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domenica 17 luglio 2016

Giambrone sarà il responsabile dei nuovi tram di New York

Adam Giambrone
Adam Giambrone, già responsabile della TTC di Toronto (l'agenzia Toronto Transit Commission), è stato candidato direttore della Brooklyn-Queens Connector (BQX) di New York, la nuova linea tranviaria della 'città che non dorme mai'.
Giambrone visse un momento di grande splendore durante la gestione dela città di Toronto da parte di David Miller, si parla degli anni attorno al 2010, in cui addirittura concorse alla carica di sindaco durante le elezioni comunali (fra l'altro assieme ad almeno altri due concorrenti di origine italiana (Joe Pantalone e Rocco Rossi) con buone prospettive, ma costretto al ritiro dopo appena dieci giorni di campagna alla luce di uno 'scandalo rosa' che lo aveva visto protagonista.

mercoledì 5 giugno 2013

David Miller nuovo presidente di WWF-Canada

Nuovo incarico per David Miller, evviva David Miller. L'ex sindaco di Toronto, eletto per due volte alla carica di primo cittadino fra il 2003 e il 2010, è il nuovo presidente e CEO di WWF-Canada
Una scelta importante, quella dell'organizzazione 'naturalista', che ha deciso di puntare su un volto amato dal progressismo canadese e momndiale, anche tenendo presente che Miller è stato uno dei leader del C40 Cities Climate Leadership Group.
Del resto, la stessa storia di 'mayor' torontino parla per Miller, nato a San Francisco da padre statunitense e madre inglese, trasferito da bambino in Inghilterra e poi di nuovo tornato in Nord America per gli studi. 
Da parte sua, Miller ha definito il WWF "un'organizzazione con forti valori che cerca soluzioni alle più pressanti sfide ambientali". Sono oltre 150mila i donatori e i volontari del Fondo in Canada.
(foto tratta da Facebook)

mercoledì 29 maggio 2013

Matrimonio gay, l'esempio del Canada

La notizia del tanto discusso matrimonio gay celebrato in Francia e delle sue conseguenze mi porta a fare, non dico delle riflessioni, perché a me, francamente, di quello che fa il mio prossimo frega assai poco, almeno fino a quando non viene a pestare i calli miei. Ma certo mi spinge a raccontarvi un paio di cose su come venga, nel Paese 'a nord el confine', vissuto il problema. Certo fa impressione vedere la differenza del rapporto verso l'omosessualità esistente in certa Europa (e, ovviamente, l'Italia) e la questione gay.
Il matrimonio gay in Canada è legale dal 2005. Anche prima comunque la maggioranza delle provincie canadesi autorizzavano le unioni fra persone dello stesso sesso.
Toronto è, almeno a parole, assai aperta al mondo omosessuale: il Toronto Pride che vi si tiene è uno dei gay pride  più importanti del mondo, e la questione non vale nemmeno la pena di essere dibattuta, tanto è scontata.
Sono gay l'ex sindaco della città, David Miller, eletto per due volte alla massima carica cittadina, ora ufficialmente non affiliato ad alcun partito ma uomo certamente più di sinistra che di destra; ma è gay anche George Smitherman, che la corsa alla poltrona di 'mayor' l'ha invece persa nel 2010 a favore di Rob Ford, e lui certamente di sinistra non è, essendo iscritto al partito liberale. Di più, Smitherman e il proprio compagno, anzi marito, Christopher Peloso, hanno dei figli adottati.
La differenza fra Europa e Canada (più ancora che non rispetto agli Stati Uniti), ma non solo in tema di materia di sessualità, ma anche di altre situazioni (vedi per esempio il problema dell'integrazione), è che da quelle parti il problema è molto meno politico che da noi. La sinistra non ne fa necessariamente un cavallo di battaglia perché si tratta di una questione trasversale. La destra (sempre che in Canada ne esista una) non vi si oppone strenuamente perché chi si dichiara gay non ha bisogno né di barricate né di gesti fuori dalle righe. In Canada la legge è veramente uguale per tutti, e tutti la rispettano. La certezza del diritto è la più grande arma contro ogni sopruso. Nessuno mette in discussione i diritti dei gay: ma state pur certi che nessuna manifestazione omosex travalicherà i limiti della decenza e del buon gusto, né vi si scorgeranno atti di violenza (vedi anche il recente Occupy Toronto).
Insomma, da queste (anzi, quelle, purtroppo) parti, la vita scorre senza intoppi perché chi, a Toronto, sbraiterebbe insulti in corteo, scribacchiando muri e lanciando pietre, verrebbe caricato immediatamente su di un cellulare della polizia e rispedito al mittente del Paese di provenienza. Dove regna l'ordine, prospera la libertà. Di tutti.
(foto Bordignon)

venerdì 17 maggio 2013

Rob Ford ha fatto 'crack'


Rob Ford che fuma crack, quasi un ossimoro per chi conosce le abitudini 'conservatrici' del sindaco di Toronto che ha sostituito quel David Miller che per sette lunghi ha retto, con atteggiamento più che liberale, le sorti della città più 'open minded' del Nord America.
La vicenda nasce da un video girato con uno smartphone da un gruppo di somali, che starebbe cercando di venderlo a giornali scandalistici a cifre altissime, un video che sarebbe stato visto da due giornalisti del Toronto Star e da un collega di Gawker.
I reporter hanno detto di aver visto il video tre volte; Ford, seduto in una stanza, sembra fumare una pipa da crack, biascicando qualche parola contro Pierre Trudeau, ex primo ministro canadese e padre dell'attuale leader del partito liberale canadese, definito un 'frocio' (fatto che invece potrebbe essere assolutamente reale, conoscendolo).
Immediata la reazione degli avocati del sindaco, 44 anni tra pochi giorni, in carica dal dicembre 2010, spesso criticato per atteggiamenti 'sopra le righe', fino all'accusa di essere stato trovato ubriaco in più di un'occasione , con tanto di richiesta di entrare in un centro di disintossicazione. Va detto che il Toronto Star non può certamente essere definito un giornale 'conservatore', ma va anche aggiunto che Ford, votato dalle periferie torontine, mentre la città è solidamente un feudo del 'laburismo' più acceso, non è mai stato amato da queste parti. Troppo 'amerikano', troppo eccessivo, troppo fieramente 'wasp' in una città aperta naturalmente alle spinte provenienti da quell'enorme percentuale di stranieri che ne costituisce il nerbo.
(foto tratta dall'home page del Toronto Star)