sabato 31 ottobre 2020

Coronavirus, 10mila morti in Canada

Il Canada, in piena seconda ondata di Coronavirus, ha superato la soglia dei 10.000 morti, secondo i dati diffusi da diversi canali televisivi.
Più del 90% dei decessi sono stati registrati nelle due maggiori province del Paese, Ontario e, soprattutto, Quebec.
I casi di Covid-19 sono 222.670 secondo quanto riportano CBC/Radio-Canada e CTV.
Il primo ministro, Justin Trudeau, ha riconosciuto in una conferenza stampa come la popolazione stia avvertendo stanchezza e disagio dovuti al rapido aumento dei contagi e all'inasprimento delle misure per frenare la diffusione della pandemia. "Non sarà facile", ha avvertito. "Il Natale sta arrivando. Probabilmente in diverse parti del Paese non riusciremo a stare insieme alle nostre famiglie, anche se nelle settimane a venire saremo molto attenti. Dobbiamo fare la nostra parte", ha esortato Trudeau. "e se facciamo del nostro meglio, saremo in grado di superare questo terribile momento", ha concluso. (fonte: AGI-AFP)

sabato 19 settembre 2020

Frana l'accordo di libero scambio con la Cina

La prima pagina del "The Globe and Mail"
Il Canada sta abbandonando l'idea di concludere un accordo di libero scambio con la Cina. "La Cina del 2020 non è la Cina del 2016", ha spiegato il ministro degli Esteri di Ottawa, Francois-Philippe Champagne, in un'intervista al quotidiano "The Globe and Mail".
Il raggiungimento di un accordo di libero scambio con la Cina era considerata una priorità dal governo di JustinTrudeau, quando il figlio delll'ex storico premier Pierre assunse la carica nel 2015, ma i colloqui, iniziati nel 2016, sono rimasti in stallo a partire dall'arresto, avvenuto a Vancouver nel dicembre 2018, della direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou, seguito da quello di due canadesi da parte di Pechino pochi giorni dopo. "Non credo ci siano le condizioni perché queste discussioni continuino", ha detto il ministro Champagne. (fonte AGI)

L'incipit dell'articolo del quotidiano canadese

sabato 12 settembre 2020

NBA playoff 2020: Boston vince gara-7, Toronto eliminata

L'apertura della pagina sportiva del "Boston Globe"
Niente da fare per i Toronto Raptors, sconfitti per 92-87 dai Boston Celtics nella decisiva gara-7 delle semifinali della Eastern Conference NBA
Nella 'bolla' di Orlando la partita si è snodata punto a punto sino al termine, con i Raptors, arrivati meritatamente a gara-7, opposti a dei Celtics più giovani e freschi.
A Toronto, campioni in carica, rimane la magra consolazione del 7° titolo divisionale nell'Atlantic, terza consecutiva.
Per i Celtics, squadra detentrice del record di anelli NBA vinti con 17 successi (l'ultimo nel 2008), si tratta della terza finale di Conference negli ultimi quattro anni.

domenica 6 settembre 2020

Steve Nash nuovo allenatore dei Brooklyn Nets

Steve Nash nella foto del sito dei Brooklyn Nets
Steve Nash
, due volte eletto miglior giocatore della NBA (2005 e 2006), 18 anni nella lega con Phoenix Suns, Dallas Mavericks e Los Angeles Lakers e otto volte scelto per l'All Star Game, è il nuovo capo-allenatore dei Brooklyn Nets. Lo ha annunciato il general manager del team, Sean Marks, che aveva avuto colloqui con vari candidati. "In Steve vediamo un comunicatore e un leader che guadagnerà in breve il rispetto di ogni giocatore", ha spiegato Marks.
Nash, che fa anche parte della Hall of Fame del basket ed è grande amico di Alessandro Del Piero, avrà come principale assistente Jacque Vaughn. "Sono onorato di essere stato scelto - il commento di Nash -. Allenare è sempre stato uno dei miei obiettivi, nel momento in cui sarebbe arrivato il momento giusto".
Nelle ultime stagioni Nash aveva avuto un ruolo tecnico e dirigenziale all'interno della nazionale canadese di pallacanestro. Nash è infatti cittadino canadese, pur essendo nato a Johannesburg, in Sud Africa, da madre gallese e padre inglese. La sua famiglia si trasferì a Regina, nel Saskatchewan, quando aveva 18 mesi perché i suoi genitori rifiutarono le restrizioni imposte dall'apartheid.

