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giovedì 8 febbraio 2018

Quebec, l'inchiesta della follia: "Troppi lavoratori bianchi"

Si propone, interamente, di seguito, l'articolo di Lorenzo Vita tratto da Il Giornale, dedicato a un bizzarro reportage della radiotelevisione canadese sul mondo del lavoro in Quebec.

Canada, l'inchiesta della radio pubblica: "In Quebec lavorano troppi bianchi"
Un reportage della Canadian Broadcasting Corporation, finanziata con fondi pubblici, ha denunciato che negli uffici pubblici del Quebec lavorano "troppi bianchi". "Sono sovrarappresentati nella forza lavoro del settore pubblico"

di Lorenzo Vita

Negli ultimi anni, il Canada ha certamente fatto parlare di sé per essere diventato il regno del politicamente corretto. L'ultima, in questo senso, è l'uscita del primo ministro Justin Trudeau che pur di evitare di utilizzare la parola "mankind" - troppo virile usare il "man" - ha bloccato una donna che usava quella parola e ha voluto utilizzare un termine diverso, gender-free e cioè "peoplekind".
Ma questa è solo l'ennesima trovata di un Paese che, sotto la guida del giovane rampollo della famiglia Trudeau, sta assumendo caratteristiche a volte addirittura comiche per aver virato verso una deriva non di uguaglianza, ma di vera e propria ossessione verso ogni cosa che possa indicare un minimo senso di differenza fra esseri umani. Insomma, nel Canada del terzo millennio sembra proprio che essere diversi l'uno dall'altro sia un problema ed è opportuno che tutto sia perfettamente uguale fra le diverse componenti del Paese, anche se nessuno considera questa battaglia come qualcosa di estremamente rilevante. E per questo è opportuno livellare qualsiasi cosa non in base ai meriti, come dovrebbe essere, ma in base alla semplice appartenenza sessuale ed etnica.
Il livellamento, ovviamente, deve esserci anche nel lavoro. Ed è così che nasce il reportage della Canadian Broadcasting Corporation (CBC), nota nel Canada francese come Société Radio-Canada, dal titolo abbastanza discutibile: "I dipendenti del settore pubblico del Québec sono troppo bianchi". Secondo il reporter che ha svolto l'inchiesta per la radio pubblica canadese, "anche se un milione di Quebecker sono minoranze visibili - così vengono definite dall'autore -, non sono rappresentati abbastanza nei ministeri e negli enti pubblici della provincia". Secondo quanto deciso con la "Loi sur l'accès à l’égalité en emploi dans des organismes publics" - per gli anglofoni "act respecting equal access to employment in public bodies" - la Commissione per i diritti umani fissa periodicamente degli obiettivi di assunzione di forza lavoro per ogni minoranza e per ciascun ente pubblico. Il tutto secondo criteri specifici che variano in base alla regione o alla città di riferimento e a seconda del numero dei componenti di ogni minoranza. Questo per garantire che ogni etnia o sesso abbia un numero proporzionato di dipendenti pubblici.
In questo sistema di livellamento obbligatorio di tutte le minoranze, il Québec, per Radio-Canada, ha un problema molto serio: troppi bianchi. L'autore del rapporto, Thomas Gerbet, elenca, infatti, diverse società di proprietà pubblica che non rispettano i parametri di uguaglianza e dove esistono percentuali troppo alte di "uomini bianchi" rispetto al numero reale all'interno della popolazione. Un "problema" che accomuna tutti i settori dove è presente lo Stato, dalla società pubblica di liquori fino alla sanità, alle commissioni scolastiche, alla polizia. La polizia di Montreal (SPVM), come ricordato dall'indagine, ha il 14,5% delle "minoranze visibili" tra il personale di polizia e amministrativo, ma "siamo ancora lontani dal 34% della popolazione della città di Montreal”. Denuncia cui ha risposto, in maniera molto più egualitaria, la portavoce della polizia che ha detto: "Tutte le donne e le minoranze visibili, etniche o native che hanno successo nel nostro processo di selezione, vengono assunte". Un modo molto semplice per ricordare che l'uguaglianza si basa sul merito e non sulla diversità di genere o di pelle.
Ovviamente non poteva che essere il Québec la regione obiettivo di questa campagna, dal momento che, nell'ultimo anno, è stata la meta principale dell'immigrazione in Canada, dopo che molti stranieri dagli Stati Uniti hanno superato il confine per giungere nella terra promessa di Trudeau. Il primo ministro canadese ha promesso durante la campagna elettorale l'apertura dei confini e una massiccia accoglienza di immigrati, ricordando in questo Angela Merkel durante il periodo in cui aveva aperto le porte della Germania ai milioni di rifugiati. Sennonché, proprio come la sua collega, anche Trudeau, pochi mesi dopo l'avvio della politica delle porte aperte, è stato costretto a rivedere le sue politiche per riadattarle sull'elettorato canadese, non propriamente incline a un'accoglienza smisurata e incontrollata.

