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venerdì 25 maggio 2018

Bombay Bhel, esplosione criminale provoca 15 feriti

I due criminali autori dell'attentato ripresi dalle telecamere
Sono circa 15 i feriti causati dall'esplosione di un ordigno artigianale in un ristorante indiano a Mississauga, cittadina dell'Ontario nei pressi di Toronto. Ricoverati in ospedale, la maggior parte ha già lasciato l'ospedale, mentre tre che erano in condizioni critiche sono stati stabilizzati. Secondo quanto ha indicato la polizia, nulla lascia ritenere che ci si trovi di fronte ad un attentato terroristico o ad un gesto di odio.
Le forze dell'ordine hanno confermato che un rudimentale ordigno (ied) sarebbe esploso nel ristorante Bombay Bhel della cittadina. Autori del crimine due persone, dall'aspetto particolarmente giovane, identificate dalle telecamere fisse sono attivamente ricercate.

mercoledì 25 aprile 2018

Attentato Toronto, la prima vittima identificata è italo-canadese

Anne Marie D'Amico
In Canada un furgone bianco ha travolto una decina di persone che camminavano lungo un marciapiede nel centro di Toronto, dove si sta svolgendo il G7. L'incidente è avvenuto intorno alle 13:30 ora locale, le 19:30 in Italia. Il bilancio è di almeno 10 morti e 15 feriti, 4 dei quali gravi. Il guidatore, il 25enne Alek Minassian, è stato arrestato. Secondo un testimone, l'uomo ha guidato per centinaia di metri "falciando le persone una a una".
La prima vittima identificata è una donna, Anne Marie D'Amico. Il furgone bianco, preso a noleggio, ha improvvisamente superato la barriera che separa la strada dall'area pedonale e ha travolto le persone sul marciapiede. Nei concitati momenti seguiti alla diffusione della notizia, la polizia ha invitato tutti a stare lontani dalla zona dell'incidente, mentre le autorità cittadine hanno fermato la linea della metropolitana che passa nella zona.
Il movente del gesto non è ancora chiaro. Gli inquirenti non tralasciano alcuna pista, anche se la polizia ha affermato che "al momento non c'è alcuna connessione con un possibile atto di terrorismo".
Intanto il premier canadese, Justin Trudeau, ha parlato di "atto folle" ed espresso vicinanza alle vittime: "I nostri pensieri sono con tutte le persone colpite".
 L'autista, residente a Richmond Hill nella periferia Nord di Toronto, è stato fermato dopo un tentativo di fuga. "C'era un poliziotto e l'uomo aveva una pistola in mano", ha raccontato un passante che ha assistito alla scena. Il conducente ha quindi gettato a terra l'arma ed è stato arrestato. Minassian è uno studente di origine armena del Seneca College di Toronto. A differenza di quanto riportato da alcuni media, l'uomo non era noto alle forze dell'ordine canadesi e avrebbe ricercato sul web notizie sulla strage del 2014 di Isla Vista, in California, quando un ragazzo di 22 anni investì e uccise sei persone. Dopo l'arresto l'uomo è stato incriminato per omicidio volontario e per il tentato omicidio dei 15 feriti. (fonte: TgCom)

martedì 24 aprile 2018

Attentato Toronto, prende corpo la pista della follia

La pagina iniziale del profilo Facebook di Alek Minassian
Di seguito viene riprodotto l'articolo pubblicato dall'agenzia ANSA e firmato da Ugo Caltagirone, riassuntivo della strage di Toronto, compiuta da Alek Minassian.

