Gli ospedali dell'Ontario, forse la più importante provincia canadese, non sono poi così perfetti come si potrebbe pensare dall'altra parte dell'oceano: uno studio dell'Ontario Auditor General Office ha infatti mostrato che ben il 6% dei pazienti ricoverati in istituti della regione con Toronto capitale, hanno subito maltrattamenti di vario genere.
Del milione di pazienti ricoverati in Ontario, ben 67mila risultano alle prese con carenze di vario genere. Nel dettaglio, per esempio, molti infermieri licenziati per incompetenza da alcuni istituti, hanno presto trovato lavoro altrove, e le problematiche riguardano argomenti noti anche dalle notre parti, come la pulizia o la trasmissione indebita di infezioni ai malati.
Notevoli anche le problematiche del cibo servito, sia nella gestione del paziente con difficoltà, che talvolta addirittura servito con del cibo inadatto alla sua condizione sanitaria.
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giovedì 2 gennaio 2020
venerdì 18 maggio 2018
Il cervello di musicisti e bilingue fa le cose con meno sforzo
Imparare a suonare uno strumento
musicale o a parlare un'altra lingua rende il cervello più
efficiente, ovvero in grado di usare meno risorse e aree neurali
per compiere un determinato compito.
Lo rivela una ricerca pubblicata sugli Annals of the New York
Academy of Sciences e condotta da Claude Alain, del Baycrest's
Rotman Research Institute in Canada.
In passato alcuni studi hanno dimostrato che il bilinguismo o la capacità di suonare uno strumento musicale sono associati a una migliore memoria di lavoro, ovvero quella parte della memoria che ci permette di fare i conti a mente, di ricordare a memoria un numero di telefono appena letto e di ricordare la lista della spesa senza scriverla. In questo studio - che ha coinvolto 41 giovani tra musicisti, bilingue e individui di controllo che non suonavano né parlavano una seconda lingua - si è visto che i primi due gruppi mettono in campo minori energie mentali (minore attività neurale) e differenti aree cerebrali per portare a termine un certo compito, rispetto agli individui monolingue che non suonano. Quindi musicisti e bilingue devono compiere meno sforzo mentale per portare a termine un certo compito e questo potrebbe rappresentare per loro un vantaggio contro il declino cognitivo cui andiamo inesorabilmente incontro con l'età. (fonte: ANSA)
In passato alcuni studi hanno dimostrato che il bilinguismo o la capacità di suonare uno strumento musicale sono associati a una migliore memoria di lavoro, ovvero quella parte della memoria che ci permette di fare i conti a mente, di ricordare a memoria un numero di telefono appena letto e di ricordare la lista della spesa senza scriverla. In questo studio - che ha coinvolto 41 giovani tra musicisti, bilingue e individui di controllo che non suonavano né parlavano una seconda lingua - si è visto che i primi due gruppi mettono in campo minori energie mentali (minore attività neurale) e differenti aree cerebrali per portare a termine un certo compito, rispetto agli individui monolingue che non suonano. Quindi musicisti e bilingue devono compiere meno sforzo mentale per portare a termine un certo compito e questo potrebbe rappresentare per loro un vantaggio contro il declino cognitivo cui andiamo inesorabilmente incontro con l'età. (fonte: ANSA)
lunedì 26 marzo 2018
Quebec, i medici protestano contro lʼaumento del salario
Settecento tra medici, specialisti e studenti di medicina, in Canada, hanno firmato una petizione per protestare contro gli aumenti salariali da parte del governo ai danni del personale medico che invece si è visto ridurre il proprio stipendio a causa dei tagli nel settore pubblico. Nella protesta viene chiesto anche che le somme vengano ridistribuite nel sistema sanitario del Quebec per promuovere la salute della popolazione e soddisfare i bisogni dei pazienti senza gravare troppo sui lavoratori del settore. (fonte: TgCom)
mercoledì 28 febbraio 2018
Studio canadese, gravidanza a rischio dopo i 40 anni
Le donne che hanno una gravidanza
dopo i 40 anni hanno un rischio aumentato di parto pretermine
che dipende solo da fattori biologici legati all'età, e non da
altre caratteristiche come l'aumentato rischio di diabete o il
fumo. Lo afferma uno studio pubblicato da Plos One, secondo cui
invece il tasso minore si ha tra 30 e 34 anni.
I ricercatori della CHU Sainte Justine di Montreal hanno analizzato i dati di 184mila parti in 32 ospedali del Quebec. anche una volta eliminati potenziali altri fattori confondenti, scrivono gli autori, lo studio ha verificato che nelle donne con più di 40 anni la probabilità di parto pretermine è del 14% più alta rispetto alle 30-34enni, mentre quella di avere cesareo, induzione del parto o altri interventi sale del 31%. Anche il rischio di avere un figlio fortemente prematuro e' dell'1% per le meno giovani e dello 0,6% nelle trentenni.
