venerdì 31 marzo 2017

Cia-Agricoltori, Canada al quinto posto dell'export italiano

Uno dei recenti incontri fra Canada e Unione Europea
L'export agroalimentare italiano ha totalizzato nel 2016 il valore di 38,4 miliardi, con un balzo del 73% negli ultimi dieci anni. Ma su questa espansione pesa lo spettro delle barriere tariffarie, come i dazi, e quelle non tariffarie, principalmente sanitarie, che nel 2016 hanno registrato picchi, come nel caso della Turchia, superiori del 40% ai prezzi all'import.
Lo afferma Denis Pantini, responsabile area agroalimentare di Nomisma, illustrando l'impatto negativo degli ostacoli commerciali sul settore primario in occasione della Conferenza economica della Cia-Agricoltori italiani svoltasi a Bologna.
Pantini ha in particolare segnalato la quinta posizione del Canada, attualmente attestato su un impatto negativo del 15,9% sull'export made in Italy di cibo e bevande che però "con l'avvio del Ceta si ridurrà a zero". "Questo trattato di libero scambio commerciale - aggiunge Pantini - si dimostrerà senz'altro valido. Per sostenere lo sviluppo del nostro export non si può fare a meno di questo tipo di accordi soprattutto alla luce di rigurgiti protezionistici come quelli segnalati in Gran Bretagna e negli Usa".