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| Jean-Pierre Lacroix |
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giovedì 16 novembre 2017
ONU, vertice Difesa Vancouver: 46 nuovi impegni per le missioni di pace
domenica 3 settembre 2017
Fred Herzog, un libro sui colori di Vancouver
Si riporta un articolo tratto da "Internazionale", relativo al libro di fotografie di Fred Herzog, dedicato alla città della British Columbia.
"I colori di Vancouver"
Fino agli anni sessanta la pellicola a colori come la Kodachrome è considerata un prodotto di uso comune, non certo per fotografi professionisti. Prima che il colore sia riscattato da William Eggleston e Stephen Shore, già negli anni cinquanta un tedesco immigrato a Vancouver ne esplora le potenzialità.
Nato nel 1930 a Stoccarda, a vent’anni Fred Herzog compra la sua prima macchina fotografica usando rullini in bianco e nero. Nel 1952 parte per il Canada in cerca di lavoro. Si stabilisce a Vancouver e trova impiego in un cantiere navale, e nel tempo libero esplora e fotografa le strade della città. Solo nel 1953 scatta circa 120mila foto, usando una pellicola che non offre molte possibilità perché è poco sensibile alla luce, la Kodachrome 10 Iso.
Herzog si aggira per la città come un flâneur attratto da elementi in apparenza trascurabili. Per lui è fondamentale passare inosservato, a partire dal corredo fotografico: usa solo piccole macchine che gli consentono di cogliere la vita nella maniera più reale possibile, senza che sia condizionata dalla sua presenza. Per molti anni Herzog va avanti così, non pensa di essere un artista e non ricerca il successo. La sua prima grande mostra arriva tardi, organizzata dalla Vancouver art gallery nel 2007.
La monografia Modern color, pubblicata da Hatje Cantz, rende finalmente giustizia al lavoro di Herzog che, come racconta a Time, non si è mai considerato un pioniere del colore: all’epoca c’era anche Saul Leiter, ma Herzog si è distinto per la quantità di materiale prodotto e con cui ha raccontato una nuova cultura, lontana dalla sua Germania devastata dalla guerra, mostrandone le vetrine dei negozi, le automobili, i manifesti pubblicitari, elementi fondanti del sogno americano che il fotografo non vuole criticare ma osservare come fenomeno sociale.
Nel libro sono raccolte circa 230 foto, corredate da saggi di David Campany, Hans-Michael Koetzle e Jeff Wall.
"I colori di Vancouver"
Fino agli anni sessanta la pellicola a colori come la Kodachrome è considerata un prodotto di uso comune, non certo per fotografi professionisti. Prima che il colore sia riscattato da William Eggleston e Stephen Shore, già negli anni cinquanta un tedesco immigrato a Vancouver ne esplora le potenzialità.
Nato nel 1930 a Stoccarda, a vent’anni Fred Herzog compra la sua prima macchina fotografica usando rullini in bianco e nero. Nel 1952 parte per il Canada in cerca di lavoro. Si stabilisce a Vancouver e trova impiego in un cantiere navale, e nel tempo libero esplora e fotografa le strade della città. Solo nel 1953 scatta circa 120mila foto, usando una pellicola che non offre molte possibilità perché è poco sensibile alla luce, la Kodachrome 10 Iso.
Herzog si aggira per la città come un flâneur attratto da elementi in apparenza trascurabili. Per lui è fondamentale passare inosservato, a partire dal corredo fotografico: usa solo piccole macchine che gli consentono di cogliere la vita nella maniera più reale possibile, senza che sia condizionata dalla sua presenza. Per molti anni Herzog va avanti così, non pensa di essere un artista e non ricerca il successo. La sua prima grande mostra arriva tardi, organizzata dalla Vancouver art gallery nel 2007.
