Il premio che porta il nome del grande Mark Messier viene dato al giocatore che più di altri manifesta la leadership della propria squadra, dentro e fuori dal ghiaccio. E Daniel Alfredsson è una sorta di Franco Baresi dell'hockey. Con i pattini quasi sul chiodo già due anni fa, è rimasto a fare da chioccia a una squadra giovanissima, trascinandola a due qualificazioni alla post-season di fila, la seconda ancora più improbabile della prima, a causa dei tantissimi infortuni che hanno riportato Alfredsson, che pareva relegato al ruolo di comprimario, nuovamente sulla ribalta dei trascinatori.
E questa è più o meno la spiegazione che sta dietro alla vittoria di MacLean, che ha preceduto Joel Quenneville (Chicago Blackhawks) e Bruce Boudreau (Anaheim Ducks). "Don't Mess with the Walrus", era scritto sulle magliette in risposta all'insulto gratuito arrivato dallo spogliatoio dei Montreal Canadiens dopo una durissima gara-1 nella 'serie derby' fra Ottawa e Montreal, vinta poi dai Senators per 4-1. 'Grasso tricheco', lo avevano chiamato, per via dei suoi bei baffoni divertenti. "Tricheco forse, ma grasso no" aveva replicato ironicamente MacLean. Ma la risposta vera, come sempre, era arrivata dal ghiaccio. E ora è arrivato anche il premio. Go Sens Go!