Il governo del Canada si scuserà
ufficialmente con i migliaia di canadesi della comunità Lgbt discriminati in passato nelle forze armate e nel servizio
pubblico a causa della loro sessualità.
Le scuse formali
dovrebbero arrivare questo autunno e fanno seguito all'annuncio
di una class action da parte di ex personale sia appunto
dell'ambiente militare che del servizio pubblico cacciato via
perché omosessuale.
Quelle che sono state definite delle vere e proprie ferite
secondo la stampa canadese, furono commesse dal governo federale
in un arco di tempo durato trent'anni e iniziato durante la
guerra fredda.
"Siamo intenzionati a scusarci in modo significativo ed
inclusivo prima della fine del 2017" - ha detto Randy
Boissonnault, consigliere speciale del primo ministro Justin
Trudeau per gli affari Lgbt.
Il governo sta anche valutando se con le scuse ci sia anche
un compenso. La class action ha richiesto un risarcimento di
almeno 600 milioni di dollari. L'omosessualità è stata
depenalizzata in Canada nel 1969. (fonte: ANSA)
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sabato 20 maggio 2017
venerdì 10 marzo 2017
8 marzo, dal Canada 455 milioni di euro in difesa delle donne
Il governo del Canada
destinerà 650 milioni di dollari canadesi (487,5 milioni di
dollari Usa, 455 millioni di euro) alla "difesa dei diritti sessuali"
delle donne di tutto il mondo. Lo ha reso noto l'esecutivo del
Paese nordamericano, "come parte del suo forte impegno per
l'uguaglianza dei generi".
Il Canada, si legge in una nota, "intende svolgere un ruolo leader nella difesa della salute sessuale e riproduttiva, così come per la difesa dei diritti delle donne e delle bambine di tutto il mondo". La misura del governo canadese arriva a poche settimane dalla decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di eliminare le sovvenzioni statunitensi alle organizzazioni di pianificazione familiare dei Paesi in via di sviluppo, una cifra che secondo le stime si aggira sui 600 milioni di dollari.
In risposta alla decisione dell'amministrazione statunitense, vari paesi fra cui l'Olanda, il Belgio, la Danimarca e la Svezia, hanno deciso di creare un fondo internazionale sull'aborto sicuro, iniziativa che è stata chiamata 'Lei decide'.
I finanziamenti del Canada saranno erogati nei prossimi tre anni. Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha detto che "l'annuncio dimostra la leadership del Canada nel rafforzare il ruolo delle donne e delle bambine e promuovere l'uguaglianza di genere in tutto il mondo". (fonte AGI)
Il Canada, si legge in una nota, "intende svolgere un ruolo leader nella difesa della salute sessuale e riproduttiva, così come per la difesa dei diritti delle donne e delle bambine di tutto il mondo". La misura del governo canadese arriva a poche settimane dalla decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di eliminare le sovvenzioni statunitensi alle organizzazioni di pianificazione familiare dei Paesi in via di sviluppo, una cifra che secondo le stime si aggira sui 600 milioni di dollari.
In risposta alla decisione dell'amministrazione statunitense, vari paesi fra cui l'Olanda, il Belgio, la Danimarca e la Svezia, hanno deciso di creare un fondo internazionale sull'aborto sicuro, iniziativa che è stata chiamata 'Lei decide'.
I finanziamenti del Canada saranno erogati nei prossimi tre anni. Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha detto che "l'annuncio dimostra la leadership del Canada nel rafforzare il ruolo delle donne e delle bambine e promuovere l'uguaglianza di genere in tutto il mondo". (fonte AGI)
lunedì 29 febbraio 2016
Vendola e Testa, nasce in Canada il bambino 'senza madre'
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Eddy Testa e Nichi Vendola |
Qualcuno sobbalza e sottolinea, appunto, che ci mancherebbe, siamo nel 2016! Appunto, nel 2016 i diritti di un bambino, e della madre che l'ha partorito, vengono bellamente calpestati a vantaggio del desiderio, legittimo ma non per questo accettabile, di chi si è messo in testa che una coppia di uomini (o di donne) possa figliare.
