Ralenis Tovar, la giudice venezuelana che
firmò il mandato di arresto contro il leader oppositore Leopoldo
Lopez - che attualmente sconta agli arresti domiciliari una
condanna a 14 anni di carcere - ha ammesso di averlo fatto sotto
minaccia e si è rifugiata in Canada, dove ha chiesto l'asilo
politico.
In un'intervista al quotidiano canadese Globe & Mail, ripresa
dalla stampa di Caracas, la 43enne venezuelana ha spiegato che
prese la decisione di esiliarsi nel luglio scorso, quando un
altro magistrato implicato nel processo contro Lopez è stato
ucciso in circostanze misteriose.
"Nelson Moncada è stato trovato morto e anche lui era
coinvolto nel caso Lopez. Ho pensato che doveva essere il
governo che intendeva disfarsi in un modo o l'altro di chiunque
avesse a che fare con la faccenda", ha detto la Tovar.
Nell'intervista, la giudice ha raccontato come nel febbraio
del 2014, mentre stava tornando a casa, il presidente del
Tribunale Supremo di Giustizia (Tsj) le telefonò per dirle
di tornare subito in ufficio.
Una volta tornata in tribunale è stata accolta da quattro pm
che le hanno consegnato tre mandati di arresto da firmare, uno
dei quali era per Lopez. "Sono rimasta di pietra, perché sapevo
quale era il vero motivo di quel mandato, che era di silenziare
un leader politico che rappresentava un ostacolo per il
presidente Nicolas Maduro", ha detto il magistrato.
Dopo aver firmato il mandato - i pm minacciavano di farle
fare la fine di Maria Lourdes Afiuni, una giudice arrestata su
ordine di Hugo Chavez e poi violentata in carcere - la Rovar è
stata messa sotto controllo della polizia politica di Caracas,
pedinata e con il telefono intercettato. (fonte: ANSA)