Stanley Cup 2020, Canada ancora una volta senza coppa

Il 'saluto' tra Vegas e Vancouver a fine serie (foto NHL.com)
Anche quest'anno una squadra canadese non inciderà il proprio nome sulla Stanley Cup. L'ultima formazione a essere eliminata è stata quella dei Vancouver Canucks, superati in gara-7 del secondo turno dei playoff della Western Conference dai Vegas Golden Knights, una delle squadre favorite per la conquista del trofeo.
La nazione che ha dato i natali alla coppa, e dove l'hockey ghiaccio è sport nazionale, rimane così a bocca asciutta per l'ennesima stagione. L'ultima franchigia 'a Nord del Confine' a conquistare la Stanley Cup è stata quella per altro più vincente, i Montreal Canadiens nel 1992-93.
Da allora, nelle 26 stagioni successive (compresa questa ed escludendo quella del 2004-05, quella del 'lockout'), sono state appena cinque le squadre canadesi giunte alla finale: nel 1993-94 i Vancouver Canucks (sconfitti 4-3 dai New York Rangers), nel 2003-04 i Calgary Flames (ko per 4-3 con i Tampa Bay Lightning), nel 2005-06 gli Edmonton Oilers (superati 4-3 dai Carolina Hurricanes), nel 2006-07 gli Ottawa Senators (sconfitti 4-1 dagli Anaheim Ducks) e nel 2010-11 ancora i Vancouver Canucks (ko per 4-3 contro i Boston Bruins).
La Stanley Cup rimane così una chimera per le formazioni canadesi, e addirittura le ultime nove finali, questa compresa, si sono sempre disputate tra squadre statunitensi. Uno smacco per chi dell'hockey ghiaccio ha fatto una religione.

sabato 5 settembre 2020

Isteria da contagio in Canada: "Meglio masturbarsi che fare l'amore in due"

Una coppia fuorilegge... (foto Becca Tapert/Unsplash)
I canadesi, si sa, finiscono nelle barzellette degli americani come i carabinieri in quelle degli italiani. E lo stato gestito in maniera un po' goffa dall'idolo delle teenager, Justin Trudeau, ne ha dato una volta di più conferma. Dimostrando di essere completamente alla mercé del cosiddetto 'terrorismo sanitario' prodotto dal Coronavirus, la nazione 'a Nord del Confine' ha emanato il 'suggerimento' di fare sesso sì, ma solo se si sia dotati di mascherina sul volto durante l'atto.
Nulla a che vedere con la mascherina utilizzata in alcuni 'circoli per adulti' per nascondere il volto e mantenere un provvidente anonimato durante la ricerca del 'peccato', né tanto meno un articolo sadomaso legato a pratiche bondage, ma quella triste e ormai consunta consigliata, o meglio, resa obbligatoria da governi in preda al panico vero o presunto a causa della cosiddetta 'pandemia'.
"Il sesso può essere complicato in tempi di Covid-19, soprattutto per coloro che non hanno un partner fisso o ne hanno uno a rischio coronavirus". Parola di Theresa Tam, direttrice della Salute pubblica canadese. "L'attività sessuale che rappresenta un rischio minore è quella che coinvolge solo te" ha spiegato la Tam, ma chi preferisce un 'menage a deux', "deve evitare i baci e valutare di indossare una mascherina per coprire naso e bocca".
Elogio della masturbazione quindi, o del tanto vituperato sesso a distanza attraverso cam e alchimie social varie. Ultimo atto del distanziamento sociale a tutti i costi, ennesimo sfregio al concetto di gruppo familiare, ennesima invasione di uno stato parasocialista nel vissuto intimo della persona.