"In conclusione - scrivono gli autori -, questo studio ha dimostrato che anche dopo aver tenuto conto di potenziali fattori confondenti associati alla nascita pretermine una età materna avanzata è associata indipendentemente a un maggior rischio di parto pretermine". (fonte: ANSA)
I ricercatori della CHU Sainte Justine di Montreal hanno analizzato i dati di 184mila parti in 32 ospedali del Quebec. anche una volta eliminati potenziali altri fattori confondenti, scrivono gli autori, lo studio ha verificato che nelle donne con più di 40 anni la probabilità di parto pretermine è del 14% più alta rispetto alle 30-34enni, mentre quella di avere cesareo, induzione del parto o altri interventi sale del 31%. Anche il rischio di avere un figlio fortemente prematuro e' dell'1% per le meno giovani e dello 0,6% nelle trentenni.
"In conclusione - scrivono gli autori -, questo studio ha dimostrato che anche dopo aver tenuto conto di potenziali fattori confondenti associati alla nascita pretermine una età materna avanzata è associata indipendentemente a un maggior rischio di parto pretermine". (fonte: ANSA)
lunedì 26 febbraio 2018
Morbo di Parkinson, scoperto fattore base della morte cellulare
Scott Ryan, un ricercatore
dell'Università di Guelph, in Canada, ha scoperto uno dei
fattori alla base della morte delle cellule nervose nel morbo
di Parkinson.
I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communications, aprono la strada a nuovi potenziali trattamenti in grado di rallentare la progressione di questa malattia neurodegenerativa. Ryan ha scoperto che la cardiolipina, una molecola che si trova all'interno delle cellule nervose aiuta a garantire che una proteina chiamata alfa-sinucleina funzioni correttamente. Il cattivo funzionamento di questa proteina porta ai depositi proteici che sono il segno distintivo del Parkinson. Questi depositi sono tossici per le cellule nervose che controllano i movimenti volontari. Quando si accumulano troppi depositi, le cellule nervose muoiono.
"Identificare il ruolo cruciale che la cardiolipina gioca nel mantenere funzionali queste proteine significa che la cardiolipina può rappresentare un nuovo obiettivo per lo sviluppo di terapie contro il morbo di Parkinson", ha detto Ryan. "Attualmente non ci sono trattamenti che impediscono alle cellule nervose di morire", ha aggiunto. (fonte: AGI)
I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communications, aprono la strada a nuovi potenziali trattamenti in grado di rallentare la progressione di questa malattia neurodegenerativa. Ryan ha scoperto che la cardiolipina, una molecola che si trova all'interno delle cellule nervose aiuta a garantire che una proteina chiamata alfa-sinucleina funzioni correttamente. Il cattivo funzionamento di questa proteina porta ai depositi proteici che sono il segno distintivo del Parkinson. Questi depositi sono tossici per le cellule nervose che controllano i movimenti volontari. Quando si accumulano troppi depositi, le cellule nervose muoiono.
"Identificare il ruolo cruciale che la cardiolipina gioca nel mantenere funzionali queste proteine significa che la cardiolipina può rappresentare un nuovo obiettivo per lo sviluppo di terapie contro il morbo di Parkinson", ha detto Ryan. "Attualmente non ci sono trattamenti che impediscono alle cellule nervose di morire", ha aggiunto. (fonte: AGI)
Pericolo morbillo su un volo Zurigo-Toronto
Pericolo morbillo per i passeggeri di un volo Zurigo-Toronto del 12 febbraio scorso, decollato alle 10.30 dal territorio della Svizzera. La malattia infettiva è stata infatti confermata in un neonato che viaggiava sull'aereo.
L'Ufficio di sanità pubblica canadese ha avvertito i passeggeri che potrebbero essere stati esposti al virus. Il consiglio è quello di farsi visitare in un centro medico per evitare la propagazione dell'infezione, molto contagiosa e particolarmente pericolosa nei bambini sotto l'anno non vaccinati, nelle donne incinte e nelle persone con un sistema immunitario compromesso. (fonte Ticinoonline)
L'Ufficio di sanità pubblica canadese ha avvertito i passeggeri che potrebbero essere stati esposti al virus. Il consiglio è quello di farsi visitare in un centro medico per evitare la propagazione dell'infezione, molto contagiosa e particolarmente pericolosa nei bambini sotto l'anno non vaccinati, nelle donne incinte e nelle persone con un sistema immunitario compromesso. (fonte Ticinoonline)
lunedì 25 dicembre 2017
Sclerosi multipla, la soluzione in un antidepressivo
Un vecchio farmaco, l'antidepressivo
clomipramina, potrebbe forse contrastare la sclerosi multipla,
in particolare la forma attualmente meno curabile, quella
progressiva, che colpisce il 15% di tutti i pazienti.