La monografia Modern color, pubblicata da Hatje Cantz, rende finalmente giustizia al lavoro di Herzog che, come racconta a Time, non si è mai considerato un pioniere del colore: all’epoca c’era anche Saul Leiter, ma Herzog si è distinto per la quantità di materiale prodotto e con cui ha raccontato una nuova cultura, lontana dalla sua Germania devastata dalla guerra, mostrandone le vetrine dei negozi, le automobili, i manifesti pubblicitari, elementi fondanti del sogno americano che il fotografo non vuole criticare ma osservare come fenomeno sociale.
Nel libro sono raccolte circa 230 foto, corredate da saggi di David Campany, Hans-Michael Koetzle e Jeff Wall.
sabato 1 luglio 2017
Mattarella, ultima tappa canadese a Vancouver
La visita del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, in Canada, si è conclusa dopo sei giorni con il viaggio in British Columbia, a Vancouver, ultima tappa dopo Ottawa, Montreal e
Toronto.
Mattarella, dopo aver visitato un centro di ricerca di fisica nucleare, si è spostato al centro culturale italiano, incontrando la comunità italiana di Vancouver.
Il presidente italiano si è anche intrattenuto con il governatore della British Columbia, Judith Guichon.
Toronto.
Mattarella, dopo aver visitato un centro di ricerca di fisica nucleare, si è spostato al centro culturale italiano, incontrando la comunità italiana di Vancouver.
Il presidente italiano si è anche intrattenuto con il governatore della British Columbia, Judith Guichon.
martedì 20 dicembre 2016
Fentanyl assassino, nove morti a Vancouver
Una overdose di massa di fentanyl ha causato almeno nove morti nel giro di un giorno, tra giovedì e venerdì, nell'area di Vancouver. L'oppioide è stato assunto dalle vittime, tutte residenti nella città dellla Columbia Britannica.
Lo ha reso noto il sindaco, Gregor Robertson: "E' un periodo terribile per Vancouver ed è difficile vedere segnali incoraggianti finché non avremo toccato il fondo".
In Canada l'abuso di sostanze stupefacenti ha causato duemila morti nel 2015 e ne sono previsti ancora di più entro la fine dell'anno. Dalla fine del mese di novembre sono 160 le persone rimaste uccise dall'uso di questo oppiaceo, contro le 67 di tutto il 2015.
L'istituto di medicina legale della provincia della Colombia Britannica ha confermato che il fentanyl è stato responsabile di due terzi dei 622 morti per overdose di stupefacenti nei primi nove mesi del 2016, una percentuale due volte superiore all'anno precedente.
La ministra della Giustizia, Jane Philpott, ha sottolineato la possibilità di decretare lo "stato di emergenza".
Lo ha reso noto il sindaco, Gregor Robertson: "E' un periodo terribile per Vancouver ed è difficile vedere segnali incoraggianti finché non avremo toccato il fondo".
In Canada l'abuso di sostanze stupefacenti ha causato duemila morti nel 2015 e ne sono previsti ancora di più entro la fine dell'anno. Dalla fine del mese di novembre sono 160 le persone rimaste uccise dall'uso di questo oppiaceo, contro le 67 di tutto il 2015.
L'istituto di medicina legale della provincia della Colombia Britannica ha confermato che il fentanyl è stato responsabile di due terzi dei 622 morti per overdose di stupefacenti nei primi nove mesi del 2016, una percentuale due volte superiore all'anno precedente.
La ministra della Giustizia, Jane Philpott, ha sottolineato la possibilità di decretare lo "stato di emergenza".
sabato 2 novembre 2013
Bitcoin apre il primo bancomat a Vancouver
Bitcoin, la moneta 'virtuale' così trendy ma anche controversa, ha ora anche il suo primo 'sportello bancomat'.
Lo ha aperto martedì scorso la società Robocoin in una caffetteria di Vancouver. Un vero e proprio 'Atm', come vengono chiamati i bancomat nordamericani.
Il bancomat di Bitcoin consente di scambiare la valuta virtuale con dollari canadesi e viceversa. Funziona effettuando la scansione della mano dell'utente per far sì che non venga superato un limite giornaliero di scambio di 3mila dollari canadesi, pari a quello previsto dalla legge anti-riciclaggio del Canada.
