Justin Trudeau, primo ministro del Canada, ha espresso attraverso Twitter il proprio dolore e la propria solidarietà per le 80 vittime accertate dell'attentato terroristico di Nizza, in Francia.
"I canadesi sono sconvolti dall'attacco di questa notte a Nizza - si legge nel 'tweet' - Il nostro cordoglio va alle vittime e la nostra solidarietà al popolo francese".
Si tratta, va detto, di quello stesso Trudeau che, pochi giorno dopo la propria elezione, nell'autunno dell'anno scorso, decise di ritirare i propri aerei dalla coalizione internazionale anti-Daesh (ISIS) che opera in Siria e in Irak.
Una scelta grave, simbolo di un governo che, sotto la definizione di 'progressista', nasconde quei sintomi di resa nei confronti dell'islamismo radicale. Un clamoroso passo indietro che ha portato l'impegno canadese in Medio Oriente da 6 caccia F-18, 2 aerei di sorveglianza Aurora, un velivolo per il rifornimento in volo, 2 aerei per il trasporto delle truppe e 600 uomini impegnati nella logistica nelle basi aeree del Kuwait, a un gruppo di uomini limitato a svolgere compiti umanitari e di addestramento delle milizie locali.
Se oggi Isis e Al Qaeda sono ancora forti e possono rappresentare un punto di riferimento per l'Europa, in buona parte lo si deve anche all'ignavia di politici come Trudeau, la cui forza continua a propagarsi attraverso insipidi sorrisi e demagogia 'buonista' venduta attraverso media compiacenti.