Resa nota sulla rivista Nature Communications, è la scoperta di Voon Wee Yong della University of Calgary, in Canada, che ha passato al setaccio una libreria di 1040 farmaci generici da cui ne ha selezionati 249 che si prendono per bocca e possono superare la barriera 'emato-encefalica', ovvero il confine tra sangue e cervello, invalicabile dalla maggior parte delle medicine.
Yong ha testato i farmaci su topolini modello di sclerosi multipla; la forma progressiva è una malattia particolarmente ostica perché il danno neurale avviene contemporaneamente su più fronti (neurodegenerativo, ossidativo da radicali liberi, immunitario).
Yong ha visto che l'antidepressivo clomipramina può contrastare il danno neurologico a più livelli: il farmaco ha infatti dimostrato di prevenire la neurotossicità di avere attività antiossidante e di agire contro la proliferazione di cellule immunitarie.
Secondo Yong l'antidepressivo clomipramina è quindi un promettente candidato farmaco-semplice da assumere-da testare su pazienti con la grave forma di sclerosi multipla. (fonte: ANSA)
Resa nota sulla rivista Nature Communications, è la scoperta di Voon Wee Yong della University of Calgary, in Canada, che ha passato al setaccio una libreria di 1040 farmaci generici da cui ne ha selezionati 249 che si prendono per bocca e possono superare la barriera 'emato-encefalica', ovvero il confine tra sangue e cervello, invalicabile dalla maggior parte delle medicine.
Yong ha testato i farmaci su topolini modello di sclerosi multipla; la forma progressiva è una malattia particolarmente ostica perché il danno neurale avviene contemporaneamente su più fronti (neurodegenerativo, ossidativo da radicali liberi, immunitario).
Yong ha visto che l'antidepressivo clomipramina può contrastare il danno neurologico a più livelli: il farmaco ha infatti dimostrato di prevenire la neurotossicità di avere attività antiossidante e di agire contro la proliferazione di cellule immunitarie.
Secondo Yong l'antidepressivo clomipramina è quindi un promettente candidato farmaco-semplice da assumere-da testare su pazienti con la grave forma di sclerosi multipla. (fonte: ANSA)
lunedì 30 ottobre 2017
Neonata in terapia intensiva dopo parto in acqua
Partorire in acqua, specie se
riscaldata, può essere pericoloso. Lo affermano i ricercatori
canadesi della Western University di London, Ontario, che hanno
descritto sul Canadian Medical Association Journal il caso di
una bimba finita in terapia intensiva con un'infezione pochi
giorni dopo la nascita.
La bimba, raccontano i medici, è stata partorita in una vasca idromassaggio che era stata riempita tre giorni prima sotto la supervisione di un'ostetrica. Alla nascita pesava circa tre chili e mezzo ed è stata allattata senza problemi. Otto giorni dopo però è stata ricoverata con febbre alta, inappetenza e letargia, e lo stesso giorno è stata spostata in terapia intensiva a causa di una insufficienza multiorgano dovuta a sepsi. Dopo qualche giorno di antibiotici la bimba è migliorata, e i test hanno permesso di diagnosticare un'infezione da Legionella, un batterio tipico delle piscine che prolifera a temperature fra 20 e 42 gradi.
"Questo caso serve a sottolineare la possibilità di un effetto avverso potenzialmente letale del parto in acqua - scrivono gli autori - specialmente se si usano piscine riscaldate preriempite". La bimba è stata dimessa dopo cinque settimane, sottolinea lo studio. "Fattori come riempire la vasca giorni prima del parto, una inadeguata disinfezione, l'uso di fonti contaminate d'acqua, l'uso dell'idromassaggio e il riscaldamento dell'acqua contribuiscono ad aumentate il carico batterico della vasca dove avviene il parto". (fonte: ANSA)
La bimba, raccontano i medici, è stata partorita in una vasca idromassaggio che era stata riempita tre giorni prima sotto la supervisione di un'ostetrica. Alla nascita pesava circa tre chili e mezzo ed è stata allattata senza problemi. Otto giorni dopo però è stata ricoverata con febbre alta, inappetenza e letargia, e lo stesso giorno è stata spostata in terapia intensiva a causa di una insufficienza multiorgano dovuta a sepsi. Dopo qualche giorno di antibiotici la bimba è migliorata, e i test hanno permesso di diagnosticare un'infezione da Legionella, un batterio tipico delle piscine che prolifera a temperature fra 20 e 42 gradi.
"Questo caso serve a sottolineare la possibilità di un effetto avverso potenzialmente letale del parto in acqua - scrivono gli autori - specialmente se si usano piscine riscaldate preriempite". La bimba è stata dimessa dopo cinque settimane, sottolinea lo studio. "Fattori come riempire la vasca giorni prima del parto, una inadeguata disinfezione, l'uso di fonti contaminate d'acqua, l'uso dell'idromassaggio e il riscaldamento dell'acqua contribuiscono ad aumentate il carico batterico della vasca dove avviene il parto". (fonte: ANSA)
venerdì 31 marzo 2017
Va all'italiano Rappuoli il Canada Gairdner International Award
E' andato a Rino Rappuoli,
chief scientist di Gsk Vaccines, il Canada Gairdner
International Award, prestigioso riconoscimento dedicato alle
più importanti scoperte in ambito medico scientifico a livello
mondiale.