Sfuma la pista terrorismo,un folle il killer di Toronto
Su Facebook prima della strage i deliri sul 'celibato forzato'

di Ugo Caltagirone

Il conducente-killer di Toronto ha agito deliberatamente: con la sua folle corsa sul marciapiede, alla guida di un furgone bianco preso a noleggio, voleva uccidere più persone possibile. Ma se la dinamica è simile a quella degli attentati di Nizza o di Berlino, la pista del terrorismo sfuma sempre di più con il passare delle ore. E' l'identikit di Alek Minassian, 25 anni, cittadino canadese di origine armena, a far propendere gli investigatori per il gesto di un folle, di una persona sola e con evidenti disturbi psicologici. Studente di informatica al Seneca College di Toronto ed esperto di software, Alek, residente nel sobborgo di Richmond Hill, viene descritto da chi lo conosce come un ragazzo intelligente, ma schivo, "socialmente disadattato e che stava sempre per conto suo". Nessuna affiliazione a nessun gruppo politico o religioso, dunque, e nessuna inclinazione alla radicalizzazione o propensione alla violenza mostrata negli anni. Con la polizia che nega di averlo avuto già in passato nel mirino, come hanno scritto alcuni media locali. Ma è dal profilo Facebook di Minassian che forse trapela la verità sull'assurdo movente della strage che è costata la vita a 10 persone e che l'ha cambiata ad almeno altre 15 rimaste ferite, di cui quattro in gravi condizioni. Quello postato sul social media poco prima di agire è un vero e proprio delirio che basterebbe a spiegare la condizione di disagio mentale vissuta dal killer. "Ave al supremo gentiluomo Elliot Rodger!", ha scritto Alek, riferendosi al ventiduenne che nel 2014 a Isla Vista, a pochi passi dal campus dell'università californiana di Santa Barbara, con la sua auto falciò uccidendole 6 persone, prima di togliersi la vita. "La rivolta degli 'incel' e' cominciata", afferma ancora Alek, lì dove il termine 'incel' sta per 'involuntarily celibate': un'espressione usata da alcuni gruppi di sedicenti attivisti per i diritti dell'uomo che sul web predicano contro l'uguaglianza tra i due sessi e quella che definiscono "la propaganda del femminismo". Anche il killer di Isla Vista prima di compiere la sua carneficina postò un video in cui parlava degli 'incel' e di 'celibato forzato', esprimendo tutta la sua rabbia per le donne che lo avevano rifiutato. Intanto i responsabili di Facebook hanno immediatamente cancellato l'account di Minassian rilasciando anche una dichiarazione: "Questa è una terribile tragedia. Sulla nostra piattaforma non ci può essere spazio per gente che commette questi atti orrendi". Comparso davanti alla corte, ora Minassian rischia il carcere a vita, con 10 capi di accusa per il reato di omicidio volontario e 14 per quello di tentato omicidio. E spunta anche il nome della prima vittima identificata dalla polizia: si chiamava Annie Marie D'Amico, una giovane con origini nel nostro Paese ma non cittadina italiana. Lavorava per un'azienda americana che si occupa di gestione degli investimenti e che - come tante delle altre vittime - quando è stata travolta sul marciapiede era in pausa pranzo, in una zona commerciale e piena di uffici. "Abbiamo a che fare con un modus operandi che lo Stato Islamico ha in qualche modo imposto, indipendentemente se si fa parte o non si fa parte dell'Isis. Anche uno spostato può oggi usare metodi terroristi", ha commentato il ministro degli Interni Marco Minniti che si trova proprio a Toronto per una riunione del G7. "Fino a due anni fa - ha osservato - nessuno poteva pensare di prendere un van ed andare contro i pedoni che stavano camminando e poi ad un certo punto è arrivato Al-Adnani ed ha spiegato che poteva essere fatto". (fonte: ANSA)

Attentato Toronto, i titoli dei giornali italiani e i commenti

Così in prima pagina su Il Corriere della Sera
E' passato un giorno dall'attentato di Toronto che ha provocato la morte di almeno dieci persone e per il quale è stato arrestato un giovane studente di origine armena, Alek Minassian. In questo post si è deciso di inserire gli articoli pubblicati da alcuni dei principali giornali italiani. Nell'occasione la scelta è caduta su quelli di cui è possibile, per vari motivi, recuperare il formato pdf, quello più facile da 'fotografare' per riprodurre in maniera chiara sul web. La scelta è così caduta su due fra i principali quotidiani nazionali, Il Corriere della Sera e La Repubblica, uno nazionale ma considerato maggiormente 'locale' (Il Mattino) e due chiaramente regionalisti, Il Gazzettino e La Gazzetta del Mezzogiorno.




