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sabato 5 settembre 2020

Isteria da contagio in Canada: "Meglio masturbarsi che fare l'amore in due"

Una coppia fuorilegge... (foto Becca Tapert/Unsplash)
I canadesi, si sa, finiscono nelle barzellette degli americani come i carabinieri in quelle degli italiani. E lo stato gestito in maniera un po' goffa dall'idolo delle teenager, Justin Trudeau, ne ha dato una volta di più conferma. Dimostrando di essere completamente alla mercé del cosiddetto 'terrorismo sanitario' prodotto dal Coronavirus, la nazione 'a Nord del Confine' ha emanato il 'suggerimento' di fare sesso sì, ma solo se si sia dotati di mascherina sul volto durante l'atto.
Nulla a che vedere con la mascherina utilizzata in alcuni 'circoli per adulti' per nascondere il volto e mantenere un provvidente anonimato durante la ricerca del 'peccato', né tanto meno un articolo sadomaso legato a pratiche bondage, ma quella triste e ormai consunta consigliata, o meglio, resa obbligatoria da governi in preda al panico vero o presunto a causa della cosiddetta 'pandemia'.
"Il sesso può essere complicato in tempi di Covid-19, soprattutto per coloro che non hanno un partner fisso o ne hanno uno a rischio coronavirus". Parola di Theresa Tam, direttrice della Salute pubblica canadese. "L'attività sessuale che rappresenta un rischio minore è quella che coinvolge solo te" ha spiegato la Tam, ma chi preferisce un 'menage a deux', "deve evitare i baci e valutare di indossare una mascherina per coprire naso e bocca".
Elogio della masturbazione quindi, o del tanto vituperato sesso a distanza attraverso cam e alchimie social varie. Ultimo atto del distanziamento sociale a tutti i costi, ennesimo sfregio al concetto di gruppo familiare, ennesima invasione di uno stato parasocialista nel vissuto intimo della persona.

lunedì 1 maggio 2017

Maestra di scuola arrestata per sesso con un 13enne

Christina Marie Albini
Christina Marie Albini, una maestra di scuola elementare di Windsor, nell'Ontario, è stata accusata di molestie sessuali, per avere molestato un suo studente quando quest'ultimo aveva 13 anni e di avere avuto rapporti sessuali con lui dopo il 14° anno dietà. La Albini, 43 anni, si è dichiarata colpevole e dovrà affrontare, fra le altre accuse, anche quella di possesso e detenzione di materiale pedopornografico, reso poi disponibile a un giovane di età inferiore a 16 anni.
La ex maestra della Christ the King School dovrà trascorrere almeno un anno in prigione, ma il suo avvocato, Patrick Ducharme, potrebbe richiedere gli arresti domiciliari.
Secondo la ricostruzione, la Albini andava a prendere il giovane con il suo Dodge Challenger color rosso porpora e lo portava nella sua casa di South Windsor, dove si consumavano gli incontri sessuali. Al ragazzo venne poi comperato un cellulare con cui la coppia si scambiava messaggi sessuali espliciti, fotografie nude di lei e organizzava gli incontri. Oltre al cellulare l'insegnante aveva cokperato al suo giovane amante una Xbox, un braccialetto e dei vestiti. Durante uno dei primi incontri fra i due, con il ragazzo appena 13enne, ci fu un rapporto di sesso orale.
La Albini è stata arrestata il 18 luglio dell'anno, non appena la madre del ragazzo ha scoperto il cellulare e letto i messaggi.

martedì 31 gennaio 2017

Sesso con studentessa, professore condannato

Un insegnante canadese di chiare origini italiane, Giancarlo Marchi, è stato condannato per avere compiuto atti sessuali con una sua allieva.
I fatti risalgono ai primi anni '80, oggi l'insegnante ha 50 anni e la (ex) ragazza ne ha 45. Ai tempi della vicenda la giovane aveva appena 13 anni, mentre, come conseguenza, Marchi ne aveva 18.
La vicenda appare pruriginosa non fosse altro per come i giornali ne approfondiscono i fatti, ovvero i luoghi dove i due avrebbero fatto sesso, che non sarebbe avvenuto occasionalmente, una volta sola o anche apparentemente in maniera forzata, ma spesso, volentieri e ovunque.
Nell'articolo del Toronto Sun si legge che le scene di sesso, hanno visto protagonisti via via il magazzino della scuola, la stalla, il campo da tennis, la camera da letto di lui, il bagno, la cucina e anche la stanza del direttore. Insomma, tutto degno di un film ad alta densità erotica, se non fosse per l'immatura età della fanciulla.
Marchi, ai tempi insegnante di educazione fisica della Bay Point Academy, si è dichiarato non colpevole. Sarebbe stata identificata anche una seconda ragazza che, nello stesso modo, sarebbe stata molestata dall'allora professore 18.enne.