Solo nel primo giorno, spiega Robocoin, sono state effettuate 81 transazioni per uno scambio di oltre 10mila dollari. Circa un terzo degli utilizzatori era alla sua prima volta con Bitcoin. Infatti l'Atm può essere utilizzato anche da chi non possiede ancora un conto e decide di creare un account per scambiare denaro con la moneta virtuale.
Creata nel 2009, Bitcoin è moneta 'crittografata' che può essere acquistata con valuta tradizionale su internet. Utilizza la tecnologia peer-to-peer, quella dello scambio di file online, e non opera con alcuna autorità centrale, né tanto meno con banche. La gestione delle transazioni e l'emissione di Bitcoin viene effettuata collettivamente dalla rete.
Anche se non ancora universalmente accettata, la moneta del web fa comunque proseliti grazie al numero sempre maggiore di aziende che cominciano ad accettarla. L'ultima in ordine di tempo è stata Baidu, il 'Google cinese'.
Fra i suoi investitori Bitcoin annovera pure i gemelli Winklevoss, i 'nemici' di Mark Zuckerberg, che provarono a rivendicare la paternità di Facebook.
martedì 17 settembre 2013
Città più vivibili del mondo, Toronto è la più grande
Canada o Australia, non si scappa. Parla britannico la classifica delle città più vivibili del mondo, una sfida interna al Commonwealth stilata dall'Economist Intelligence Unit, applicato a 140 città, e che premia la diffusa disponibilità di beni e servizi, i bassi rischi personali ed efficaci infrastrutture.
Per il terzo anno di fila sono gli australiani a confermarsi leader della classifica con Melbourne, capitale dello stato di Victoria nel sudest del continente. I 'melburnians' avevano strappato il titolo proprio a una città canadese, Vancouver, nel 2010, quest'anno retrocessa al terzo posto pure da Vienna.
Fra le 'top ten', ben quattro città sono australiane. Oltre alla prima, Melbourne, ci sono Adelaide (5.a), Sidney (7.a) e Perth (9.a), ma anche le canadesi si difendono bene: dopo Vancouver svettano Toronto proprio alla base del podio (4.a) e Calgary (5.a a pari merito con Adelaide). Il Commonwealth festeggia anche con la neozelandese Auckland (10.a), mentre Londra è solo 55.a.
Toronto, in particolare, è la città più grande del mondo fra le dieci più vivibili, con quasi sei milioni di abitanti nella sua area metropolitana, contro i 4,25 milioni di Melbourne.
In fondo alla classifica Damasco, preceduta da Teheran e da Douala (Camerun), mentre continua la risalita della colombiana Bogotà, grazie anche alla diminuzione della violenza legata alla guerriglia.
Per il terzo anno di fila sono gli australiani a confermarsi leader della classifica con Melbourne, capitale dello stato di Victoria nel sudest del continente. I 'melburnians' avevano strappato il titolo proprio a una città canadese, Vancouver, nel 2010, quest'anno retrocessa al terzo posto pure da Vienna.
Fra le 'top ten', ben quattro città sono australiane. Oltre alla prima, Melbourne, ci sono Adelaide (5.a), Sidney (7.a) e Perth (9.a), ma anche le canadesi si difendono bene: dopo Vancouver svettano Toronto proprio alla base del podio (4.a) e Calgary (5.a a pari merito con Adelaide). Il Commonwealth festeggia anche con la neozelandese Auckland (10.a), mentre Londra è solo 55.a.
Toronto, in particolare, è la città più grande del mondo fra le dieci più vivibili, con quasi sei milioni di abitanti nella sua area metropolitana, contro i 4,25 milioni di Melbourne.
In fondo alla classifica Damasco, preceduta da Teheran e da Douala (Camerun), mentre continua la risalita della colombiana Bogotà, grazie anche alla diminuzione della violenza legata alla guerriglia.
venerdì 6 settembre 2013
Terremoto in Canada, nuovo sisma al largo dell'isola di Vancouver
Ancora una scossa di terremoto è stata avvertita nella parte occidentale del Canada. Il movimento tellurico è avvenuto due giorni fa.