Un gesto la cui riuscita avrebbe il senso di un miracolo, perché in natura non risulta che i mammiferi, di sicuro i primati, producano prole accoppiandosi con membri dello stesso sesso. Strano, quella stessa Madre Natura tanto invocata da ambientalisti, vegani e altra paccottiglia partorita dalla sinistra, in questo caso nulla vale. Quisquillie, pinzillacchere.
Passando alla triste cronaca, il figlio 'senza madre' della 'famiglia' Vendola-Testa si chiama Tobia Antonio, ed è avvenuto con la tecnica dell'utero in affitto, lecita in Canada (non certo una cosa di cui gloriarsi).
Il padre del bambino, sempre per la cronaca, è il signor Testa. Della madre, quella vera, per ora nulla si sa. Quella finta, a questo punto, fatti quattro calcoli, dovrebbe essere proprio Vendola. Auguri.
martedì 22 settembre 2015
Buffy Sainte-Marie, suo il miglior disco canadese 2015
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Buffy Sainte-Marie |
Buffy Sainte-Marie ha vinto l'edizione 2015 dei Polaris Music Prize, svoltasi a Toronto.
L'album "Power In the Blood" è stato infatti dichiarato miglior disco canadese del 2015.
Assieme alla vittoria, per la cantautrice canadese arrivano anche un assegno da 50mila dollari (ovviamente canadesi) e la possibilità di esibirsi assieme alla Toronto Symphony Orchestra.
Dietro di lei si sono classificati gli album "If You're Reading This It's Too Late", di Drake, e "Goon", di Tobias Jesso Jr.
La Sainte-Marie, 74 anni, è una aborigena (cioè, indiana) nata in una riserva Piapot nella Qu'Appelle valley (Saskatchewan, nel Canada centrale). Adottata dai coniugi Sainte-Marie, ha trascorso infanzia e adolescenza nel Maine.
Le sue canzoni hanno da sempre toccato i temi cari i diritti dei nativi americani.
sabato 24 maggio 2014
Ellen Page, un difficile 'outing'...
Fa rumore in questi giorni in Canada il 'comng out' di Ellen Page, una fra le attrici più interessanti del panorama cinematografico canadese.
Nata ad Halifax nel 1987 la Page è infatti nota per essere stata la protagonista di "Juno", "Hard Candy" e per aver interpretato Kitty Pryde in "X-Men - Conflitto finale", oltre che per essere stata candidata a un premio Oscar.
Il suo 'outing' è arrivato in febbraio, a Las Vegas, durante la Time to Thrive Conference, un evento LGBT sponsorizzato dal gruppo di rivendicazione dei diritti gay Human Rights Campaign.
“I'm here today because I am gay", aveva detto la Page, "and because... maybe I can make a difference. To help others have an easier and more hopeful time".
Ospite del "The Ellen DeGeneres Show", la Page ha detti di sentirsi come se un grande peso le fosse stato sollevato dalle spalle. "Non sono mai stata così nervosa in tutta la mia vita", ha detto l'attrice canadese. E non è stata un caso la sua presenza nello show della DeGeneres, che a sua volta fece il proprio 'outing' nel 1997, e a cui la stessa Pace ha dato di credito di aver 'aperto la strada'.
Nata ad Halifax nel 1987 la Page è infatti nota per essere stata la protagonista di "Juno", "Hard Candy" e per aver interpretato Kitty Pryde in "X-Men - Conflitto finale", oltre che per essere stata candidata a un premio Oscar.
Il suo 'outing' è arrivato in febbraio, a Las Vegas, durante la Time to Thrive Conference, un evento LGBT sponsorizzato dal gruppo di rivendicazione dei diritti gay Human Rights Campaign.