Attentato Toronto, gli strani silenzi del governo

Un tweet significativo, dubbi sulle notizie della CBC
Dieci morti, decine di ferite, un furgone lanciato tra la folla. Ci sono tutti gli ingredienti del terrorismo islamico. Ma dal Canada, dove l'attentato si è verificato, prevale la tesi del momento di follia (peraltro, ancora senza motivazione) da parte di Alek Minassian, studente di origine armena, Paese a maggioranza cristiana. Di certo, la presenza islamica in Canada non è una novità e altri attentati di matrice musulmana si sono verificati. Nelle grandi città, però, la convivenza religiosa è un vero e proprio mantra, così come l'ideale della multietnicità. Ed è dalle grandi città che arrivano i voti per i 'liberali' di Justin Trudeau. Che, subito, si è affrettato a negare ogni legame con il terrorismo relativamente alla strage. "Le indagini continuano, ma è abbastanza chiaro che non c'è collegamento con la sicurezza nazionale", ha detto il primo ministro canadese in conferenza stampa a Ottawa.
Trudeau ha avvertito che "ci vorrà tempo" per capire le ragioni alla base del gesto del giovane armeno. Intanto però, prima di fornire i dati dell'attentatore, la televisione canadese, così come la polizia di Toronto, hanno atteso fin troppo a lungo, tanto che la notizia del nome e delle origini del criminale è stata fornita per prima dall'emittente statunitense CBS. Al momento, inoltre, sono sconosciute sia le motivazioni che la religione dell'attentatore armeno. E' vero, in effetti, che sebbene l'Armenia sia a maggioranza cristiana, minoranze armene sono presenti in Iran e Libano, dove la presenza islamica è assai superiore.

Attentato Toronto, lo stragista è di origine armena

Si chiama Alek Minassian lo stragista di Toronto, l'uomo che con un furgone ha travolto e ucciso almeno dieci persone in Yonge Street. L'identità dell'assassino, originario di Richmond Hill ma di etnia armena, è stata confermata dal capo della polizia, Mark Saunders.
Minassian è uno studente del Seneca College ed era già noto alle forze dell'ordine. Si era documentato sul web leggendo informazioni sulla strage del 2014 di Isla Vista, in California. Minassian è stato incriminato con l'accusa di 10 omicidi premeditati e per tentato omicidio dei feriti. Il giovane si è presentato dal giudice indossando una tuta bianca, con la testa rasata e le braccia dietro la schiena.

lunedì 23 aprile 2018

Attentato Toronto, la vicinanza di Trudeau e della Wynne

Justin Trudeau, primo ministro del Canada, ha espresso vicinanza alle vittime dell'attentato di Toronto, in cui un furgone ha travolto un numero imprecisato di passanti, uccidendone almeno cinque, secondo le prime stime: "Ovviamente i nostri cuori sono con tutte le persone coinvolte, sapremo e diremo qualcosa di più nelle prossime ore", le prime parole del premier.
Messaggio di identico tono da parte del premier dell'Ontario, Kathleen Wynne.
Nel frattempo il Sunnybrook Hospital ha annunciato di avere ricevuto almeno otto pazienti incondizioni critiche.

lunedì 2 ottobre 2017

Edmonton, terrorismo islamico: attentatore di origine somala

Il terrorista islamico autore dell'attentato di Edmonton, che ha causato finora cinque feriti accertati, si chiama Abduhali Hasan Sharif, ed è di origine somala.
L'uomo, che secondo i media italiani era già noto alla polizia canadese per reati comuni, in realtà, secondo l'Edmonton Sun, era stato segnalato nel 2015 per avere diffuso "extremist ideology". Quindi in qualche modo il suo indottrinamento islamico era già noto.
Intanto le condizioni di alcuni feriti appaiono gravi e in due casi appaiono gravi con danni alla testa. Il poliziotto Mike Chernyk e due civili sono invece già stati rilasciati.