La dittatura sanitaria contagia anche il Canada

La reazione 'social' del figlio di Elaine Arbeau
Un fatto al limite dell'inverosimile è accaduto in una sala bingo dell'Ontario, testimonianza di come, anche in uno stato apparentemente civile come il Canada, la stupidità sortita dal terrore sanitario causato dal Coronavirus, abbia raggiunto vertici difficilmente immaginabili.
Elaine Arbeau, 67enne di Pickering, costretta a respirare attraverso il collo a causa di una tracheostomia  perché colpita da un tumore, è stata bloccata all'ingresso di una sala bingo, riaperta a seguito del lockdown per Covid-19. La direzione della struttura è però stata chiara: avrebbe dovuto coprire anche quel buco sul collo per seguire le disposizioni antivirus. A quel punt la donna, rimasta spiazzata, è andata via in lacrime. A riportare la notizia è l'edizione online dell'emittente televisiva canadese CTV Toronto. "Dalla direzione le è stato detto di andarsene se non avesse coperto il buco sul collo - ha detto alla televisione il figlio, Joe Gilbert -. Lei ha spiegato che era impossibile. E' così che respira". La donna se n'è andata via volontariamente ed è scoppiata a piangere nel parcheggio.
"Mia madre era fuori di sé e senza parole", ha aggiunto Gilbert. Il direttore del locale, vedendo la donna piangere, le ha proposto di rientrare, ma a quel punto è stata lei a rifiutare. Un secondo tentativo di accesso alla sala bingo si è egualmente rivelato infruttuoso, .
"Le hanno detto 'Non può entrare qui a meno che non copra il buco sul collo', continua il figlio. "Ma era sbagliato - prosegue - il buco non può essere coperto perché è così che respira, non lo fa attraverso la bocca o il naso. Se lo si copre, si può togliere il supporto vitale". (fonte: ANSA)

Strage a nord di Toronto, famiglia sterminata

La prima pagina del "Toronto Sun"
Parklane Avenue, Oshawa, nei pressi di Toronto. E' questo il luogo in cui si è scatenata la furia omicida di un uomo che, gli investigatori della Durham Regional Police non lo hanno ancora confermato, dovrebbe essere tra le cinque vittime della strage. Le altre quattro sono tutte appartenenti alla stessa famiglia: si tratta di un padre, Christopher Traynor, e tre figli, di cui due maschi (Bradley e Joseph) e una femmina (Adeaide). Ferita anche la moglie Loretta, portata immediatamente in ospedale, mentre un altro figlio, Joseph, si trovava all'università.
La strage è avvenuta verso l'1.20 del mattino, con le urla e gli spari (fra i 10 e i 15 colpi, secondo i testimoni) che hanno squarciato la notte della tranquilla cittadina posta a nord della Capitale della provincia dell'Ontario.

martedì 21 aprile 2020

Coronavirus: Trudeau "La direzione è giusta"

Justin Trudeau parla dal proprio profilo Twitter
Il Coronavirus rallenta in Canada, sia relativamente al ritmo dei contagi che a quello delle vittime, che hanno rispettivamente raggiunto 37.658 e 1.727.
Per la prima volta dall'inizio della crisi, il primo ministro Justin Trudeau si è mostrato ottimista: l'andamento, ha detto, va "nella direzione giusta". Ma se le misure di contenimento "stanno funzionando - ha aggiunto - dobbiamo continuare a fare quello che stiamo facendo". Continuare con il 'lockdown' rimane quindi la politica del governo di Ottawa. (fonte: AGI)

Orrore a Montreal, anziani abbandonati a se stessi

Le RSA sono nell'occhio del ciclone non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. Come nel caso del 'civilissimo' Canada.
Anziani abbandonati e affamati, alcuni trovati in mezzo ai propri escrementi, altri morti senza che nessuno se ne accorgesse, in totale 31 vittime di Coronavirus in poche settimane: è quanto emerso nella casa di riposo privata Herron, posta alla periferia di Montreal, dove gli ospiti sono stati lasciati soli quando, all'esplodere dell'epidemia, lo staff è letteralmente fuggito.
Il caso ha acceso i riflettori sulla situazione nelle residenze per anziani in Canada, dove si sono verificate la metà delle morti per Coronavirus in terra canadese, abbondantemente oltre il migliaio.
Le autorità sanitarie del Quebec sono state chiamate alla residenza dopo che la maggior parte del personale l'aveva abbandonata, trovando una situazione drammatica: erano rimaste due infermiere per 130 ospiti, gli anziani erano disidratati e senza cibo da giorni, alcuni coperti dai propri escrementi, altri erano caduti a terra, incapaci di rialzarsi.
I media hanno poi rivelato che il proprietario della Herron era stato in passato condannato per evasione fiscale, frode e traffico di droga. Ora contro di lui è stata lanciata una causa collettiva da cinque milioni di dollari. (fonte: ANSA)