venerdì 27 gennaio 2017

Le sorelle del sesso scappano dalla Nigeria e tornano in Canada

Sono scomparse nel nulla le due sorelle torontine Jyoti e Kiran Matharoo, arrestate a causa di uno scandalo a sfondo sessuale in Nigeria.
Le due ragazze non si sono presentate all'appuntamento che avevano davanti alla corte del Paese africano e, secondo alcune fonti, sarebbero rientrate in Canada.
Jyoti e Kiran, avvenenti protagoniste del mondo vip internazionale, presso il quale si muovevano facendosi fotografare in abiti succinti e pose sensuali, sono accusate di avere fatto uso di foto oscene per ricattare ricchi personaggi africani, numero fissato in 274, sparsi nelle varie nazioni africane.
L'ultimo tentativo di estorsione era stato però fatale per le due, quando avevano tentato di ricattare il multimilionario Femi Otedola.

mercoledì 28 dicembre 2016

Le sorelle del sesso arrestate per estorsione

Jyoti Matharoo
Jyoti e Kiran Matharoo, due sorelle di Toronto con diversi account sui social network, sono state arrestate a causa di uno scandalo sessuale in Nigeria.
Le due ragazze sono accusate di avere fatto uso di foto oscene e in pose di carattere sessuale per estorcere denaro.
Della vicenda delle due giovani si è ovviamente interessato anche il governo canadese. "Abbiamo fornito i nostri servizi ai cittadini canadesi che sono detenuti a Lagos, in Nigeria", ha detto Kristine Racicot di Global Affairs Canada, che non ha divulgato ulteriori informazioni sul caso.
Kiran Matharoo
Gli atti giudiziari pubblicati in Nigeria sostengono che le due sorelle "sono ritenute responsabili di avere condotto un comportamento reo di 'cyberbullismo' nei confronti di 274 persone, per lo più residenti in diverse regioni dell'Africa". Secondo il documento le due avrebbero cercato di ricattare soprattutto politici e uomini d'affari ricchi, dopo essere venute a conoscenza di alcune loro inclinazioni e preferenze sessuali, che avrebbero diffuso attraverso la pubblicazione di conversazioni e immagini di atti sessuali registrati.
Le sorelle Matharoo, presenti e invitati a molti eventi del cosiddetto jet-set, inviavano centinaia di selfie e di foto in microbikini, miniabiti scollatissimi o in latex, o in altro abbigliamento in stile bondage.
A mettere finalmente nei guai le due è stato l'ultimo colpo, perpetrato ai danni di uno dei più ricchi uomini d'affari della Nigeria. Arrestate a metà dicembre, le sorelle Matharoo si sono dichiarate non colpevoli e compariranno in tribunale il prossimo 26 gennaio.




Dall'alto in basso: Kiran Matharoo, Kiran e Jyoti, Jyoti Matharoo
Sotto, un video postato da Kiran su Youtube