domenica 1 ottobre 2017

Edmonton, terrorismo islamico: furgone ferisce cinque persone

A Edmonton, nell'Alberta, un trentenne ha investito con un'automobile una pattuglia della polizia. Poi ha abbandonato l'auto e ha accoltellato una guardia al Commonwealth Stadium che si trovava presso l'impianto per svolgere il servizio di sicurezza. L'uomo, dopo avere accoltellato l'agente si è dato alla fuga. E poco prima della mezzanotte sempre lo stesso attentatore si è lanciato con un furgone bianco su un gruppo di passanti, ferendo cinque persone. Dopo un'altra fuga, il terrorista è stato arrestato.
L'uomo era ben noto alle forze dell'ordine. Dopo l'arresto è stata perquisita la sua auto ed è stata trovata una bandiera dell'Isis. Anche questa volta la dinamica dell'attacco è simile a quella degli altri effettuati da parte dei jihadisti in Europa. Viene sempre utilizzato un mezzo per investire i passanti. Il Canada era già stato colpito da un attentato il 23 ottobre 2014 con l'attacco al Parlamento di Ottawa. (fonte: Il Giornale) 

domenica 4 giugno 2017

One Love Manchester, c'è anche Justin Bieber

Justin Bieber e Ariana Grande in una vecchia foto
Ci sarà anche il cantante canadese Justin Bieber fra gli ospiti del grande show di questa sera a Manchester, intitolato "One Love Manchester", il cui incasso verrà devoluto in beneficenza.
Il concerto, che vedrà Ariana Grande tornare a cantare a due settimane di distanza dall'attentato che è costato la vita a 22 persone, vedrà la presenza, fra gli altri, anche di Katy Perry, Miley Cyrus, Take That e Pharrell Williams.
Lo show,  che si svolgerà all'Old Trafford Cricket Ground.che può ospitare fino a 50mila persone, sarà trasmesso in diretta dall'emittente televisiva e radiofonica BBC. I guadagni saranno destinati al fondo "We Love Manchester", che raccoglie denaro a sostegno delle vittime dell'attentato. I fan che si trovavano allo show alla Manchester Arena colpita dall'attacco potranno entrare gratuitamente.

martedì 25 aprile 2017

Malala riceve la cittadinanza onoraria canadese

Malala Yousafzai, la 19enne attivista pachistana, già premio Nobel per la Pace, ha ricevuto la cittadinanza onoraria canadese.
La giovane è stata introdotta dal premier Justin Trudeau al Parlamento di Ottawa, dove ha tenuto un discorso. 
Malala è la sesta persona a ricevere questo riconoscimento in Canada, e la più giovane di sempre.
La ragazza, diventata bersaglio dei talebani per la sua battaglia in difesa dell'istruzione delle donne, avrebbe dovuto ricevere la cittadinanza canadese nel 2014, ma la cerimonia era saltata in seguito a un'attentato terroristico in Parlamento. In quell'occasione, Malala aveva detto che il responsabile si definiva un musulmano, ma non aveva niente a che fare con la sua fede religiosa.

lunedì 30 gennaio 2017

Strage Quebec City: terrorista ha urlato "Allah Akbar"

Erano almeno due i terroristi che hanno realizzato una strage all'interno della moschea di Quebec City, provocando almeno sei vittime, fra cui l'imam della moschea.
Il nome di uno dei due è chiaramente di origine araba, Mohamed Khadir e, secondo alcuni testimoni, uno dei due criminali, entrando nella moschea, avrebbe gridato il fatidico urlo: "Allah Akbar". Sempre un testimone sostiene che uno dei terroristi aveva un accento del Quebec.
"Nulla fa credere che ci siano altri sospettati", ha detto l'ispettore di polizia Denis Turcotte. I due sospetti, entrambi residenti a Quebec City, sarebbero studenti dell'Università Laval di Quebec City. Secondo una fonte vicina all'inchiesta, Khadir sarebbe di origine marocchina.
Intanto, tra i feriti tre sono in pericolo di vita e altri due sarebbero in condizioni critiche. Sono invece 39 le persone che sono riuscite e mettersi in salvo e che saranno sentite come testimoni.