La scossa, di magnitudo 6,2, è stata registrata nell'Oceano Pacifico al largo dell'isola di Vancouver, lungo la costa occidentale della Columbia Britannica.
La notizia è stata resa nota dall'istituto geologico degli Stati Uniti, che ha precisato come l'epicentro del sisma sia stato individuato a 200 chilometri a ovest di Port Hardy (nella foto), a circa 12 chilometri di profondità sotto il fondo del mare.
Nello stesso distretto un altro sisma era stato registrato alla fine del mese di luglio. In quell'occasione la magnitudo era stata del quinto grado della scala Richter.
La scossa, di magnitudo 6,2, è stata registrata nell'Oceano Pacifico al largo dell'isola di Vancouver, lungo la costa occidentale della Columbia Britannica.
La notizia è stata resa nota dall'istituto geologico degli Stati Uniti, che ha precisato come l'epicentro del sisma sia stato individuato a 200 chilometri a ovest di Port Hardy (nella foto), a circa 12 chilometri di profondità sotto il fondo del mare.
Nello stesso distretto un altro sisma era stato registrato alla fine del mese di luglio. In quell'occasione la magnitudo era stata del quinto grado della scala Richter.
domenica 28 luglio 2013
Terremoto al largo dell'isola di Vancouver
Un terremoto in Canada, per la precisione a Vancouver, quasi non fa notizia. Certo, quello che si è verificato ieri e che è stato registrato dall’Usgs, il servizio geologico americano in Canada, non è roba da poco.
Il sisma è avvenuto nel distretto dell’Isola di Vancouver, alle 14.57 ora italiana, ed è stato calcolato di magnitudo 5 nella scala Richter di rilevazione, con ipocentro fissato alla profondità di 10 chilometri.
Il terremoto ha avuto epicentro in mare, ma a pochi chilometri dalla costa, e anche per questo non ha praticamente creato danni a persone o cose. (foto: Flickr)
sabato 20 luglio 2013
Cory Monteith, cremata la salma della star di "Glee"
Si sono svolti martedì 16 luglio a Vancouver i funerali dell'attore canadese Cory Monteith, scomparso pochi giorni, stroncato da un mix di eroina e alcol.
La 'stella' della serie televisiva "Glee", morto all'età di 31 anni, è stata cremata al termine di una cerimonia privata, alla presenza dei familiari più stretti eccetto il padre Joe, non invitato dopo la lontananza dalla famiglia causata dal divorzio avvenuto quando Monteith aveva appena sette anni.
Intanto una portavoce dell'ufficio del coroner, Barb McLintock, ha sottolineato che sulla vicenda "non c'è assolutamente niente a questo punto, nessuna prova né indizio, che si tratti di qualcos'altro che non il più triste e tragico incidente".
mercoledì 17 luglio 2013
Cory Monteith ucciso da un mix di eroina e alcol
E' stato un potente mix di eroina e di alcol a uccidere il noto attore canadese Cory Monteith, ritrovato cadavere in una stanza del 21° piano del Fairmont Pacific Rim Hotel di Vancouver, dopo che il personale dell'albergo aveva cominciato a insospettirsi per non aver visto l'attore, che avrebbe dovuto liberare la propria camera in giornata.
A confermare le cause del decesso è stata la stessa polizia canadese. La star della serie televisiva "Glee", del resto, già in passato aveva avuto grossi problemi di droga.
Monteith, 31 anni, nella serie televisiva, interpretava il ruolo di Finn Hudson, un giocatore di football americano, e nella vita era compagno di Lea Michele, sua collega proprio nel telefilm.
Nel mese di aprile era entrato volontariamente in un programma di riabilitazione per abuso di sostanze stupefacenti.
domenica 14 luglio 2013
Cory Monteith ritrovato morto a Vancouver
Il mondo dello spettacolo mondiale, ma soprattutto canadese, è scosso dalla notizia della morte di Cory Monteith, attore 31.enne, star della nota serie televisiva "Glee", nella quale interpretava il ruolo del quarterback Finn Hudson.
