Un viaggio in quattro episodi per
raccontare come, dall'Atlantico al Pacifico e fino al Mar
Glaciale Artico, la natura del Canada ha saputo piegarsi e
collaborare allo sviluppo della civiltà umana senza perdere il
suo carattere selvaggio. E' la serie Wild Canada, che Rai
Cultura propone da oggi alle 14.10 su Rai5.
Quando i primi esploratori europei arrivarono sulle coste
orientali del Canada, alla fine del XV secolo, pensarono di aver
trovato un paradiso di natura incontaminata, senza rendersi
conto di quanto i popoli nativi, le cosiddette First Nations,
avessero in realtà modificato il paesaggio nel corso dei secoli
per rendere il territorio più facile da sfruttare per la caccia
e la pesca.
Il primo episodio spiega come questi popoli abbiano
modificato il paesaggio attraverso un uso controllato del fuoco,
per contenere le foreste e favorire la diffusione delle
praterie, dove cacciare bisonti e antilocapre. Quando la pratica
degli incendi controllati cessò, l'acero, che il fuoco aveva
sempre tenuto indietro, iniziò a diffondersi su gran parte del
territorio, creando quei boschi meravigliosi, che in autunno
regalano i celeberrimi paesaggi cangianti, simbolo del Canada.
(fonte ANSA)
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domenica 26 febbraio 2017
venerdì 7 giugno 2013
Mussolini di scena a Banff, con tanto di nomination
Banff, splendido luogo amato dai naturalisti, diventa per una volta punto di riferimento per gli amanti della televisione. Nella cittadina dell'Alberta si tiene infatti il Banff World Media Festival, uno dei più importanti eventi del Nord America rivolto alle produzioni televisive a cui è abbinato anche un accreditato mercato tv che attrae produttori televisivi e broadcaster internazionali.
Al festival ogni anno concorrono oltre mille documentari da quaranta paesi del mondo. I programmi che risulteranno vincitori in ognuna delle categorie del festival concorreranno all'assegnazione del Grand Prize, che verrà consegnato nella cerimonia di gala dell'11 giugno.
E a Banff c'è anche un po' d'Italia, grazie al documentario "Mussolini, il cadavere vivente" (che sotto vi propongo per intero), un progetto di Rai Educational/Rai Storia in collaborazione con La Grande Storia di Rai3 e l'Archivio Centrale dello Stato. Il documentario ha infatti ottenuto la nomination, entrando tra i quattro finalisti nella categoria "Storia e biografie".
Trasmesso a settembre 2012 in prima serata su Rai3, l'opera ripercorre la storia della Repubblica Sociale Italiana e la vita quotidiana di Benito Mussolini e Clara Petacci, attraverso le lettere scritte dall'uomo politico e dall'amante, durante i 600 giorni di Salò, lette e interpretate in video da Michele Placido e Maya Sansa.
Al festival ogni anno concorrono oltre mille documentari da quaranta paesi del mondo. I programmi che risulteranno vincitori in ognuna delle categorie del festival concorreranno all'assegnazione del Grand Prize, che verrà consegnato nella cerimonia di gala dell'11 giugno.
E a Banff c'è anche un po' d'Italia, grazie al documentario "Mussolini, il cadavere vivente" (che sotto vi propongo per intero), un progetto di Rai Educational/Rai Storia in collaborazione con La Grande Storia di Rai3 e l'Archivio Centrale dello Stato. Il documentario ha infatti ottenuto la nomination, entrando tra i quattro finalisti nella categoria "Storia e biografie".
Trasmesso a settembre 2012 in prima serata su Rai3, l'opera ripercorre la storia della Repubblica Sociale Italiana e la vita quotidiana di Benito Mussolini e Clara Petacci, attraverso le lettere scritte dall'uomo politico e dall'amante, durante i 600 giorni di Salò, lette e interpretate in video da Michele Placido e Maya Sansa.
lunedì 3 giugno 2013
Lavorare in Canada, fra speranza e necessità: "Good Time for a Change"
"Quant'è bella l'Italia"... comincia così il documentario dal titolo "Good Time for a Change", un interessante viaggio nel mondo dell'emigrazione... obbligata e diretta verso Toronto.
E' l'idea, o meglio, la necessità prospettata da Danilo Melideo, giovane videomaker abruzzese. Laureato in comunicazione, 33 anni, ha raccontato la propria esperienza.
E allora dove emigrare? Seguendo magari il consiglio della nonna: "E va allu Canadà! Ci stanno tutti e tre i miei fratelli!".
Il "Prologo" del documentario comincia così, ma il problema, va detto, è stato 'farlo' 'sto documentario. Un'impresa quasi eroica. Leggo in una intervista rilasciata dallo stesso Melideo: "Il web 2.0 offre la possibilità di raccogliere fondi tramite crowdfunding, il che è fondamentale per progetti nati dal basso come il nostro. Inoltre, insieme ai miei collaboratori in Italia e in Canada siamo alla ricerca di aziende ed enti che vogliano sponsorizzare o patrocinare il progetto. Il tema trattato è di grande interesse, e già in questa fase di pre-produzione abbiamo ricevuto più di una richiesta di distribuzione del documentario, una volta ultimato".
Una volta messa in movimento la macchina produttiva, allora il documentario si potrà anche finire, girandolo da Toronto, cercando di capire se, alla fine, sia valsa la pena lasciare quella "bella Italia" per varcare l'oceano. Tanti, forse, sanno già la risposta senza bisogno di vedere il documentario...
PS: che dite, gliela facciamo una telefonata a Melideo per sapere come vanno le cose?
(foto trattta dal film "Goood Time for a Change")
E' l'idea, o meglio, la necessità prospettata da Danilo Melideo, giovane videomaker abruzzese. Laureato in comunicazione, 33 anni, ha raccontato la propria esperienza.
E allora dove emigrare? Seguendo magari il consiglio della nonna: "E va allu Canadà! Ci stanno tutti e tre i miei fratelli!".
Il "Prologo" del documentario comincia così, ma il problema, va detto, è stato 'farlo' 'sto documentario. Un'impresa quasi eroica. Leggo in una intervista rilasciata dallo stesso Melideo: "Il web 2.0 offre la possibilità di raccogliere fondi tramite crowdfunding, il che è fondamentale per progetti nati dal basso come il nostro. Inoltre, insieme ai miei collaboratori in Italia e in Canada siamo alla ricerca di aziende ed enti che vogliano sponsorizzare o patrocinare il progetto. Il tema trattato è di grande interesse, e già in questa fase di pre-produzione abbiamo ricevuto più di una richiesta di distribuzione del documentario, una volta ultimato".
Una volta messa in movimento la macchina produttiva, allora il documentario si potrà anche finire, girandolo da Toronto, cercando di capire se, alla fine, sia valsa la pena lasciare quella "bella Italia" per varcare l'oceano. Tanti, forse, sanno già la risposta senza bisogno di vedere il documentario...
PS: che dite, gliela facciamo una telefonata a Melideo per sapere come vanno le cose?
(foto trattta dal film "Goood Time for a Change")
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