Rappuoli è stato premiato dalla Gairdner Foundation per l'approccio pionieristico con il quale ha saputo legare lo studio della genomica a quello dei vaccini, in particolare nella lotta contro il meningococco B. La 'reverse vaccinology', sviluppata dal team di Rappuoli nel 2000, è stata la chiave per la scoperta del primo vaccino al mondo contro questa patologia. Il vaccino contro il meningococco B oggi è approvato in oltre 35 paesi, con più di 10 milioni di dosi distribuite dall'Italia in tutto il mondo.
"E' stata una bella sorpresa apprendere di essere tra i vincitori di questo importante premio, sono davvero felice - ha commentato Rappuoli -, l'utilizzo della 'reverse vaccinology' e di tutte le nuove tecnologie che abbiamo oggi a disposizione rivoluzioneranno il mondo dei vaccini". "Quelli del futuro - ha aggiunto - preverranno ancora più malattie e in taluni casi potranno persino curarle".
Rappuoli è stato premiato dalla Gairdner Foundation per l'approccio pionieristico con il quale ha saputo legare lo studio della genomica a quello dei vaccini, in particolare nella lotta contro il meningococco B. La 'reverse vaccinology', sviluppata dal team di Rappuoli nel 2000, è stata la chiave per la scoperta del primo vaccino al mondo contro questa patologia. Il vaccino contro il meningococco B oggi è approvato in oltre 35 paesi, con più di 10 milioni di dosi distribuite dall'Italia in tutto il mondo.
"E' stata una bella sorpresa apprendere di essere tra i vincitori di questo importante premio, sono davvero felice - ha commentato Rappuoli -, l'utilizzo della 'reverse vaccinology' e di tutte le nuove tecnologie che abbiamo oggi a disposizione rivoluzioneranno il mondo dei vaccini". "Quelli del futuro - ha aggiunto - preverranno ancora più malattie e in taluni casi potranno persino curarle".
lunedì 16 gennaio 2017
Influenza devastante a Ottawa, ospedali pieni
Il Canada, e la città di Ottawa in particolare, sono colpiti dall'influenza (in particolare l'influenza A) in maniera tanto pesante che gli ospedali della capitale canadese sono praticamente al collasso.
L'Ottawa Hospital non ha più letti disponibili, ospitando una quantità di pazienti che ha riempito il 108% dei suoi letti effettivi, e obbligando a spostarne alcuni nei reparti di emergenza.
Dal mese di settembre sono stati 213 i casi di influenza riportati in città all'Ottawa Public Health, ma il numero è in rapido aumento.
L'Ottawa Hospital non ha più letti disponibili, ospitando una quantità di pazienti che ha riempito il 108% dei suoi letti effettivi, e obbligando a spostarne alcuni nei reparti di emergenza.
Dal mese di settembre sono stati 213 i casi di influenza riportati in città all'Ottawa Public Health, ma il numero è in rapido aumento.
domenica 8 gennaio 2017
Nel Canada di Trudeau si può uccidere anche chi soffre solo di depressione
Il 'meraviglioso' Canada di Justin Trudeau comincia a contare i morti. Sono passati pochi mesi dall'approvazione della legge che ha legalizzato l'eutanasia nel 'Paese a Nord del Confine' e sono già state contate 744 le persone uccise con l’iniezione letale.
I dati, diffusi da CTV News, sono altissimi ma secondo Ellen Wiebe, medico di Vancouver, che ha dichiarato di avere fatto morire recentemente almeno 40 pazienti (una via di mezzo fra un dottor Mengele e l'infermiera del tristemente noto professor Cazzaniga lombardo), "i numeri cresceranno, ne sono certa. Mi aspetto che raggiungeremo l’Olanda e il Belgio perché abbiamo leggi simili. Questo significa che l’eutanasia rappresenterà il 5% di tutte le morti del paese".
Merita di essere letto il drammatico articolo di Leone Grotti pubblicato sulla rivista "Tempi", che spiega come, purtroppo, la legge canadese sia molto più larga di quelle europee, belghe e olandesi.