“I'm here today because I am gay", aveva detto la Page, "and because... maybe I can make a difference. To help others have an easier and more hopeful time".
Ospite del "The Ellen DeGeneres Show", la Page ha detti di sentirsi come se un grande peso le fosse stato sollevato dalle spalle. "Non sono mai stata così nervosa in tutta la mia vita", ha detto l'attrice canadese. E non è stata un caso la sua presenza nello show della DeGeneres, che a sua volta fece il proprio 'outing' nel 1997, e a cui la stessa Pace ha dato di credito di aver 'aperto la strada'.
venerdì 8 novembre 2013
Pubblica amministrazione, niente simboli religiosi in Quebec
Né crocifissi né turbanti né veli. E' il divieto imposto dal disegno di legge varato dal laicissimo governo del Quebec a tutti i lavoratori della pubblica amministrazione, e riguarda qualsiasi simbolo religioso che possa essere indossato nell'ambito delle funzioni degli stessi.
Il divieto, che si applica a medici, insegnati, funzionari e agenti di polizia, prevede una serie di eccezioni, ma impone anche a tutti coloro che usufruiscono di servizi pubblici di avere "il volto scoperto".
Il ministro Bernard Drainville si è detto convinto che la normativa "contribuirà a unire la popolazione del Quebec e a farci conoscere di più l'un l'altro".
Recenti sondaggi hanno però rivelato che i canadesi di questa provincia francofona sarebbero molto divisi sull'argomento, considerato di carattere discriminatorio. In caso di mancata approvazione del disegno di legge si andrebbe al voto anticipato.
lunedì 21 ottobre 2013
Scarpe con il tacco sì, ma solo per uomini
Un'originale marcia ha avuto presso il Pen Centre, il più grande centro commerciale di Niagara Falls.
Un nutrito gruppo di uomini ha 'passeggiato' per i corridoi della famosa struttura canadese in tacchi alti e scarpe femminili in genere, per sostenere una raccolta fondi in favore di Gillian's Place, un'associazione dedita al sostegno e alla protezione delle donne e dei bambini contro ogni tipo di violenza.
La "Walk A Mile in Her Shoes" in questa edizione ha raccolto la cifra di 125mila dollari canadesi.
giovedì 17 ottobre 2013
Malala: il Canada le concede la cittadinanza onoraria
Malala Yousafzai, studentessa e attivista pakistana, avrà la cittadinanza onoraria canadese.
Lo ha annunciato lo stesso governo di Ottawa, sottolineando che il Paese vuole così rimarcare "l'esempio coraggioso e stimolante di Malala, che ha rischiato la sua vita per il diritto dell'istruzione per le giovani donne".
E ancora, proseguendo: "Ha affrontato il male e l'oppressione, e ora parla con coraggio per coloro che sono costrette a tacere".
Malala, 16 anni, si unisce così al gruppo che ha già ricevuto il riconoscimento, tra cui figurano Nelson Mandela e Aung San Suu Kyi. E' stata anche la più giovane candidata al Premio Nobel per la pace.
domenica 6 ottobre 2013
Egitto: liberati i due canadesi detenuti da metà agosto
Dopo tanta attesa, finalmente la liberazione è arrivata per i due cittadini canadesi, il regista John Greyson (di Toronto) e il medico Tarek Loubani (di London), detenuti in Egitto da metà agosto, quando erano stati incarcerati durante i sanguinosi scontri fra manifestanti pro Morsi e le forze dell'ordine. I due erano stati testimoni del massacro di almeno cinquanta persone. Fonti giudiziarie egiziane hanno affermato che il loro rilascio sarebbe avvenuto sabato notte.