Terrorismo islamico: Quebec City, solidarietà di Gentiloni e Tajani

Reazioni di solidarietà e vicinanza sono quelle espresse dall'Italia e dall'Unione Europea nei confronti del Canada e di Justin Trudeau, ma anche dei musulmani canadesi, dopo l'attentato terroristico che ha portato alla morte di sei persone all'interno di una moschea di Quebec City.
Il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, sottolinea: "Il governo italiano è vicino alle vittime, ai familiari e alla comunità musulmana canadese oltre che al governo e al presidente Trudeau. E' un modo anche per confermare il nostro atteggiamento di vicinanza e solidarietà alla stragrande maggioranza cittadini di fede islamica che vivono nei nostri Paesi e città e che rifiutano il terrorismo fondamentalista e anzi ne sono spesso vittime e bersagli".
Antonio Tajani, a Palazzo Chigi per incontrare proprio Gentiloni, a nome del Parlamento europeo, di cui è presidente, sottolinea che "la violenza non è mai una risposta contro il terrorismo, la soluzione si chiama dialogo e l'Unione europea crede nel dialogo interreligioso. Abbiamo lavorato e continueremo a lavorare in questa direzione".
La strada, spiega Tajani, è "formare i giovani nelle scuole, cominciare a far capire che chi dice di uccidere in nome di Dio in realtà - avverte - uccide Dio. Non è questa la strada".

Terrorismo islamico: Quebec City, il comunicato di Trudeau

Pubblichiamo di seguito l'intero comunicato cosparso sul sito ufficiale del primo ministro del Canada, Justin Trudeau, relativo alla strage avvenuta nella moschea di Quebec City:
Ottawa, Ontario
January 29, 2017
The Prime Minister, Justin Trudeau, issued the following statement today after hearing of the fatal shooting at the Centre culturel islamique de Québec located in the Ste-Foy neighbourhood of the city of Québec:
“It was with tremendous shock, sadness and anger that I heard of this evening’s tragic and fatal shooting at the Centre culturel islamique de Québec located in the Ste-Foy neighbourhood of the city of Québec.
“We condemn this terrorist attack on Muslims in a centre of worship and refuge.
“On behalf of all Canadians, Sophie and I offer our deepest condolences to the family and friends of all those who have died, and we wish a speedy recovery to those who have been injured.
“While authorities are still investigating and details continue to be confirmed, it is heart-wrenching to see such senseless violence. Diversity is our strength, and religious tolerance is a value that we, as Canadians, hold dear.
“Muslim-Canadians are an important part of our national fabric, and these senseless acts have no place in our communities, cities and country. Canadian law enforcement agencies will protect the rights of all Canadians, and will make every effort to apprehend the perpetrators of this act and all acts of intolerance.
“Tonight, we grieve with the people of Ste-Foy and all Canadians.”

Terrorismo islamico: Quebec City, Trudeau fra condanna e solidarietà

(foto di Mathieu Belanger / Reuters)
Il primo ministro canadese, JustinTrudeau, ha condannato con forza quello che ha definito "un attentato terroristico contro i musulmani in un centro di culto e accoglienza".
Il premier canadese ha parlato di "violenza senza senso" "I musulmani canadesi sono una parte importante della nostra azienda nazionale, e questi atti senza senso non trovano posto nelle nostre comunità, città e paesi". "La diversità è la nostra forza e la tolleranza religiosa è un valore che, come canadesi, abbiamo caro".
Amche il permier del Quebec, Philippe Couillard, ha parlato di violenza barbarica ed espresso solidarietà alla popolazione di fede musulmano. (fonte: AGI)

lunedì 2 gennaio 2017

Attentato a Istanbul, anche una vittima canadese

C'è anche una vittima canadese fra le 39 dell'attacco al club Reina di Istanbul nell'attentato terroristico di Capodanno.
Lo ha confermato il primo ministro del Canada, Justin Trudeau: "Ci uniamo nel dolore al popolo turco e a tutte le altre nazioni che hanno perso dei loro cittadini in questo attacco malvagio". E ancora: "Anche noi lamentiamo l'insensata perdita di un cittadino canadese, ma rimane ferma la nostra determinazione di lavorare con i nostri alleati e partner per combattere il terrorismo e coloro che hanno perpetrato questo gesto".
Non sono ancora state diffuse le generalità della vittima.