Nel dettaglio, Grotti scrive: "...la legge (canadese, ndr) specifica che un medico non può essere incriminato di omicidio neanche quando la sua opinione sul rispetto dei criteri della legge si riveli 'errata'. Il testo della norma, infine, garantisce una inedita immunità a 'chiunque' faccia 'qualsiasi cosa' per procurare la morte di un terzo che ne abbia fatto richiesta". E ancora la constatazione che, purtroppo, impedire abusi di qualunque genere non è possibile. "E infatti dopo appena sei mesi non mancano drammatiche testimonianze. Will Johnston è un medico di famiglia di Vancouver e da mesi racconta casi in cui la legge è stata violata, senza che il governo o il sistema giudiziario del Canada si sentano in dovere di intervenire in alcun modo. Uno di questi casi riguarda un uomo, il cui nome è stato omesso per ragioni di privacy, con una malattia neurologica che l’ha reso parzialmente disabile. L’uomo, "che io ho visitato e che non era neanche lontanamente vicino alla morte, era fortemente depresso. Non usciva più di casa, aveva perso la speranza e sentiva che la sua vita non aveva più senso. Per questo voleva morire". "Ora, - scrive Johnston -, a qualunque altra persona non disabile sarebbe stato offerto un aiuto psicologico per uscire da questa brutta situazione". E invece l’uomo è stato ucciso da una dottoressa di Vancouver, che al telefono ha detto esplicitamente alla moglie che "la legge si può aggirare dichiarando che in qualunque momento può morire per un’infezione e che di conseguenza la morte è 'ragionevolmente prevedibile'". Johnston è tornato dalla moglie dell’uomo dopo che il marito è stato ucciso con l’iniezione letale e lei gli ha detto: "Non pensavo fosse così facile» essere uccisi «con la nuova legge". Benvenuti nel Canada di Justin Trudeau.
I dati, diffusi da CTV News, sono altissimi ma secondo Ellen Wiebe, medico di Vancouver, che ha dichiarato di avere fatto morire recentemente almeno 40 pazienti (una via di mezzo fra un dottor Mengele e l'infermiera del tristemente noto professor Cazzaniga lombardo), "i numeri cresceranno, ne sono certa. Mi aspetto che raggiungeremo l’Olanda e il Belgio perché abbiamo leggi simili. Questo significa che l’eutanasia rappresenterà il 5% di tutte le morti del paese".
Merita di essere letto il drammatico articolo di Leone Grotti pubblicato sulla rivista "Tempi", che spiega come, purtroppo, la legge canadese sia molto più larga di quelle europee, belghe e olandesi.
Nel dettaglio, Grotti scrive: "...la legge (canadese, ndr) specifica che un medico non può essere incriminato di omicidio neanche quando la sua opinione sul rispetto dei criteri della legge si riveli 'errata'. Il testo della norma, infine, garantisce una inedita immunità a 'chiunque' faccia 'qualsiasi cosa' per procurare la morte di un terzo che ne abbia fatto richiesta". E ancora la constatazione che, purtroppo, impedire abusi di qualunque genere non è possibile. "E infatti dopo appena sei mesi non mancano drammatiche testimonianze. Will Johnston è un medico di famiglia di Vancouver e da mesi racconta casi in cui la legge è stata violata, senza che il governo o il sistema giudiziario del Canada si sentano in dovere di intervenire in alcun modo. Uno di questi casi riguarda un uomo, il cui nome è stato omesso per ragioni di privacy, con una malattia neurologica che l’ha reso parzialmente disabile. L’uomo, "che io ho visitato e che non era neanche lontanamente vicino alla morte, era fortemente depresso. Non usciva più di casa, aveva perso la speranza e sentiva che la sua vita non aveva più senso. Per questo voleva morire". "Ora, - scrive Johnston -, a qualunque altra persona non disabile sarebbe stato offerto un aiuto psicologico per uscire da questa brutta situazione". E invece l’uomo è stato ucciso da una dottoressa di Vancouver, che al telefono ha detto esplicitamente alla moglie che "la legge si può aggirare dichiarando che in qualunque momento può morire per un’infezione e che di conseguenza la morte è 'ragionevolmente prevedibile'". Johnston è tornato dalla moglie dell’uomo dopo che il marito è stato ucciso con l’iniezione letale e lei gli ha detto: "Non pensavo fosse così facile» essere uccisi «con la nuova legge". Benvenuti nel Canada di Justin Trudeau.
lunedì 26 dicembre 2016
Un cuore nuovo nel giorno di Natale
Il regalo più bello per un uomo di 34 anni di Kanata è arrivato proprio nel giorno di Natale: dopo sette mesi di attesa, per Eric Auger è arrivato un cuore nuovo.
Un viaggio difficile, quello di Eric con quello che è un problema congenito alla sua nascita e che ne ha sempre reso difficile l'operazione di trapianto a causa di varie complicazioni che, via via, si sono aggiunte alle sue già precarie condizioni.
Eppure questo canadese ricoverato all'Ottawa Civic Hospital, è riuscito a sposarsi nel 2010 con Amanda MacGillivray, e ad avere un figlio, Rylan, oggi di cinque anni.
Un regalo importante, per una persona che dall'età di 12 anni ha dovuto convivere con la presenza di un pacemaker. "E' bello non avere più macchine nel mio corpo", ha commentato Eric dopo l'intervento.