Greyson e Loubani erano stati fermati il 16 agosto a Il Cairo, dove si trovavano prima di recarsi alla striscia di Gaza. La scorsa settimana avevano interrotto uno sciopero della fame per protestare contro la loro detenzione.
domenica 30 giugno 2013
Rimsha, condannata a morte in Pakistan, trova rifugio in Canada
Ancora una volta, il Canada funge da ancora di salvezza nei confronti di chi cerca un'oasi (peraltro piuttosto grande) di democrazia e giustizia. Ed è così che proprio 'a nord del confine' si è rifugiata Rimsha Masih, la ragazza pakistana cristiana disabile accusata dall'imam Khalid Jadoon di 'blasfemia' per avere bruciato alcune pagine del Corano, accusa rivelatasi poi infondata, anche perché l'imam avrebbe manipolato alcune delle prove.
Eppure, nel folle mondo dell'islam estremo, aver scagionato la giovane, affetta dalla sindrome di down, non è bastato.
Arrestata nell'agosto 2012, malgrado il ritiro delle accuse, Rimsha e la sua famiglia sono stati oggetto di un attacco persecutorio fatto di continue minacce di morte. Costretta a nascondersi, la ragazza si è così stabilita in Canada insieme alla sua famiglia in un luogo tenuto comunque sconosciuto.
Un attivista cristiano in Canada ha riferito alla BBC che la ragazza va a scuola, si diverte e sta imparando l'inglese. Lei e la sua famiglia ora "si sentono liberi".
sabato 29 giugno 2013
Gay Pride: le coppie straniere potranno divorziare in Canada
Mentre a Toronto, ma anche a Milano, vanno in scena le rispettive Pride Parade, arriva sempre dal Canada la notizia che il Parlamento si avvicina all'approvazione di una norma che permetterà anche alle coppie gay non canadesi di divorziare.
Il caso era venuto alla luce quando una coppia gay di un altro Paese era andata in Canada per sposarsi e, dopo qualche anno, aveva chiesto il divorzio. Dato che la loro nazione d'origine non riconosceva il matrimonio gay non poteva, di conseguenza, permettere il divorzio. I due, quindi, hanno chiesto alle autorità canadesi di concedere loro il divorzio.
Il governo di Ottawa, però, per condere il divorzio necessita che le coppie richiedenti debbano vivere sul territorio nazionale da almeno un anno.
Ora, dopo il voto favorevole di Camera dei Comuni e di Senato, il testo della nuova legge è in attesa solo della firma regale prima di diventare effettiva a tutti gli effetti.
domenica 23 giugno 2013
Toronto Pride 2013 al via, gran finale domenica prossima: tutte le foto
Ha preso il via venerdì il Toronto Pride 2013, che quest'anno ha come nick "Superqueer" e durerà fino al 30 giugno snodandosi attraverso una lunga serie di manifestazioni e convegni. Un evento speciale, che non resta confinato alla zona di Church & Wellesley, perché il Village si trasforma e si estende ovunque nelle arterie e nei locali della città (come si può intuire dalle foto che qui potete vedere e che scattai un paio d'anni fa).
Toronto è uno dei pochi posti al mondo dove la 'diversità' diventa la normalità.
Partecipare al 'Pride' non è un segno di rivalsa né di lotta, non è il raggiungimento di una conquista sociale né di una protesta formale.
E', molto semplicemente, un evento come tanti, come potrebbe essere la sfilata di Sant'Antonio, la festa di San Patrizio o il corteo delle ballerine caribenhe.
Ci si va, magari portando con sé la famiglia, confidando nell'educazione dei più, che raramente trascende: ognuno diverso a modo suo, anche nei sorrisi della polizia, che si limita a osservare la sfilata senza intromettersi, appoggiandosi sonnacchiando all'auto di pattuglia, ferma all'angolo della strada, ma giusto per delimitare i confini, peraltro vastissimi, dell'evento. Perché, come si dice a Toronto, "the spirit of love is contagious", con buona pace del sindaco Rob Ford, che anche quest'anno si guarderà bene dal parteciparvi.
