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lunedì 5 marzo 2018

Elezioni in Italia, i titoli dei giornali canadesi

Incertezza. Questo il senso del voto italiano presentato, prima degli exit poll, sui giornali canadesi. Il Toronto Star titola "Italy heads to polls in election steeped in uncertainty", sottolineando i problemi sorti durante gli scrutinii a causa delle lunghe code e delle schede prestampate con voto PD a Palermo. Lo Star, giornale notoriamente spostato a sinistra, ribadisce come l'Italia sia divisa in the blocchi: il centrodestra attorno a Silvio Berlusconi, il centrosinistra legato a Matteo Renzi e i Cinque Stelle, intesi come voto antisistema. E ancora, dimenticandosi delle violenze di strada commesse dagli 'ultrà' della Sinistra, erge a esempio della tensione montante l'atto criminoso di Luca Traini a Macerata.
Cita invece i primi exit-poll l'edizione online del Globe and Mail: "Italy heads to polls with centre-right ahead but stalemate likely", il titolo, che segna come il centrodestra sia avanti dopo i primi dati, ma la situazione rimanga sostanzialmente di stallo. Anche il Globe parla di voto 'populista' corroborato dalla crisi e dalla povertà della Penisola, definendo l'immagine di un'Italia, piaccia o meno, simile a quella di un Paese da Terzo Mondo.
Infine il Corriere Canadese, giornale in lingua italiana stampato a Toronto, curiosamente, non prende in considerazione il voto italiano. Al contrario, al centro della pagina online del quotidiano degli italocanadesi si pone l'obiettivo su chi sarà il prossimo leader del Partito Conservatore. Del Canada, ovviamente.

domenica 13 dicembre 2015

#WelcomeToCanada, trionfa l'hashtag dell'accoglienza

"Welcome to Canada", con tanto di hashtag, che trasforma il tutto in un accogliente #WelcomeToCanada. E' questo il refrain con cui politica, giornale e gran parte del pubblico liberale canadese ha deciso di accogliere il primo 'sbarco' di profughi siriani che il governo di Ottawa ha deciso di ospitare in patria.
Avanposto dei 25mila che arriveranno nel Paese'a nord del confine' entro il mese di febbraio.
Perfino il Toronto Star, autorevole giornale della metropoli dell'Ontario, ha deciso di aprire con questo titolo il proprio numero dell'edizione di ieri, con tanto di traduzione in arabo immediatamente sotto, mentre Ikea Canada ha addirittura deciso di offrire 180mila dollari caandesi di prodotti ai nuovi arrivati.
Su Twitter l'hashtag in questione ha superato nel frattempo quota 88mila 'fischiettii'.
Sulla prima pagina del quotidiano campeggia la foto di un bimbo che sventola la bandiera nazionale: "Oggi arrivano i primi 150 rifugiati - si legge, e si ribadisce -. Da parte nostra e dei canadesi vi diciamo: 'Benvenuti in Canada'".
Anche il web si è popolato di questo hashtag, utilizzato (da chi lo 'brandisce') che il Canada sia una vera terra di libertà e di trionfo dei diritti per tutti i poppoli del mondo.

venerdì 7 giugno 2013

Nicole Minetti e Silvio Berlusconi, il Toronto Sun parla di 'vero amore'

Silvio Berlusconi nuovamente protagonista sui giornali del Canada, stavolta con le sue vicende di... amore, sconfinanti in quelle processuali. Una storia, la sua, ripresa oggi dal Toronto Sun (e quotidiani 'gemelli'), nella quale però, va detto, non vengono emessi giudizi di valore, ma solo raccontata la storia, non senza un tocco di pruderie e ironia che ben si adatta a queste latitudini.
Una foto di Nicole Minetti in passerella campeggia sotto il titolo che, tradotto (più o meno), suona come "Quella che fu igienista mentale ha detto che fu 'vero amore' con Berlusconi". Ma nel pezzo si fa, ovviamente, anche riferimento alle feste di Arcore e a Ruby Rubacuori (nella foto sotto), definita "former nightclub dancer Karima El Mahroug, alias Ruby the Heartstealer".
Un mezzo sorriso, insomma, nulla di più lontano dall'acidità quasi invettiva di Rosie Di Manno, che dallo scranno del suo Toronto Star, come un Torquemada in gonnella, lanciava strali indignati verso la presunta 'indecente condotta morale' dell'allora presidente del Consiglio. Che, soprattutto se paragonato all'altrettanto presunta liaison di Rob Ford con il crack e tre spacciatori somali, assume contorni decisamente meno mortificanti.