Un viaggio difficile, quello di Eric con quello che è un problema congenito alla sua nascita e che ne ha sempre reso difficile l'operazione di trapianto a causa di varie complicazioni che, via via, si sono aggiunte alle sue già precarie condizioni.
Eppure questo canadese ricoverato all'Ottawa Civic Hospital, è riuscito a sposarsi nel 2010 con Amanda MacGillivray, e ad avere un figlio, Rylan, oggi di cinque anni.
Un regalo importante, per una persona che dall'età di 12 anni ha dovuto convivere con la presenza di un pacemaker. "E' bello non avere più macchine nel mio corpo", ha commentato Eric dopo l'intervento.
domenica 7 agosto 2016
Vincenzo Di Marzo, pioggia di soldi dal Canada
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Vincenzo Di Marzo |
Di Marzo, biochimico e farmacologo di fama mondiale, è da tempo impegnato nella lotta contro l'obesità e le malattie croniche associate.
"Vincenzo Di Marzo è un leader mondiale nella chimica biomolecolare", ha affermato il ministro della Scienza canadese, Kirsty Duncan. "Il governo canadese - ha aggiunto - è orgoglioso di sostenere la sua attività di ricerca, che un giorno potrà alleviare le sofferenze di persone colpite da disturbi metabolici, come l'obesità e il diabete di tipo 2, in Canada e in tutto il mondo". (fonte: AGI)
sabato 16 luglio 2016
Ictus, secondo studio canadese il 90% evitabili eliminando fattori di rischio
Oltre nove casi di ictus su 10 nel
mondo sarebbero prevenibili combattendo 10 fattori di rischio
noti per questa malattia, da ipertensione a sedentarietà, da
cattiva alimentazione a vizio del fumo, da diabete a malattie
cardiovascolari, consumo di alcolici, obesità, fattori
psicosociali come lo stress.
Lo rivela un grosso studio mondiale pubblicato sulla rivista "The Lancet" e condotto presso la McMaster University in Canada su dati relativi a qualcosa come 26mila individui da 32 paesi del mondo.
Già altri studi in passato hanno evidenziato il ruolo degli stili di vita sul rischio di ictus e anche l'ampio margine di intervento per prevenire questo evento vascolare che può essere fatale o portare a disabilità anche permanente.
I ricercatori hanno potuto calcolare quanti ictus potrebbero essere evitati se un certo fattore di rischio scomparisse. Il numero di ictus potrebbe essere praticamente dimezzato se la pressione alta fosse eliminata a livello mondiale (-48% dei casi); potrebbe essere ridotto di oltre un terzo (-36%) se le persone fossero fisicamente attive; ridotto di quasi un quinto (-19% dei casi) se seguissero diete sane. Se fosse eliminata l'obesità nel mondo i casi di ictus potrebbero essere ridotti del 18,6%. E ancora, il numero di ictus potrebbe essere ridotto del 12% se il vizio del fumo fosse eliminato a livello mondiale; del 9% se fossero tenute sotto controllo le cause cardiovascolari. Altri fattori di rischio con un margine di intervento sono il diabete (responsabile del 4% dei casi), il consumo di alcolici (6% dei casi), lo stress (6% dei casi) e il quadro lipidico nel sangue, (non solo il colesterolo). (fonte: ANSA)
Lo rivela un grosso studio mondiale pubblicato sulla rivista "The Lancet" e condotto presso la McMaster University in Canada su dati relativi a qualcosa come 26mila individui da 32 paesi del mondo.
Già altri studi in passato hanno evidenziato il ruolo degli stili di vita sul rischio di ictus e anche l'ampio margine di intervento per prevenire questo evento vascolare che può essere fatale o portare a disabilità anche permanente.
I ricercatori hanno potuto calcolare quanti ictus potrebbero essere evitati se un certo fattore di rischio scomparisse. Il numero di ictus potrebbe essere praticamente dimezzato se la pressione alta fosse eliminata a livello mondiale (-48% dei casi); potrebbe essere ridotto di oltre un terzo (-36%) se le persone fossero fisicamente attive; ridotto di quasi un quinto (-19% dei casi) se seguissero diete sane. Se fosse eliminata l'obesità nel mondo i casi di ictus potrebbero essere ridotti del 18,6%. E ancora, il numero di ictus potrebbe essere ridotto del 12% se il vizio del fumo fosse eliminato a livello mondiale; del 9% se fossero tenute sotto controllo le cause cardiovascolari. Altri fattori di rischio con un margine di intervento sono il diabete (responsabile del 4% dei casi), il consumo di alcolici (6% dei casi), lo stress (6% dei casi) e il quadro lipidico nel sangue, (non solo il colesterolo). (fonte: ANSA)
sabato 16 aprile 2016
Sclerosi multipla: da Vancouver la rivoluzione dell'Ocrelizumab
Il farmaco sperimentale Ocrelizumab di
Roche conferma di avere un'efficacia superiore contro la
sclerosi multipla recidivante-remittente la sclerosi multipla
primariamente progressiva.