Monteith è stato rinvenuto cadavere in una stanza del 21° piano del Fairmont Pacific Rim Hotel di Vancouver, dopo che il personale dell'albergo ha cominciato a insospettirsi per non aver visto l'attore, che avrebbe dovuto liberare la propria camera.
Non si conoscono al momento le cause del decesso, ma in passato l'attore aveva avuto problemi di alcol e droga.
L'attore era uscito con altre persone prima di rientrare in albergo, tutti possibili testimoni al momento interrogati dalla polizia. "Non abbiamo ancora molte informazioni sulla causa del decesso", ha spiegato la coroner Lisa Lapointe.
Ad aprile Monteith era entrato volontariamente in un programma di riabilitazione per abuso di sostanze stupefacenti. La notizia aveva sorpreso fan e colleghi, ma per la 'star' canadese pareva trattarsi di una ricaduta dopo una giovinezza ribelle. Commentando i suoi eccessi adolescenziali, Monteith aveva infatti dichiarato: "Sono fortunato a essere ancora vivo". E nella sua lotta pareva decisiva la figura della compagna, sul set e nella vita, Lea Michele, conosciuta durante le riprese di "Glee".
giovedì 11 luglio 2013
The Vampire Diaries: Italia, conto alla rovescia per la 3.a stagione della serie nata in Canada
Lo so che state fremendo, come il sottoscritto. Cosa succederà a Elena Gilbert alias Katherine Pierce? Come si svilupperà l'intricata trama di uno dei 'masterpiece' dei serial televisivi moderni, quello di "The Vampire Diaries"? Turbe e gemiti adolescenziali, sogni di adulti che amano librarsi in voli di Peter Pan. Forse, ma la sapiente mistura del cocktail fascino-mistero attaccato all'eterea ed eterna figura del vampiro ha colpito ancora.
E in Italia, il 17 luglio, sarà la volta dell'uscita del terzo cofanetto, una terza serie attesissima (almeno a giudicare dal finale della seconda) e ancora ricca di colpi di scena.
Non ditemi nulla, io me la 'berrò' nel giro di cinque/sei giorni, dopo essermi volutamente privato del piacere/dolore di conoscere tutto in anticipo.
E in Italia, il 17 luglio, sarà la volta dell'uscita del terzo cofanetto, una terza serie attesissima (almeno a giudicare dal finale della seconda) e ancora ricca di colpi di scena.
Non ditemi nulla, io me la 'berrò' nel giro di cinque/sei giorni, dopo essermi volutamente privato del piacere/dolore di conoscere tutto in anticipo.
Intanto, però, forse non tutti sanno che c'è tanto Canada in questa serie. A cominciare dalla protagonista, Nina Dobrev, nata sì a Sofia, in Bulgaria, ma trasferitasi giovanissima (due anni!) a Toronto.
Sara Canning invece, che nel telefilm interpreta il ruolo della zia di Elena (Jenna Sommers), in Canada ci è proprio nata, a Gander, nel Newfoundland, nel 1987 (e pur interpretando un ruolo più 'vecchio' rispetto a quella della Dobrev, è più anziana di appena quattro anni rispetto alla collega).
Canadesi sono anche Mia Kirschner, nata a Toronto nel 1975, interprete del ruolo di Isobel Fleming, e Daniel Gillies, nato a Winnipeg nel 1976 (ma poi nazionalizzato neozelandese), che interpeta la figura di Elijah Mikaelson. Infine ecco Chris William Martin, nato nel 1975 a Burnaby, nella British Columbia, uno dei più importanti attori canadesi degli ultimi anni, che però compare solo nei primi episodi della serie (che io sappia, almeno, visto che ho visto solo le prime due).
E poi c'è... dove tutto è nato. Già, perché il primo episodio, quello che in gergo viene definito 'pilota', venne girato a Vancouver, per poi solo successivamente trasferirsi a Covington, Georgia.
