Visualizzazione post con etichetta McMaster University. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta McMaster University. Mostra tutti i post

sabato 13 gennaio 2018

Epatite B, studio italocanadese scopre il virus in una mummia di 500 anni fa

Identificato il virus dell'epatite B in una mummia di 450 anni fa, dopo che per anni si è pensato che la causa della morte di un bambino vissuto circa 500 anni fa, il cui corpo fu imbalsamato e conservato nelle arche sepolcrali della Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli, fosse il vaiolo.
Oggi, un team internazionale di ricercatori della McMaster University di Hamilton in Canada, diretto da Hendrik Poinar, e della divisione di paleopatologia dell'Università di Pisa, costituito da Gino Fornaciari e Valentina Giuffra, ha appurato che il bambino era portatore del virus dell'epatite B, gettando nuova luce su un agente patogeno complesso e mortale, che uccide quasi un milione di persone ogni anno.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista online "Plos Pathogens".
Nel corso delle missioni esplorative dell'Università di Pisa nella Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli, dirette dal professor Fornaciari negli anni '80-'90, fu ritrovata la mummia intatta di un bambino di due anni indossante ancora la veste monastica dell'Ordine Domenicano, grazie alla quale i ricercatori hanno ottenuto il sequenziamento completo del genoma di un antico ceppo del virus dell'epatite B (HBV). (fonte: AGI)

sabato 16 luglio 2016

Ictus, secondo studio canadese il 90% evitabili eliminando fattori di rischio

Oltre nove casi di ictus su 10 nel mondo sarebbero prevenibili combattendo 10 fattori di rischio noti per questa malattia, da ipertensione a sedentarietà, da cattiva alimentazione a vizio del fumo, da diabete a malattie cardiovascolari, consumo di alcolici, obesità, fattori psicosociali come lo stress.
Lo rivela un grosso studio mondiale pubblicato sulla rivista "The Lancet" e condotto presso la McMaster University in Canada su dati relativi a qualcosa come 26mila individui da 32 paesi del mondo.
Già altri studi in passato hanno evidenziato il ruolo degli stili di vita sul rischio di ictus e anche l'ampio margine di intervento per prevenire questo evento vascolare che può essere fatale o portare a disabilità anche permanente.
I ricercatori hanno potuto calcolare quanti ictus potrebbero essere evitati se un certo fattore di rischio scomparisse. Il numero di ictus potrebbe essere praticamente dimezzato se la pressione alta fosse eliminata a livello mondiale (-48% dei casi); potrebbe essere ridotto di oltre un terzo (-36%) se le persone fossero fisicamente attive; ridotto di quasi un quinto (-19% dei casi) se seguissero diete sane. Se fosse eliminata l'obesità nel mondo i casi di ictus potrebbero essere ridotti del 18,6%. E ancora, il numero di ictus potrebbe essere ridotto del 12% se il vizio del fumo fosse eliminato a livello mondiale; del 9% se fossero tenute sotto controllo le cause cardiovascolari. Altri fattori di rischio con un margine di intervento sono il diabete (responsabile del 4% dei casi), il consumo di alcolici (6% dei casi), lo stress (6% dei casi) e il quadro lipidico nel sangue, (non solo il colesterolo). (fonte: ANSA)

martedì 29 dicembre 2015

Croazia, il primo ministro Oreskovic arriva dal Canada

Tihomir Oreskovic
Arriva dal Canada il nuovo premier della Croazia. Dopo le recenti elezioni, infatti, sarà il tecnico Tihomir Oreskovic a presentare il programma di governo e a chiedere la fiducia.
Proposto come un compromesso fra l'Unione democratica croata (HDZ) e il nuovo partito Most (Ponte), Oreskovic è un manager nato a Zagabria nel 1966, ma è stato poi naturalizzato canadese, una lunga vita in Nord America che ha sensibilmente inciso sulla sua pronuncia.
Direttore finanziario per la multinazionale israeliana di farmaci generici Teva Pharmaceutical Industries, si è laureato in chimica alla McMaster University in Canada, dove nel 1991 ha ottenuto anche un MBA in finanza e sistemi informativi.

venerdì 21 agosto 2015

McMaster University, sì ai grassi saturi, no a quelli trans

Non tutti i grassi fanno così male al cuore come si riteneva fino a poco tempo fa. Lo sostiene una ricerca condotta dalla McMaster University di Hamilton, che ha messo a confronto i risultati di 50 studi per valutare l'associazione fra grassi saturi e trans e le ricadute sulla salute degli adulti.
La conclusione assolve dalle cause di mortalità i grassi saturi, quelli di origine animale e contenuti in uova, carne, burro e formaggi. Un aumento del 34% della mortalità è invece direttamente correlato al consumo dei grassi trans, o idrogenati, spesso presenti in merendine, snack e prodotti industriali per via del loro basso costo.
L'autore della ricerca è Russell de Souza, assistente professore del Department of Clinical Epidemiology and Biostatistics dell'università canadese.