L'argentina Marcela Romero è stata nominata 'Grand Marshal' per quest'anno, e martedì terrà una conferenza intitolata "Beyond Borders" e dedicata in gran parte ai diritti civili del mondo LGBT in Sud America e nei Caraibi. Ma fra gli altri eventi previsti quest'anno, oltre alle 'solite' feste che popoleranno i locali più 'in' di Toronto, si annoverano: il 28 giugno la Trans March, così come i concerti di Light Fires e Carole Pope, il 29 giugno la Dyke March, il 30 giugno Blockorama (dedicato in gran parte agli ospiti di colore) e, infine, la 33.a edizione della Pride Parade, che domenica 30 giugno prenderà il via alle 2 del pomeriggio e alla quale parteciperanno non meno di 160 organizzazioni. (foto Bordignon)
Toronto è uno dei pochi posti al mondo dove la 'diversità' diventa la normalità.
Partecipare al 'Pride' non è un segno di rivalsa né di lotta, non è il raggiungimento di una conquista sociale né di una protesta formale.
E', molto semplicemente, un evento come tanti, come potrebbe essere la sfilata di Sant'Antonio, la festa di San Patrizio o il corteo delle ballerine caribenhe.
Ci si va, magari portando con sé la famiglia, confidando nell'educazione dei più, che raramente trascende: ognuno diverso a modo suo, anche nei sorrisi della polizia, che si limita a osservare la sfilata senza intromettersi, appoggiandosi sonnacchiando all'auto di pattuglia, ferma all'angolo della strada, ma giusto per delimitare i confini, peraltro vastissimi, dell'evento. Perché, come si dice a Toronto, "the spirit of love is contagious", con buona pace del sindaco Rob Ford, che anche quest'anno si guarderà bene dal parteciparvi.
L'argentina Marcela Romero è stata nominata 'Grand Marshal' per quest'anno, e martedì terrà una conferenza intitolata "Beyond Borders" e dedicata in gran parte ai diritti civili del mondo LGBT in Sud America e nei Caraibi. Ma fra gli altri eventi previsti quest'anno, oltre alle 'solite' feste che popoleranno i locali più 'in' di Toronto, si annoverano: il 28 giugno la Trans March, così come i concerti di Light Fires e Carole Pope, il 29 giugno la Dyke March, il 30 giugno Blockorama (dedicato in gran parte agli ospiti di colore) e, infine, la 33.a edizione della Pride Parade, che domenica 30 giugno prenderà il via alle 2 del pomeriggio e alla quale parteciperanno non meno di 160 organizzazioni. (foto Bordignon)
lunedì 17 giugno 2013
Prostituzione in Canada, ex tenutaria contro la legalizzazione
Lei è una ex 'maitresse' ovvero, per dirla in altro modo, una ex 'madam' (insomma, una tenutaria). Ma da quando ha deciso di dire basta al suo vecchio mestiere, Tania Fiolleau è diventata quasi una personalità nel mondo della televisione e delle lotte sociali.
Nasce da qui la sua intervista rilasciata al Toronto Sun, dove mette in guardia il governo canadese dal legalizzare la prostituzione e i bordelli.
Dalle prossime decisioni della Corte superiore canadese potrebbe infatti cambiare drasticamente la legge sulla prostituzione in Canada.
In ballo ci sono, oltre alla costituzionalità delle tre sezioni del codice penale che vietano i bordelli, anche quelle relative all'adescamento.
Secondo la Fiolleau (conduttrice del programma "Tania’s Truth Talk" sulla televisione privata canadese Joy TV), in breve, la legalizzazione aumenterebbe solo il rischio affrontato dalle prostitute. Ma il dibattito è ancora lungo, e sicuramente pronto a dividere l'opinione pubblica.
Nasce da qui la sua intervista rilasciata al Toronto Sun, dove mette in guardia il governo canadese dal legalizzare la prostituzione e i bordelli.
Dalle prossime decisioni della Corte superiore canadese potrebbe infatti cambiare drasticamente la legge sulla prostituzione in Canada.
