mercoledì 29 maggio 2013

Matrimonio gay, l'esempio del Canada

La notizia del tanto discusso matrimonio gay celebrato in Francia e delle sue conseguenze mi porta a fare, non dico delle riflessioni, perché a me, francamente, di quello che fa il mio prossimo frega assai poco, almeno fino a quando non viene a pestare i calli miei. Ma certo mi spinge a raccontarvi un paio di cose su come venga, nel Paese 'a nord el confine', vissuto il problema. Certo fa impressione vedere la differenza del rapporto verso l'omosessualità esistente in certa Europa (e, ovviamente, l'Italia) e la questione gay.
Il matrimonio gay in Canada è legale dal 2005. Anche prima comunque la maggioranza delle provincie canadesi autorizzavano le unioni fra persone dello stesso sesso.
Toronto è, almeno a parole, assai aperta al mondo omosessuale: il Toronto Pride che vi si tiene è uno dei gay pride  più importanti del mondo, e la questione non vale nemmeno la pena di essere dibattuta, tanto è scontata.
Sono gay l'ex sindaco della città, David Miller, eletto per due volte alla massima carica cittadina, ora ufficialmente non affiliato ad alcun partito ma uomo certamente più di sinistra che di destra; ma è gay anche George Smitherman, che la corsa alla poltrona di 'mayor' l'ha invece persa nel 2010 a favore di Rob Ford, e lui certamente di sinistra non è, essendo iscritto al partito liberale. Di più, Smitherman e il proprio compagno, anzi marito, Christopher Peloso, hanno dei figli adottati.
La differenza fra Europa e Canada (più ancora che non rispetto agli Stati Uniti), ma non solo in tema di materia di sessualità, ma anche di altre situazioni (vedi per esempio il problema dell'integrazione), è che da quelle parti il problema è molto meno politico che da noi. La sinistra non ne fa necessariamente un cavallo di battaglia perché si tratta di una questione trasversale. La destra (sempre che in Canada ne esista una) non vi si oppone strenuamente perché chi si dichiara gay non ha bisogno né di barricate né di gesti fuori dalle righe. In Canada la legge è veramente uguale per tutti, e tutti la rispettano. La certezza del diritto è la più grande arma contro ogni sopruso. Nessuno mette in discussione i diritti dei gay: ma state pur certi che nessuna manifestazione omosex travalicherà i limiti della decenza e del buon gusto, né vi si scorgeranno atti di violenza (vedi anche il recente Occupy Toronto).
Insomma, da queste (anzi, quelle, purtroppo) parti, la vita scorre senza intoppi perché chi, a Toronto, sbraiterebbe insulti in corteo, scribacchiando muri e lanciando pietre, verrebbe caricato immediatamente su di un cellulare della polizia e rispedito al mittente del Paese di provenienza. Dove regna l'ordine, prospera la libertà. Di tutti.
(foto Bordignon)