C'è fermento nel mondo del petrolio nordamericano. Le varie compagnie petrolifere sono infatti in corsa per
assicurarsi una licenza per l'esportazione del greggio statunitense,
mentre il boom dello Shale Oil sta portando a un aumento delle
scorte lungo il Golfo del Messico.
Il governo di Washington ne ha
rilasciate 103, valide entro l'ultimo anno fiscale, oltre il
doppio rispetto a quelle approvate per l'anno fiscale 2012,
secondo dati acquisiti dal Financial Times.
All'incirca una dozzina di quelle assegnate l'anno scorso sono finite al Canada, il primo gestore straniero del petrolio 'made in Usa'.
Fra i grandi produttori di greggio c'è il Texas, le cui
restrizioni per il trasporto del petrolio via mare alle
raffinerie degli Stati Uniti rendono l'esportazione verso il
Canada una buona soluzione. Tanto che le esportazioni verso questo
Paese hanno raggiunto un totale di 99mila barili al giorno in
settembre, secondo gli ultimi dati ufficiali.
Si stima però che
l'esportazione di greggio verso il Canada stia raggiungendo i
200mila barili al giorno, la cifra più alta registrata negli ultimi dieci
anni. Oltre 3,3 milioni di barili hanno lasciato il porto di
Corpus Christi, in Texas, diretti verso il Canada negli ultimi
undici mesi, fino a novembre.