sabato 1 giugno 2013

Rob Ford e il caso crack, niente dimissioni

Rob Ford, 44 anni, in carica dal 2010, non è mai stato un sindaco simpatico, fin dall'inizio. Indipendentemente dalle idee professate, il suo conservatorismo quasi in stile 'yankee' lo rende molto più simile a un repubblicano statunitense. Detto questo, a farlo cadere potrebbe essere lo 'scandalo crack' di cui è stato protagonista in questi giorni. Eppure, per quanto lo riguarda, il sindaco di Toronto ha già ribadito di non avere assolutamente intenzione di dimettersi. Anzi, l'uomo che ha preso il posto del 'simpatico' David Miller starebbe pensando di ricandidarsi alle prossime elezioni cittadine del 2014.
La vicenda sarebbe nata dopo che un giornalista del Toronto Star e un collega del sito statunitense Gawker avrebbero visto - ma non ottenuto - un video girato con uno smartphone da uno spacciatore somalo, in cui Ford, seduto in una stanza, pareva fumare una pipa da crack. Circostanza ovviamente negata da Ford.
Nelle ultime settimane, però, diversi collaboratori del sindaco si sono dimessi o sono stati licenziati.
Il passato di Ford certo non lo aiuta: spesso criticato perché presentatosi 'alticcio' a eventi pubblici, tanto che il suo entourage gli avrebbe consigliato di entrare in un centro di disintossicazione, nel 1999 sarebbe anche stato arrestato per guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e possesso di marijuana.
(foto Unambig.com)


sabato 18 maggio 2013

Come aprono i giornali: Toronto Star, luci su Rob Ford


La prima pagina (virtuale) del Toronto Star di oggi, sabato 18 maggio, prosegue la 'telenovela' del sindaco torontino Rob Ford, che sarebbe stato 'beccato' in un video girato clandestinamente a fumare una pipa di crack. Smentite, minacce di querele, inviti a raccontare tutta la verità. L'articolo porta la firma della 'pasionaria' dello Star, l'italocanadese Rosie DiManno, già nota per avere violentemente attaccato Silvio Berlusconi in diversi editoriali.
E poi: che fine ha fatto Laura Babcock, 23 anni, la cui ultima telefonata sarebbe stata diretta verso Dellen Millard, sospettato nell'omicidio di Tim Bosma?
Infine spazio allo sport, con la sconfitta dei Toronto Blue Jays in MLB per mano dei New York Yankees e il terribile percorso verso l'eliminazione dai playoff NHL vissuta dai giocatori dei Toronto Maple Leafs.
(foto tratta dalla home page del Toronto Star)

venerdì 17 maggio 2013

Rob Ford ha fatto 'crack'


Rob Ford che fuma crack, quasi un ossimoro per chi conosce le abitudini 'conservatrici' del sindaco di Toronto che ha sostituito quel David Miller che per sette lunghi ha retto, con atteggiamento più che liberale, le sorti della città più 'open minded' del Nord America.
La vicenda nasce da un video girato con uno smartphone da un gruppo di somali, che starebbe cercando di venderlo a giornali scandalistici a cifre altissime, un video che sarebbe stato visto da due giornalisti del Toronto Star e da un collega di Gawker.
I reporter hanno detto di aver visto il video tre volte; Ford, seduto in una stanza, sembra fumare una pipa da crack, biascicando qualche parola contro Pierre Trudeau, ex primo ministro canadese e padre dell'attuale leader del partito liberale canadese, definito un 'frocio' (fatto che invece potrebbe essere assolutamente reale, conoscendolo).
Immediata la reazione degli avocati del sindaco, 44 anni tra pochi giorni, in carica dal dicembre 2010, spesso criticato per atteggiamenti 'sopra le righe', fino all'accusa di essere stato trovato ubriaco in più di un'occasione , con tanto di richiesta di entrare in un centro di disintossicazione. Va detto che il Toronto Star non può certamente essere definito un giornale 'conservatore', ma va anche aggiunto che Ford, votato dalle periferie torontine, mentre la città è solidamente un feudo del 'laburismo' più acceso, non è mai stato amato da queste parti. Troppo 'amerikano', troppo eccessivo, troppo fieramente 'wasp' in una città aperta naturalmente alle spinte provenienti da quell'enorme percentuale di stranieri che ne costituisce il nerbo.
(foto tratta dall'home page del Toronto Star)