lunedì 20 aprile 2020

Strage in Nuova Scozia, 17 persone uccise da un folle

Strage a Portapique, città canadese della Nuova Scozia, situata sulla costa atlantica. Un uomo vestito da poliziotto ha ucciso 17 persone, fra le quali un agente di polizia (appartenente al corpo dei 'mountie', le note 'giubbe rosse' canadesi), in una sparatoria durata diverse ore.
Secondo quanto riportano gli organi di stampa locali, l'omicida è stato poi catturato dalla polizia. L'autore è stato identificato come Gabriel Wortman, 51 anni. L'agente ucciso è la 23.enne Heidi Stevenson, madre di due figli.
I 17 morti di Portapique superano nel numero il massacro del 1989 al Politecnico di Montreal, che vide la morte di 14 persone.

lunedì 2 marzo 2020

Greta stuprata, adesivo shock di compagnia canadese

L'adesivo esplicito dedicato a Greta Thunberg
Ha destato scalpore l'adesivo realizzato da una compagnia petrolifera canadese, la X-Site, per i suoi dipendenti, in cui viene mostrato un disegno di Greta Thunberg in cui la 17.enne svedese viene 'presa' per le trecce, nuda, e, si può facilmente supporre, 'usata sessualmente'. Sotto l'immagine, il logo dell'azienda. L'azienda, con sede nell'Alberta, voleva attaccare l'adesivo ai cappellini dei propri dipendenti.
L'attivista canadese che per prima ha denunciato l'episodio, Michelle Narang, intervistata dall'Huffington Post, ha raccontato che quando ne avrebbe chiesto conto al general manager della X-Site, Doug Sparrow, questo si sarebbe limitato a rispondere che "a 17 anni, Thunberg non è più una bambina".

sabato 11 gennaio 2020

Justin Bieber confessa: "Ho la malattia di Lyme"

La rivelazione di Bieber su Instagram
Justin Bieber, 25enne cantante canadese originario di London, ha confessato attraverso i 'social' di soffrire della malattia di Lyme. "Molte persone continuavano a dire che ero sotto metanfetamine, ma non si sono rese conto che recentemente mi è stata diagnosticata la malattia di Lyme, e anche una mononucleosi cronica che ha colpito la mia pelle, le funzioni del cervello e la mia salute in generale", ha scritto in un lungo messaggio su Instagram.
Ai suoi 124 milioni di follower Bieber ha comunque promesso che tornerà "più in forma di prima". Con grande acume, la popstar sfrutterà la propria malattia per fare audience, in un documentario che uscirà prossimamente su YouTube.
La malattia di Lyme è un'infezione trasmessa dalle zecche. Fu identificata nel 1976 in occasione di un'epidemia scoppiata nella piccola cittadina di Lyme, nel Connecticut, da cui prese il nome. L'infezione viene provocata da un batterio spiraliforme, Borrelia burgdorferi, solitamente trasmesso all'uomo dalle zecche dei cervi e, nella maggior parte dei casi, si acquisisce stando all'aperto in aree boscose.

venerdì 10 gennaio 2020

Aereo caduto, le vittime canadesi erano tutte di origine iraniana

Gli iraniani di Vancouver piangono le proprie vittime
L'argomento, di questi tempi, è spinoso, ma è giusto affrontarlo anche per spiegare i motivi che avrebbero portato 63 cittadini canadesi in Iran per le feste natalizie. L'aereo caduto poco fuori Teheran, colpito per errore da un missile terra-aria, con 176 persone a bordo, aveva a bordo infatti 82 cittadini iraniani, 63 canadesi, 11 ucraini, 10 svedesi, quattro afgani, tre tedeschi e tre britannici.
A parte però una famiglia di chiara origine svedese (il cognome Lindberg non dà adito a mistificazioni) e i cognomi di evidente natura ucraino-russa, la lista passeggeri fornita dalla linea aerea UAI non presenta alcun nome di origine anglofona o germanica. Non ci sono Gruber o Williams, né tanto meno nomi di battesimo come Sieglinde, Ingemar o Reinhold, oppure Sean, Elizabeth ed Henry.
Insomma, non c'erano cittadini canadesi e tedeschi 'originali' a bordo, bensì rappresentanti delle nuove etnie emigrate in Canada e Germania, definibili quindi canadesi e tedeschi come passaporto ma non di nascita (nel caso dei 'canadesi', vengono definiti "iranian-canadian" o "persian canadian").
La presenza di iraniani in Canada è del resto molto importante e, spesso, assai qualificata nelle mansioni. Al contrario dell'Italia, dove l'immigrazione straniera è spesso foriera di manovalanza criminale e di basso spessore, il Canada può permettersi il lusso di 'scremare' i propri ingressi, favorito dai propri confini naturali. In particolare gli iraniani rappresentano spesso una presenza di alto livello culturale e sociale. Dei 63 iraniani morti 'collegabili' al Canada, 31 provenivano in particolare dalla provincia dell'Alberta, 12 dalla British Columbia.
Secondo le statistiche raccolte nel 2016, i canadesi di origine iraniana sono 210mila, residenti in particolare a Toronto (97.110), Vancouver (46.255) e Montreal (23.410).
Questo ragionamento, condotto sul filo del rasoio, spiega però il perché 63 'canadesi' si fossero recati in gennaio in terra iraniana: erano molto probabilmente tornati a casa propria in occasione delle feste.