Questi, in sintesi, i risultati ottenuti da tre studi di fase 3, presentati in occasione del 68° convegno annuale dell'American Academy of Neurology in corso dal 15 al 21 aprile a Vancouver.
I dati presentati dimostrano che Ocrelizumab riduce significativamente la progressione della disabilità e il danno del tessuto cerebrale in entrambe le forme di sclerosi multipla. Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato sperimentale, progettato per colpire in maniera selettiva le cellule di un tipo specifico di cellule immunitarie considerate tra le principali responsabili del danno alla mielina (ovvero la guaina protettiva che ricopre le fibre nervose isolandole e fungendo loro da supporto) e all'assone (cellula nervosa), che si osserva nella sclerosi multipla e che determina disabilità.
A febbraio 2016, la Food and Drug Administration, l'agenzia regolatoria americana, ha riconosciuto a Ocrelizumab la designazione di "Breakthrough Therapy" (terapia fortemente innovativa) per il trattamento di pazienti affetti da sclerosi multipla primariamente progressiva. (cit. AGI)
Questi, in sintesi, i risultati ottenuti da tre studi di fase 3, presentati in occasione del 68° convegno annuale dell'American Academy of Neurology in corso dal 15 al 21 aprile a Vancouver.
I dati presentati dimostrano che Ocrelizumab riduce significativamente la progressione della disabilità e il danno del tessuto cerebrale in entrambe le forme di sclerosi multipla. Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato sperimentale, progettato per colpire in maniera selettiva le cellule di un tipo specifico di cellule immunitarie considerate tra le principali responsabili del danno alla mielina (ovvero la guaina protettiva che ricopre le fibre nervose isolandole e fungendo loro da supporto) e all'assone (cellula nervosa), che si osserva nella sclerosi multipla e che determina disabilità.
A febbraio 2016, la Food and Drug Administration, l'agenzia regolatoria americana, ha riconosciuto a Ocrelizumab la designazione di "Breakthrough Therapy" (terapia fortemente innovativa) per il trattamento di pazienti affetti da sclerosi multipla primariamente progressiva. (cit. AGI)
domenica 28 febbraio 2016
Virus Zika, 14 casi in Canada
Sono 14 i casi di virus Zika contratti da cittadini canadesi.
Lo hanno reso noto le autorità sanitarie del Canada (Public Health Agency), aggiungendo che tutti i pazienti contagiati avrebbero viaggiato nelle zone in cui si trovano i focolai del virus.
Non si ha pertanto notizia, almeno finora, della presenza della zanzara in terra canadese.
Le autorità della Provincia dell'Alberta hanno fatto sapere che tre casi sono stati registrati nel 2016, mentre un quarto risaliva addirittura al 2013.
Lo hanno reso noto le autorità sanitarie del Canada (Public Health Agency), aggiungendo che tutti i pazienti contagiati avrebbero viaggiato nelle zone in cui si trovano i focolai del virus.
Non si ha pertanto notizia, almeno finora, della presenza della zanzara in terra canadese.
Le autorità della Provincia dell'Alberta hanno fatto sapere che tre casi sono stati registrati nel 2016, mentre un quarto risaliva addirittura al 2013.
sabato 29 agosto 2015
Poca vitamina D, rischio sclerosi multipla
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L'articolo completo pubblicato dalla rivista Plos Medicine |
La ricerca, condotta su un campione di 14.498 persone, è stata pubblicata sulla rivista Plos Medicine.
Serviranno altri studi per capire se la malattia autoimmune degenerativa del sistema nervoso, che colpisce 2,3 milioni di persone al mondo e che ancora non conosce cure, possa essere prevenuta grazie aumentando la quantità della 'vitamina del sole'. (fonte: ANSA).
venerdì 14 agosto 2015
Frances Oldham Kelsey, addio all'eroina del talidomide
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Frances Oldham Kelsey |
La Kelsey lascia dietro di se un'eredità importante. A lei si devono le norme per la sicurezza dei medicinali: nei suoi 45 anni di carriera ha infatti aiutato a riscrivere le regole per i test medici, rafforzando le tutele per gli americani e combattendo i conflitti di interessi nella medicina.
Ciò che però le diede fama internazionale fu la storica decisione presa quando lavorava al Food and Drug Administration, negando con determinazione l'autorizzazione alla messa in commercio negli Stati Uniti del talidomide, sedativo sviluppato dal medico e chimico tedesco Heinrich Mueckter (condannato nel 1946 per aver effettuato esperimenti nei campi di concentramento polacchi durante il nazismo) e messo in commercio nel 1957 dalla ditta tedesca Chemie Grünenthal. Il tutto nonostante la grande popolarità del farmaco in molti paesi e le pressioni ricevute dall'azienda produttrice. Per la Kelsey infatti la richiesta conteneva dati incompleti e insufficienti sulla sicurezza del farmaco: mancavano in particolare i dati che indicavano se potesse attraversare la placenta, che fornisce nutrimento al feto.