In ballo ci sono, oltre alla costituzionalità delle tre sezioni del codice penale che vietano i bordelli, anche quelle relative all'adescamento.
Secondo la Fiolleau (conduttrice del programma "Tania’s Truth Talk" sulla televisione privata canadese Joy TV), in breve, la legalizzazione aumenterebbe solo il rischio affrontato dalle prostitute. Ma il dibattito è ancora lungo, e sicuramente pronto a dividere l'opinione pubblica.
mercoledì 12 giugno 2013
Violenza domestica: una donna su sei ha fratture provocate
Violenza sulle donne: arriva dal Canada, e per la precisione da Shelia Sprague e dalla McMaster University in Canada, l'ultimo studio che rivela come la violenza domestica si possa 'scoprire' anche nei reparti di ortopedia: una donna su sei che viene ricoverata in uno di questi reparti per una frattura infatti, ha una storia di violenza domestica (emotiva, fisica e sessuale) per mano del partner nei 12 mesi precedenti l'incidente e in un caso su 50 la frattura è una conseguenza diretta della violenza subita.
Lo studio, pubblicato sulla rivista "Lancet", è stato condotto in cinque paesi del mondo, coinvolgendo quasi 3mila donne, tutte ricoverate in un reparto di ortopedia dove si erano recate per curare fratture, le quali hanno compilato un questionario anonimo.
E' emerso che una donna su sei (16%) ha avuto esperienza di violenza domestica nei 12 mesi precedenti il questionario, mentre oltre una su tre (34,6%) ha riferito una esperienza di abuso in qualche momento della propria vita. Infine una donna su 50 (2%) ha riferito di avere subito il trauma per cui si è recata in ortopedia proprio nel corso di un atto di violenza subito per mano del partner.
domenica 2 giugno 2013
Amina, ragazza a seno nudo manifesta a Montreal davanti all'ex premier tunisino
Prendete la storia di Amina, la ragazza arrestata per condotta ritenuta 'immorale' al suo Paese, la Tunisia. E proprio l'ex primo ministro tunisino, Hamadi Jebali (esponente del partito islamico di governo Ennahda e prossimo candidato alla presidenza della Repubblica), si trovava ieri sera in visita a Montreal. Non appena l'uomo di stato nordafricano ha cominciato la propria conferenza, una ragazza è salita sul palco quebecoise, si è tolta la camicia restando a seno nudo, si è avvicinata al leggìo gridando "Free Amina" e ha innalzato un cartello su cui era scritta la stessa frase.
La ragazza è stata immediatamente bloccata dalla sicurezza, ma resta il suo gesto, frutto di uno spirito libero, di una mente libera, in un Paese libero, dove non vengono tollerate discriminazioni e stupidità: il Canada.
mercoledì 29 maggio 2013
Matrimonio gay, l'esempio del Canada
La notizia del tanto discusso matrimonio gay celebrato in Francia e delle sue conseguenze mi porta a fare, non dico delle riflessioni, perché a me, francamente, di quello che fa il mio prossimo frega assai poco, almeno fino a quando non viene a pestare i calli miei. Ma certo mi spinge a raccontarvi un paio di cose su come venga, nel Paese 'a nord el confine', vissuto il problema. Certo fa impressione vedere la differenza del rapporto verso l'omosessualità esistente in certa Europa (e, ovviamente, l'Italia) e la questione gay.
Il matrimonio gay in Canada è legale dal 2005. Anche prima comunque la maggioranza delle provincie canadesi autorizzavano le unioni fra persone dello stesso sesso.
Toronto è, almeno a parole, assai aperta al mondo omosessuale: il Toronto Pride che vi si tiene è uno dei gay pride più importanti del mondo, e la questione non vale nemmeno la pena di essere dibattuta, tanto è scontata.
