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domenica 22 ottobre 2017

Ceta, le critiche legate al Grana e al Parmigiano

Per il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano il Ceta "offre indubbi vantaggi ma i timori di una gestione canadese che limitasse molto i vantaggi previsti dall'aumento delle quote erano purtroppo fondati. Inoltre, il dazio del 246,5% sui formaggi UE in Canada rende economicamente inaccessibile importare caseari al di fuori delle quote". Lo afferma Stefano Berni, direttore generale del Consorzio GranaPadano, commentando i primi effetti dell'accordo Ceta, la recente intesa che regolamenta l'esportazione di beni e di servizi tra i Paesi dell'Unione Europea e il Canada.
"Le modalità con cui il Canada ha assegnato le quote aggiuntive previste dal CETA - prosegue Berni - cioé 16.000 tons suddivise annualmente per sei anni (2017/2022) quindi, al momento, 750 tons delle 2.600 annue per il 2017 e di conseguenza 5.300 tons per il 2018, non sta favorendo come avrebbe potuto e dovuto l'incremento delle esportazioni". Inoltre, "la distribuzione a pioggia ad operatori improvvisati, anziché agli storici importatori strutturati - prosegue il direttore generale del Consorzio Grana Padano - si sta rivelando un ostacolo organizzativo rilevante e potrebbe essere foriero di storture tali da essere incompatibili con le finalità e gli obiettivi del CETA. Purtroppo il Governo canadese ha ritenuto di accogliere le pressanti lamentele dei produttori di latte e dei trasformatori locali, beneficiandoli dell'attribuzione del 50% delle nuove quote e l'altro 50% è direttamente andato a distributori e dettaglianti. Quasi nulla, invece, è stato destinato agli storici importatori. Ciò potrebbe anche tradursi parzialmente in convenienti importazioni di formaggi europei di minor pregio e valore per non interferire con i formaggi canadesi che, a causa dell'alto prezzo del latte pagato alla stalla in Canada, si collocano in una fascia medio alta. Perciò o la UE trova il modo di correggere queste storture da noi previste e annunciate, o il Ceta assolverà la stessa funzione di una bellissima torta posta su un tavolo di diabetici',' conclude Berni. (fonte: ANSA)

domenica 28 febbraio 2016

Parmigiano Reggiano, debutto a Whole Foods

E' stato ribattezzato 'Parm Crack'. Undici punti vendita canadesi della catena Whole Foods hanno cominciato a tagliare altrettante forme di Parmigiano Reggiano. Oltre che in Canada, l'evento ha toccato altre nazioni di lingua inglese, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, per un totale di 438 negozi, con una simbolica forma per negozio.
"La catena Whole Foods - spiega Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - già da qualche anno organizza in collaborazione con il Consorzio questa apertura spettacolarizzata delle forme per portare l'attenzione dei propri consumatori e clienti sul tema della qualità degli alimenti".
Campagne di questo genere, prosegue Deserti, "appaiono ancora più importanti all'indomani della scoperta, avvenuta proprio sul mercato americano, da parte della Food and Drugs Administration, del cosiddetto 'parmesan americano alla segatura', con cellulosa oltre i limiti consentiti, un prodotto che nulla ha a che fare con il vero Parmigiano Reggiano". Una scoperta "di pochi giorni fa - prosegue l'esponente del consorzio - che ha riportato all'attenzione del grande pubblico quanto sia dannoso lasciare alle pure logiche di mercato la produzione dei prodotti alimentari, senza il rispetto delle più elementari regole di produzione e delle corrette indicazioni sull'origine dei prodotti. In particolare in un mercato come quello Usa in cui è in crescita sia l'attenzione da parte dei consumatori, sia la domanda dei prodotti di alta gamma, come testimonia - chiosa Deserti - il +28% di esportazioni di Parmigiano Reggiano nel 2015".

sabato 18 luglio 2015

Parmigiano Reggiano vuole raddoppiare l'export in Canada

Raddoppiare le esportazioni in Canada nei prossimi cinque anni, passando da 50mila a 100mila forme.
Questo - spiega una nota - l'obiettivo del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che al Fancy Food di New York ha raggiunto accordi con le tre principali catene distributive al dettaglio nel Paese nordamericano: Costco Canada, Loblaws e Sobey's.
"Il mercato canadese - spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - rappresenta, per importanza, il secondo mercato extra Ue dopo gli Stati Uniti, con 50mila forme, circa 2mila tonnellate, di export annuo, ed è qui che negli ultimi dieci anni si è fortemente diffusa la conoscenza del nostro prodotto". Le esportazioni "pur essendo costantemente aumentate - spiega Deserti - hanno però risentito, sino a oggi, dei limiti imposti dal regime delle quote in vigore in Canada, che impone un tetto alle importazioni di formaggi dall'Unione Europea. Ora, però, si aprono prospettive del tutto nuove, legate da una parte all'accordo sul libero scambio Ceta (siglato tra Unione Europea e Canada nel 2014) che programma per i prossimi anni la concessione di nuove quote per le importazioni di formaggi europei e, dall'altra, proprio grazie agli accordi siglati dal Consorzio a New York con le tre grandi catene canadesi". (fonte ANSA)