Aereo caduto, Trudeau: "E' stato un missile iraniano"

Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha affermato come le prove raccolte suggeriscano il volo PS752 della Ukrainian International Airlines, precipitato fuori Teheran, sia stato abbattuto per errore da un missile antiaereo iraniano.
Lo riferisce l'emittente CBC, ricordando che tutti i passeggeri a bordo sono rimasti uccisi, 176 persone, fra cui 63 canadesi.
"Abbiamo informazioni provenienti da più fonti, compresi i nostri alleati e la nostra stessa intelligence. Le prove indicano che l'aereo è stato abbattuto da un missile terra-aria iraniano", ha detto il premier durante una conferenza stampa a Ottawa, aggiungendo che potrebbe essere stato un atto involontario. "La notizia arriverà senza dubbio come un ulteriore shock per le famiglie che stanno già soffrendo di fronte a questa indicibile tragedia", ha sottolineato Trudeau.
Insieme agli agenti di Washington, Baghdad e Ottawa, anche una fonte del Pentagono citata da Newsweek sostiene che l'aereo sia stato colpito da un missile terra-aria Tor M-1 di fabbricazione russa, noto presso la Nato come SA-15 Gauntlet. La batteria anti-aerea iraniana era in allerta per possibili risposte ai raid appena compiuti contro gli obiettivi americani. Fonti della CBS riferiscono inoltre che l'intelligence americana avrebbe intercettato segnali di due missili lanciati dagli iraniani, seguiti poco dopo da un'esplosione.

Aereo caduto, Canada e Svezia presenti nelle indagini

Un'immagine del disastro (foto ilmessaggero.it)
Le autorità canadesi e svedesi sono state invitate a cooperare nelle indagini sull'incidente aereo avvenuto a Teheran, dove un Boeing 737 della Ukrainian International Airlines (UAI) è precipitato uccidendo 176 persone, fra cui 63 canadesi e 10 svedesi.
Lo ha reso noto l'organizzazione per l'aviazione civile iraniana in un comunicato, la quale ha fatto sapere che si è già tenuto il primo incontro fra esperti iraniani e ucraini, arrivati a Teheran per indagare sulle cause del disastro. (fonte AGI)

giovedì 9 gennaio 2020

Aereo caduto, il Canada ha chiesto l'assistenza dell'Italia

Il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo canadese, Francois-Philippe Champagne. Lo riferisce la Farnesina in una nota. A seguito del disastro aereo del volo PS752, costato la vita a 63 cittadini canadesi e, dato che il Canada non ha una rappresentanza diplomatica a Teheran, il ministro Champagne ha chiesto l'assistenza dell'Italia per la protezione degli interessi canadesi e la facilitazione delle attività di assistenza consolare in Iran.
Nell'assicurare ogni assistenza e sostegno da parte italiana il ministro Di Maio ha espresso al suo omologo il suo profondo cordoglio e la vicinanza dell'Italia alle famiglie delle vittime del disastro. (fonte AGI)