Sono gay l'ex sindaco della città, David Miller, eletto per due volte alla massima carica cittadina, ora ufficialmente non affiliato ad alcun partito ma uomo certamente più di sinistra che di destra; ma è gay anche George Smitherman, che la corsa alla poltrona di 'mayor' l'ha invece persa nel 2010 a favore di Rob Ford, e lui certamente di sinistra non è, essendo iscritto al partito liberale. Di più, Smitherman e il proprio compagno, anzi marito, Christopher Peloso, hanno dei figli adottati.
La differenza fra Europa e Canada (più ancora che non rispetto agli Stati Uniti), ma non solo in tema di materia di sessualità, ma anche di altre situazioni (vedi per esempio il problema dell'integrazione), è che da quelle parti il problema è molto meno politico che da noi. La sinistra non ne fa necessariamente un cavallo di battaglia perché si tratta di una questione trasversale. La destra (sempre che in Canada ne esista una) non vi si oppone strenuamente perché chi si dichiara gay non ha bisogno né di barricate né di gesti fuori dalle righe. In Canada la legge è veramente uguale per tutti, e tutti la rispettano. La certezza del diritto è la più grande arma contro ogni sopruso. Nessuno mette in discussione i diritti dei gay: ma state pur certi che nessuna manifestazione omosex travalicherà i limiti della decenza e del buon gusto, né vi si scorgeranno atti di violenza (vedi anche il recente Occupy Toronto).
Insomma, da queste (anzi, quelle, purtroppo) parti, la vita scorre senza intoppi perché chi, a Toronto, sbraiterebbe insulti in corteo, scribacchiando muri e lanciando pietre, verrebbe caricato immediatamente su di un cellulare della polizia e rispedito al mittente del Paese di provenienza. Dove regna l'ordine, prospera la libertà. Di tutti.
(foto Bordignon)
Il matrimonio gay in Canada è legale dal 2005. Anche prima comunque la maggioranza delle provincie canadesi autorizzavano le unioni fra persone dello stesso sesso.
Toronto è, almeno a parole, assai aperta al mondo omosessuale: il Toronto Pride che vi si tiene è uno dei gay pride più importanti del mondo, e la questione non vale nemmeno la pena di essere dibattuta, tanto è scontata.
Sono gay l'ex sindaco della città, David Miller, eletto per due volte alla massima carica cittadina, ora ufficialmente non affiliato ad alcun partito ma uomo certamente più di sinistra che di destra; ma è gay anche George Smitherman, che la corsa alla poltrona di 'mayor' l'ha invece persa nel 2010 a favore di Rob Ford, e lui certamente di sinistra non è, essendo iscritto al partito liberale. Di più, Smitherman e il proprio compagno, anzi marito, Christopher Peloso, hanno dei figli adottati.
La differenza fra Europa e Canada (più ancora che non rispetto agli Stati Uniti), ma non solo in tema di materia di sessualità, ma anche di altre situazioni (vedi per esempio il problema dell'integrazione), è che da quelle parti il problema è molto meno politico che da noi. La sinistra non ne fa necessariamente un cavallo di battaglia perché si tratta di una questione trasversale. La destra (sempre che in Canada ne esista una) non vi si oppone strenuamente perché chi si dichiara gay non ha bisogno né di barricate né di gesti fuori dalle righe. In Canada la legge è veramente uguale per tutti, e tutti la rispettano. La certezza del diritto è la più grande arma contro ogni sopruso. Nessuno mette in discussione i diritti dei gay: ma state pur certi che nessuna manifestazione omosex travalicherà i limiti della decenza e del buon gusto, né vi si scorgeranno atti di violenza (vedi anche il recente Occupy Toronto).
Insomma, da queste (anzi, quelle, purtroppo) parti, la vita scorre senza intoppi perché chi, a Toronto, sbraiterebbe insulti in corteo, scribacchiando muri e lanciando pietre, verrebbe caricato immediatamente su di un cellulare della polizia e rispedito al mittente del Paese di provenienza. Dove regna l'ordine, prospera la libertà. Di tutti.
(foto Bordignon)
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