia permanenza a Toronto. Posto in Queen Street West, era proprio perpendicolare a Beaconsfield Avenue, dove vivevo ospite in un Bed & Breakfast di un'anziana coppia che, purtroppo, ora non c'è più. Erano i miei primissimi giorni a Toronto, quelli della 'scoperta', dove tutto appariva splendido, bello e tremendamente figo, i mesi in cui mi pareva di vivere in un'opera rock...
Era il 27 settembre 2009 e, sul mio antico blog dell'epoca, L'Urlo del Diavolo, scrivevo questo post:
Il fuso orario fa scherzi strani. E così non so se ho voglia di un cappuccino o di eggs & bacon, che qui fra l’altro prendono tranquillamente mischiati. E se ci fosse una pasta alle vongole? Per quella c’è Little Italy, mentre qui sono seduto in un posto veramente ‘cool’ quando è da poco trascorso il mezzogiorno. Sto parlando del Drake Hotel, in Queen Street West, una delle vie più 'trendy' della città più trendy del Canada.
Le cameriere sono tutte vestite sul ‘dark’ andante, le loro gambe affusolate sono avvolte in aderenti fusò luccicanti. Il posto è supergiovane e mi intrippa, anche nella sua parte posteriore, quella delle camere che fanno di questo ambiente un hotel, appunto. Fra i più cari della zona. Ma la colazione è molto ‘easy’ (avete visto come mi sto americanizzando in fretta nei termini?). Cameriere fighe e molto ‘amerregane’, cibo più che discreto (scelgo delle saporite ‘uova alla benedettina’), buona birra e, a quanto vedo, anche ottimi superalcolici.
Sedute al mio fianco due ‘ex fanciulle’ con cui intavolo una splendida discussione sull’Italia nel giro di cinque minuti. Squittiscono a manetta: "Lovely", "Italy is beautiful", "Ohhh, ammoure ithalliannooo...". Una fa l’infermiera, l’altra fa l’infermiera e l’agente immobiliare (!!!)... io continuo a guardare le giovanissime cameriere che, una dietro l’altra, continuano a uscire dalla cucina manco fossero duecento. Una decina diverse ne avrò però contate... quasi una per tavolo, e della mia non mi posso veramente lamentare...
Conosco anche il proprietario del Drake, Paul Shepherd Jackson da Vancouver (da Boston, ci preme a sottolineare lui), e così gli dico che scriverò un post sul locale. Perché credete altrimenti abbia fatto un articolo del genere? ;-)))