Aereo caduto, Trudeau sente Johnson

Un'immagine dell'aereo caduto (foto Corriere.it)
Il primo ministro canadese, JustinTrudeau, ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro britannico Boris Johnson, relativamente all'aereo caduto in Iran e che ha provocato 176 vittime.
Trudeau e Johnson - riferisce una nota del governo di Ottawa - hanno espresso "profonda tristezza e sincere condoglianze per la perdita di vite umane nel tragico incidente aereo in Iran", incluse le perdite di cittadini canadesi e britannici.
I due leader hanno discusso della situazione in Iraq e hanno sottolineato che una fase di distensione "è fondamentale", oltre a rimarcare il "prezioso ruolo della coalizione nella lotta contro lo Stato islamico e l'importanza della missione NATO nel costruire la capacità di sicurezza in Iraq".
I primi ministri hanno poi parlato "dell'importanza della non proliferazione nucleare e della stabilità nella Regione" per poi concordare sulla necessità di "lavorare insieme e con altri partner internazionali per ridurre le tensioni in Medio Oriente". (fonte Agenzia Nova)

sabato 4 gennaio 2020

Bagno nel Lago Ontario, i coraggiosi del Polar Bears Dip

Anche in Canada la moda del bagno all'aperto il primo giorno dell'anno è diventata una sfida popolare, tanto più 'sfida' viste le proibitive condizioni climatiche che vive in inverno il paese 'a Nord del Confine'.
Così, un gruppo di coraggiosi ha deciso di immergersi nel Lago Ontario, nelle acque del Bronte Beach Park di Oakville, per quello che viene chiamato New Year's Courage Polar Bears Dip, evento che ha anche contribuito a raccogliere una forte somma in beneficenza.

giovedì 2 gennaio 2020

Ospedali in Ontario, maltrattamenti e carenze

Gli ospedali dell'Ontario, forse la più importante provincia canadese, non sono poi così perfetti come si potrebbe pensare dall'altra parte dell'oceano: uno studio dell'Ontario Auditor General Office ha infatti mostrato che ben il 6% dei pazienti ricoverati in istituti della regione con Toronto capitale, hanno subito maltrattamenti di vario genere.
Del milione di pazienti ricoverati in Ontario, ben 67mila risultano alle prese con carenze di vario genere. Nel dettaglio, per esempio, molti infermieri licenziati per incompetenza da alcuni istituti, hanno presto trovato lavoro altrove, e le problematiche riguardano argomenti noti anche dalle notre parti, come la pulizia o la trasmissione indebita di infezioni ai malati.
Notevoli anche le problematiche del cibo servito, sia nella gestione del paziente con difficoltà, che talvolta addirittura servito con del cibo inadatto alla sua condizione sanitaria.

Principe Andrea, le associazioni canadesi tagliano i ponti

Sarah Ferguson e il principe Andrea
E' un Canada che si slega sempre di più dalla figura del Principe Andrea, duca di York, quello che va a cominciare il 2020. Il nobile figlio della Regina Elisabetta, peraltro regnante anche dell'immensa nazione canadese, è rmasto pesantemente coinvolto nello scandalo suscitato dalla figura di Jeffrey Epstein, e lui stesso avrebbe compiuto azioni sessuali con minorenni.
L'associazionismo canadese avrebbe così cominciato a slegarsi dal 'patronaggio' di Andrea, come nel caso della SickKids Foundation e della Canada's Rideau Hall Foundation. Lo stesso principe, del resto, era più o meno stato costretto a ritirarsi da ogni attività pubblica dalla stessa regina, amatissima in Canada.

Cani e gatti in Canada, nel 2019 si chiamano Kawhi e Leonard

Kawhi Leonard in maglia Raptors
E' Finn il nome più comune utilizzato dai canadesi per battezzare i propri cuccioli di cane, mentre Seth viene utilizzato per i gattini.
Attori, cantanti e personaggi televisivi sono i grandi protagonisti delle scelte operate nella 'nomina' dei migliori (o quasi) amici dell'uomo: Finn deriva infatti da Finn Wolfhard, attore della serie Netflix "Stranger Things", mentre Seth si ispira a Seth Rogan, attore protagonista della pubblicità del trasporto pubblico di Vancouver.
Drake (noto rapper canadese), Kawhi e Leonard (questi ultimi due nome e cognome del grande trascinatore dei Toronto Raptors campioni NBA la scorsa stagione) sono altri tre nomi gettonatissimi, così come i nomi fittizi dei protagonisti del "Trono di Spade". Infine, curiosità, anche la legalizzazione della cannabis ha prodotto degli effetti: Mary Jane (nome gergale della marijuana e Stoney sono state fra le scelte principali di questo 2019 appena concluso.