Fino al 1962, quando venne bandito dal commercio, provocò nel mondo circa diecimila nascite di bambini deformi, o addirittura privi di gambe e braccia. Non negli Stati Uniti però. Dove grazie alla ferma decisione di Kelsey si evitò la diffusione del farmaco.
Nel luglio del 1962 i meriti della Kelsey vennero pubblicamente riconosciuti e la scienziata fu premiata dal presidente americano John F. Kennedy. Solo nel 2012 la casa farmaceutica tedesca Grünenthal, ha chiesto ufficialmente scusa alle vittime del farmaco.
venerdì 22 maggio 2015
Lenti bioniche, la rivoluzione che dice basta agli occhiali
Lenti bioniche al posto degli occhiali. Potrebbe essere questa una delle prossime grandi rivoluzioni, e la notizia arriva dal Canada.
Il dottor Garth Webb, ceo della Ocumetrics, azienda della British Columbia, afferma infatti di avere inventato un piccolo obiettivo bionico che permetterà ai pazienti di vedere fino a tre volte dell'immagine di 20/20, evento che potrebbe segnare la fine di occhiali e lenti a contatto. Le lenti bioniche, secondo Webb, curerebbero anche l'astigmatismo e la cataratta, ma potrebbero addirittura migliorare il concetto stesso di vista umana.
Le lenti bioniche dovranno comunque prima essere sottoposte a Health Canada, e non saranno comunque pronte prima di due anni.
La lente bionica verrebbe impiantata nell'occhio, attraverso una procedura simile a quella della chirurgia relativa alla cataratta. L'intervento dovrebbe durare non più di una decina di minuti, per un costo relativamente basso, circa mille dollari per l'obiettivo più il costo dell'intervento chirurgico.
Il dottor Garth Webb, ceo della Ocumetrics, azienda della British Columbia, afferma infatti di avere inventato un piccolo obiettivo bionico che permetterà ai pazienti di vedere fino a tre volte dell'immagine di 20/20, evento che potrebbe segnare la fine di occhiali e lenti a contatto. Le lenti bioniche, secondo Webb, curerebbero anche l'astigmatismo e la cataratta, ma potrebbero addirittura migliorare il concetto stesso di vista umana.
Le lenti bioniche dovranno comunque prima essere sottoposte a Health Canada, e non saranno comunque pronte prima di due anni.
La lente bionica verrebbe impiantata nell'occhio, attraverso una procedura simile a quella della chirurgia relativa alla cataratta. L'intervento dovrebbe durare non più di una decina di minuti, per un costo relativamente basso, circa mille dollari per l'obiettivo più il costo dell'intervento chirurgico.
domenica 12 ottobre 2014
Ebola, anche il Canada lancia l'allarme
L'ebola non è certamente una malatia da prendere sottogamba, come pare invece fare il governo italiano, i cui confini nei confronti di chi arriva da Paesi esposti al contagio sono ormai ridotti peggio di un groviera in decomposizione.
Il governo canadese, per esempio, ha consigliato ai suoi cittadini di lasciare immediatamente le nazioni più colpite dall'epidemia, prendendo allo stesso tempo misure per controllare ai suoi confini gli ingressi da questi stessi Stati.
"Stiamo chiedendo ai canadesi che vivono in Sierra Leone, Guinea e Liberia di prendere in considerazione di lasciare" questi Paesi con voli commerciali "finché questi sono ancora disponibili", ha detto il ministro della Sanità di Ottawa, Rona Ambrose.
Intanto, ancora il Canada si distingue nella lotta al virus. Uno dei due vaccini 'promettenti' segnalati dall'OMS è infatti quello sviluppato dall'Agenzia di Sanità Pubblica Canada a Winnipeg, la cui licenza di commercializzazione è di proprietà della NewLink Genetics.
Il governo canadese, per esempio, ha consigliato ai suoi cittadini di lasciare immediatamente le nazioni più colpite dall'epidemia, prendendo allo stesso tempo misure per controllare ai suoi confini gli ingressi da questi stessi Stati.
"Stiamo chiedendo ai canadesi che vivono in Sierra Leone, Guinea e Liberia di prendere in considerazione di lasciare" questi Paesi con voli commerciali "finché questi sono ancora disponibili", ha detto il ministro della Sanità di Ottawa, Rona Ambrose.
Intanto, ancora il Canada si distingue nella lotta al virus. Uno dei due vaccini 'promettenti' segnalati dall'OMS è infatti quello sviluppato dall'Agenzia di Sanità Pubblica Canada a Winnipeg, la cui licenza di commercializzazione è di proprietà della NewLink Genetics.
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