Insomma, se è vero che ci sono serie molto più canadesi di questa, si può dire che in "The Vampire Diaries" la bandiera della foglia d'acero sventola con forza. E noi, il 17 luglio, saremo pronti ad afferrarne la sua nuova, affascinante puntata.
NINA DOBREV, IL FASCINO DISCRETO DELLA VAMPIRA 'MADE IN TORONTO'
NINA DOBREV, IL FASCINO DISCRETO DELLA VAMPIRA 'MADE IN TORONTO'
E, per quanto riguarda i video, oltre a un trailer sulla terza stagione e ad alcune interviste, lasciatemi inserire la canzone "Siren Song" dei Bat for Lashes, che canadesi non sono (sono di Brighton, Inghilterra), ma che forse caratterizzano l'intera prima stagione con questo loro pezzo bellissimo eseguito nel primissimo episodio. Quello 'made in Canada', appunto.
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mercoledì 22 maggio 2013
Coco Rocha esalta la moda 2.0 (video)
Ed eccola qui, la canadese bella e perfetta: Coco Rocha, un nome un programma, ma soprattutto un melange etnico tipico del 'nuovo mondo' a nord del confine: nata a Vancouver nel 1988, di origini irlandesi, gallesi e russe.
Nel 2006 appare sulla copertina di "Vogue Italia" e sfila, tra gli altri, per Dolce e Gabbana, Prada e Versace.
Stavolta la bella canadesina scoperta mentre zampettava sul ritmo di musica irlandese ha parlato a MarieClaire.it della tecnologia associata alla moda.

E arriva una bella 'scopertona', ovvero che per la Rocha le innovazioni tecnologiche avrebbero profondamente modificato il volto del mondo del fashion, allargandolo a un maggior numero di utenti. "A mio parere per tanto tempo l'industria del fashion è rimasta un mondo intoccabile, profondamente elitario. Ma da qualche decennio a questa parte ha abbracciato la tecnologia, invertendo un trend che dura da centinaia d'anni... Sono contenta di essere stata testimone di questo importante cambiamento".
Sempre la Rocha ha poi parlato della sua attività online e di come il marito la aiuti in questo. Cioè, mi chiedo, senza di lui non sarebbe in grado nemmeno di aprirsi un blog? "Se non ci fosse stato lui sarei stata costretta a chiudere diversi account perché non ho abbastanza tempo per curarli tutti io personalmente. Ma è importante riuscire a gestire tutto in famiglia perché così garantisco l'autenticità dei miei alter ego virtuali". Alter ego virtuali? Da una canadese mi aspettavo sinceramente qualcosa di più...
Nel 2006 appare sulla copertina di "Vogue Italia" e sfila, tra gli altri, per Dolce e Gabbana, Prada e Versace.
Stavolta la bella canadesina scoperta mentre zampettava sul ritmo di musica irlandese ha parlato a MarieClaire.it della tecnologia associata alla moda.
E arriva una bella 'scopertona', ovvero che per la Rocha le innovazioni tecnologiche avrebbero profondamente modificato il volto del mondo del fashion, allargandolo a un maggior numero di utenti. "A mio parere per tanto tempo l'industria del fashion è rimasta un mondo intoccabile, profondamente elitario. Ma da qualche decennio a questa parte ha abbracciato la tecnologia, invertendo un trend che dura da centinaia d'anni... Sono contenta di essere stata testimone di questo importante cambiamento".Sempre la Rocha ha poi parlato della sua attività online e di come il marito la aiuti in questo. Cioè, mi chiedo, senza di lui non sarebbe in grado nemmeno di aprirsi un blog? "Se non ci fosse stato lui sarei stata costretta a chiudere diversi account perché non ho abbastanza tempo per curarli tutti io personalmente. Ma è importante riuscire a gestire tutto in famiglia perché così garantisco l'autenticità dei miei alter ego virtuali". Alter ego virtuali? Da una canadese mi aspettavo sinceramente qualcosa di più...
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