venerdì 20 maggio 2016

Egyptair: sull'aereo caduto anche due canadesi

Sul volo Egyptair inabissatosi nel Mar Egeo a causa probabilmente dell'esplosione di una bomba, ci sarebbero stati anche due cittadini canadesi.
Lo ha reso noto la stessa compagnia egiziana. L'identità di una delle vittime è quella di Marwa Hamdy, originaria di Saskatoon e trasferitasi al Cairo circa dieci anni fa dopo avere sposato un egiziano. Madre di tre figli, Marwa ritornava da Parigi dove aveva visitato la famiglia.
Ancora sconosciuto il nome del secondo cittadino canadese, che potrebbe detenere un doppio passaporto, canadese ed egiziano.

sabato 30 maggio 2015

Terrorismo islamico, ecco il video dell'assassino di Parliament Hill

La polizia canadese ha reso pubblico il video in cui Michael Zehaf-Bibeau si rivolge ad Allah prima dell'attentato terroristico a Parliament Hill, sede del governo canadese a Ottawa.
In quel 22 ottobre 2014, Zehaf-Bibeau aveva ucciso a sangue freddo il soldato Nathan Cirillo, prima di entrare armato all'interno del palazzo del governo ed essere a sua volta ucciso da Kevin Vickers, 58enne addetto alla sicurezza della Camera dei Comuni, poi premiato per questo con la carica di ambasciatore del Canada in Irlanda, a Dublino.
Il filmato dura in totale un minuto e 13 secondi, e in esso Zehaf-Bibeausi rivolge ad Allah 'il misericordioso' recitando una serie di versetti coranici.
Immediata la reazione del ministro della Salute pubblica, Steven Blaney, che ha reso omaggio alla bravura delle forze di polizia e all'importanza della nuova legislazione antiterrorismo.

giovedì 8 gennaio 2015

Ha ucciso un terrorista, lo nominano ambasciatore: i video della sua impresa

C'è chi, come in Italia, mette in croce le forze dell'ordine o i propri militari dopo un'azione di guerra o anche semplicemente eroica. E chi invece, come in Canada, li promuove ad ambasciatori. Ma veri, di fatto, reali, non la classica figura del tipo "ambasciatore dell'Unicef" buona per riempire la vanità di Angelina Jolie.
E così Kevin Vickers, 58enne addetto alla sicurezza della Camera dei Comuni, che lo scorso ottobre aveva ucciso Michael Zehaf-Bibeau, l'attentatore di Ottawa, è stato nominato ambasciatore del Canada in Irlanda, a Dublino.
La nomina di Vickers, ex poliziotto delle Giubbe Rosse, che ha proprio origini irlandesi, è stata accolta con entusiasmo a Dublino. "E' un riconoscimento ai suoi molti anni di servizio per il popolo canadese", ha dichiarato il ministro degli Esteri irlandese, Charles Flanagan. "Nessuno può dimenticare che nell'ottobre 2014 è stato encomiato da tutti i partiti del Canada per il ruolo cruciale durante l'attacco al Parlamento".



domenica 20 ottobre 2013

Pacco bomba sospetto al Parlamento di Ottawa, edificio evacuato

E' storia di pochi giorni fa: il Parlamento di Ottawa è stato evacuato e tutto il quartiere dove sorge il palazzo è stato transennato, a causa di un pacco 'sospetto'.
Il tutto poche ore prima che il governatore generale David Johnston, rappresentante in Canada della regina Elisabetta II, pronunciasse il tradizionale Discorso del Trono che segna l'inizio dell'attività parlamentare.
Secondo la televisione canadese la polizia avrebbe fermato una persona.