Ti può interessare anche questo articolo sul Canada tratto da Il Giornale

lunedì 1 gennaio 2018

Capodanno Canada, brindisi all'alba con la CBC da Niagara Falls

Doppio Capodanno per me. Quello italiano, trascorso a Milano, ma anche quello canadese, vissuto 'live' in streaming guardando il collegamento con la CBC, la rete nazionale canadese, e la sua diretta da Niagara Falls, da dove Rick Mercer, presentatore, ma anche autore e uomo di spettacolo più in generale, si è collegato con altre località del Canada e ha presentato una lunga serie di artisti che si sono alternati sul palco, esaltando, anche in questo caso, come è ormai tradizione del 'mainstream culturale' canadese, le differenti etnie presenti 'a nord del confine', con mano calcata in particolar modo sugli indiani, che da quelle parti vengono definiti 'aborigeni' perché, secondo il melassoso 'politically correct', il termine 'indiano' sarebbe offensivo (ed è solo per questo che bisognerebbe chiamarli 'pellerossa'...).
Qui sotto vi presento una lunga galleria fotografica di immagini scattate con il pc dalla trasmissione in diretta, in cui sono rappresentati alcuni degli ospiti della serata.








venerdì 15 luglio 2016

Strage di Nizza, Pegida Canada critica la CBC

Dopo la strage di Nizza, compiuta da un terrorista islamico, anche Pegida Canada prende posizione.
La sezione nordamericana della Patriotic Europeans Against the Islamisation of the West ha subito fatto sentire la propria condanna attraverso la rete.
Sul profilo Facebook dell'associazione, però, non si parla tanto del massacro, quanto del servizio informativo fornito dall'ente televisivo di Stato, la CBC. Che, come la stragrande maggioranza, se non la totalità, delle televisioni mondiali, ha attentamente evitato di menzionare l'aggettivo 'islamico'.
Una breve frase di commento, ironica: "'Un truck (camion) attacca un evento pieno di famiglie'... Ma cos'era? Un Decepticon (una delle fazioni dei Transformers, personaggi autorobotici immaginari legati alla saga cinematografica, ndr)? I Liberali non riescono nemmeno a pronunciare la parola 'terrorismo islamico'".

domenica 28 dicembre 2014

Don Cherry, ecco l'ultima folle giacca esisbita in tv

Don Cherry: origini irlandesi, allenatore, personaggio televisivo, polemista, attaccabrighe, anziano iroso, antipatico e forse pure un filino razzista, folle e un po' stravagante. Ma insostituibile nell'iconografia dell'hockey su ghiaccio mondiale con i suoi sferzanti giudici che, alla fine del primo periodo della partita trasmessa in prima serata da CBC, lancia senza ritegno dal suo "Coach's Corner", appunto lo spazio a lui riservato durante "Hockey Night in Canada".
Memorabile rimane il suo recente appoggio al sindaco di Toronto, Rob Ford (prima della vicenda 'drogata') e l'appellativo di 'pinkos' riservato ai progressisti della città canadese.
Nella foto ecco l'ultimo stravagante abito scelto dall'ex coach dei Boston Bruins (a sinistra), divenuto un vero punto di riferimento per le giacche e le cravatte più strane di tutto il mondo dell osport. A livello mondiale, aggiungiamo.

sabato 1 febbraio 2014

Prostitute baby a Ottawa, traffico gestito da ragazza 15enne

Ragazze teenager che gestivano un giro di prostituzione minorile. E' questa la vicenda che ha sconcertato Ottawa.
Protagonista una 17enne accusata di picchiare, drogare e minacciare altre ragazzine per forzarle a vendere il proprio corpo. La giovane è stata riconosciuta colpevole di 27 capi di imputazione, fra cui traffico di esseri umani, violenza sessuale, pornografia infantile e adescamento di bambini.
Quando è stata arrestata, nel giugno 2012, aveva appena 15 anni. Insieme a lei era finita in manette un'altra ragazza, al tempo 16enne, su cui il giudice Diane Lahaie deve ancora pronunciarsi. Secondo l'emittente canadese CBC, l'imputata comparsa oggi in tribunale rischia fino a tre anni di carcere.
Durante il processo tre ragazze, al tempo fra i 13 e i 17 anni, hanno raccontato come venissero forzate ad andare dai clienti e a riscuotere denaro per le loro prestazioni.

sabato 9 novembre 2013

Rob Ford pronto a disintossicarsi, ma è pronto un altro video scandalo

Rob Ford, il 44.enne sindaco di Toronto, starebbe pensando di farsi curare dopo avere ammesso di avere consumato crack e alcol. 
Lo ha riportato l'emittente pubblica canadese CBC, riferendo di alcune confidenze del suo avvocato.
Sempre più sotto pressione per i crescenti appelli a lasciare la poltrona di primo cittadino della quarta metropoli dell'America del Nord, che per il momento sembra voler ignorare, Ford è arrivato nella sede del comune di Toronto seguito da un nugolo di giornalisti e di telecamere.
Dopo averlo negato per mesi, nonostante la prova contenuta in un video, Ford ha confessato solo martedì scorso di avere fumato crack, un potente derivato dalla cocaina.
Altri guai sono però in arrivo: esisterebbe infatti un nuovo filmato girato a sua insaputa in cui apparirebbe completamente ubriaco e mentre proferisce minacce di morte contro una persona non identificata. Per adesso quindi ancora niente dimissioni. 
Intanto la radio locale Newstalk 1010 di Toronto ha annunciato di avere sospeso la trasmissione che il sindaco Ford e il fratello Doug animavano la domenica.
(cit. TMNews con fonte AFP)

martedì 28 maggio 2013

Bank of Canada, le nuove banconote profumano di sciroppo d'acero

Chiamatelo pure il sapore dei soldi, o meglio, in questo caso, l'odore dei soldi. Già, perché c'è chi giura che le nuove banconote di plastica della Bank of Canada abbiano un inconfondibile sapore, manco a dirlo, di sciroppo d'acero, al secolo 'maple syrup', il 'miele' estratto dalla foglia d'acero, il simbolo indiscusso del Canada.
Chiamata direttamente in causa, la Bank of Canada ha smentito qualsiasi intervento 'dolcificante', ma va detto che i 'rumours' riguardo alla vicenda erano cominciati quasi subito, con l'immissione delle nuove banconote nel novembre 2011.
Sotto potete vedere il video del servizio realizzato dalla CBC al riguardo.
(foto tratta da Internet)