Il Canada, si sa, ha da sempre mantenuto una posizione fortemente critica nei confronti di Donald Trump.
Una scelta perseguita spesso oltre i limiti della demagogia per esempio dalla televisione canadese,la CBC (ma di questo ne parlerò in un articolo a parte).
In questo post vi mostreremo i titoli dei principali quotidiani online canadesi sull'elezione del leader repubblicano, che ha sbaragliato il campo a Hillary Clinton, divenendo così il 45° presidente degli Stati Uniti d'America, dopo Barack Obama.
Cominciando da Ovest, il Vancouver Sun mette tutto nel titolo: "Trump: An unapologetic nationalist, trade populist becomes 45th U.S. president". L'Ottawa Citizen non si espone più di tanto e anzi, dopo poche ore dal giuramento di Trump, lo relega fra le notizie laterali: "Donald Trump is sworn in as President of the United States" è il titolo del quotidiano della capitale. Più blando di così... Sempre nell'OC il critico cinematografico Jay Stone trasforma la giornata inaugurale della presidenza Trump in una sceneggiatura da film. Ovviamente da stroncare.
Chi invece prende una posizione forte è, al solito, il Toronto Star, da sempre orientato su posizioni di 'sinistra' e che già in passato si era distinto per una serie di furiosi attacchi contro Silvio Berlusconi sferrati dalla incerta penna di una giornalista il cui nome (che fortunatamente ho dimenticato) tradiva origini italiane. Lo Star, invece che sul giuramento, apre puntando sulle (presunte) violenze della polizia sui manifestanti anti-Trump, nemmeno poi così tanti, ma in grado di affrontare la polizia in stile black-bloc, con lancio di pietre, fumogeni e incapucciamenti: "Police make arrests, deploy pepper spray in confrontation with Trump protesters". Insomma, scene già viste in Europa e ampiamente giustificate da quelle stesse parti politiche che ora deplorano Trump. Quella 'informazione' che identifica un gruppuscolo di criminali violenti con 'la gente' e che per questo parla di 'America divisa', quando invece la vittoria di Trump è apparsa fin da subito netta e senza possibilità di replica. Ma tant'è, allo Star si ragiona così da tempo, la macchina mediatica e demagogica del dare addosso al nuovo presidente degli Stati Uniti è cominciata da tempo ma, evidentemente, non ha sortito gli effetti sperati. La gente, fortunatamente, almeno quella che rappresenta l'orgoglio nazionale americano, non si è fatta condizionare.
Anche il Globe and Mail, sebbene in maniera più signorile, non risparmia critiche al neopresidente: "Donald Trump’s inauguration: ‘It’s going to be only America first’", è il titolo di apertura, seguito da due approfondimenti. Nel primo, un editoriale dal titolo "Keep calm and carry on, world", si sottolinea: "The election of Donald Trump has been an agonizing experience. America’s friends have been dumbfounded by Mr. Trump’s alliances, temperament and policy utterances. There is good reason to fear the worst, having seen and heard the kind of man he is". Nel secondo, "Donald Trump: Our anti-American president", l'autrice, Sarah Kendzior, scrive: "What I didn’t see a year ago were the issues about which I worry most now: usurpation by a foreign dictatorship whose technological prowess outpaced our institutional response. The potential deployment of nuclear weapons, with which Mr. Trump has had a life-long fascination and has said he would use. The rise of neo-Nazis into the mainstream media, where they are instead called the “alt-right” and heralded for their fashion sense. An international cadre of billionaire kleptocrats, backed by the Kremlin but rising all over the West, whose combined power is little match for democratic entities weakened through war and recession and vulnerable to online propaganda".
Chiudiamo con l'unico giornale che, senza gloria, per lo meno, prende atto della realtà nuda e cruda. E' il Sun, che difatti viene considerato il giornale più 'a destra' del mondo media canadese. Il titolo dell'editoriale è chiaro: "Call him what you want, but Trump is now called Mr. President". All'interno si legge: "Pay no attention to that scruffy-looking man standing on the corner with the sandwich board proclaiming, “The end is nigh. He’s nothing more than the liberal elite in disguise. He represents the sore losers from the Democratic side, the socialists who have overtaken academia, the Tinseltowners whose white-picket fences are too high for them to see the real world, and a media that overwhelmingly showed its left-wing colours and got angrier by the minute when ordinary Americans started paying them no heed. And, by the way, the man with the sandwich board? He’s wrong that the end is nigh. It has arrived".