sabato 5 settembre 2015

Giovane coppia canadese accusata di violenza su due ragazze sedicenni

La notizia che vi presento è di una eccezionale carica trasgressiva, se non fosse che, in questo caso, si è oltrepassati il limite della legalità, abusando di due persone, per giunta minori di età.
Di certo poteva essere la perfetta storia di un film pornografico 'estremo' quella che ha portato Caroline Budd, 21 anni, e Anthony Comunale, 32, entrambi di Nepean, presso Ottawa, sul banco degli accusati per avere usato 'violenza' su due giovani ragazze di 16 anni.
Della coppia, fra l'altro, la più scatenata sarebbe stata proprio l'avvenente Caroline, accusata di avere colpito e penetrato le ragazze con oggetti di legno mentre il compagno la guardava, per poi passare alla vera e propria azione sessuale, in questo caso condivisa con il compagno, il tutto dopo avere reso le due 'ospiti' in stato di semincoscienza,  grazie al consumo di marijuana e all'utilizzo di bevande alcoliche.
Caroline Budd
La coppia dapprima avrebbe coinvolto una sola ragazza, loro amica, con cui già erano soliti incontrarsi, sebbene mai in situazioni di intimità.
Un dubbio potrebbe sorgere sul perché la ragazza, già vittima di 'spanking' e legata la prima volta, abbia deciso di tornare nel 'basement' della Budd pure in una seconda occasione, accompagnata in questo caso da un'amica, che sarebbe poi risultata la seconda vittima. Secondo i media sarebbe stato il desiderio di 'fumo', che la coppia possedeva in gran quantità, e la non ancora completa assimilazione di quanto le fosse già accaduto. Nell'incontro successivo la seconda ragazza è tornata a casa quasi priva di coscienza, senza reggiseno (finito nel suo zaino) e con il sedere arrossato dai colpi subiti nell'azione di 'spanking'.
"Dicevano che ero la loro perfetta schiava sessuale", ha detto fra le lacrime la prima ragazza coinvolta.
L'avvocato di Comunale ha però definito le due minorenni delle "pretty little liars" (citando la nota serie televisiva adolescenziale), mentre quello della Budd ha definito le testimonianze a carico "inconsistenti e prive di verità".
Le due giovani, secondo la difesa, avrebbero inventato la 'costrizione violenta' per evitare di venire punite (anche...) dai genitori.
Il giudice ha comunque trovato la coppia (già definita sui media canadesi 'depraved couple') colpevole di 'sexual assault and forcible confinement'. Caroline e Anthony sono però al momento liberi su cauzione.

venerdì 9 agosto 2013

Nudismo 'on the beach', sotto accusa il party del 13 agosto

Un 'party debosciato': certo senza lo stesso significato negativo che gli diamo in Italia, ma con la medesima traduzione in lingua inglese, 'debauched party', è quello che il 13 agosto è stato organizzato sulla spiaggia di Cherry Beach, presso Toronto, e dal titolo molto indicativo di Oasis Aqualounge’s Sex.
Il problema è che l'evento, per lo svolgimento del quale non è stato chiesto alcun permesso, potrebbe venire sanzionato con una multa dalla città di Toronto proprio per questo motivo. In realtà si sta parlando di pochi spiccioli, ma l'argomento pruriginoso... tira. Cento dollari per la mancanza di un permesso che, a partire dalle 200 persone partecipanti, parte da 77 dollari.
Ma è tutto da dimostrare che almeno cento persone partecipano all'invito, per una festa che povrebbe trasformarmi presto in una via di mezzo tra una spiaggia nudista e un club privé.
"Non sono responsabile per quello che potrebbe avvenire se le persone si muoveranno tra i cespugli", ammette con un sorriso malizioso Leila Fatima Mechtab, organizzatrice dell'evento.
Insomma, sono tutti sul chi vive, compresa la polizia, nell'attesa però che ci sia veramente qualcosa da reprimere o condannare. "Finora non è successo niente", dicono le autorità. (foto Facebook)


venerdì 17 maggio 2013

Video hard distrugge la carriera militare di Alexandra-Kim

Ogni tanto la 'pruderie' canadese porta a scoprire alcune notizie legate alla vita privata di alcune persone, sbattuta sulla prima pagina di alcuni tabloid in perfetto stile britannico. E' il caso della catena del 'Sun' che, proprio sullo stile d'oltreoceano, attravero il "Toronto Sun", l'"Ottawa Sun", il "Calgary Sun", eccetera, unisce con sapienza notizie deflagranti, foto ammiccanti e una spolverata di sano conservatorismo. E così diventa di importanza capitale la notizia dell'iPhone rubato a una giovane soldatessa canadese, con tanto di video 'hard' incorporato.
Alexandra-Kim Martin-Roberge, militare dal maggio 2009 e il sogno di 'servire' in fanteria, un po' come quello di spegnere incendi lo era di Grisù il Draghetto. Quebecoise, una delle due uniche donne del Terzo Battaglione del Royal Canadian Regiment, il suo obiettivo era poter andare in missione operativa in Afghanistan. Ma il furto, da parte di un commilitone, nel 2010, del suo cellulare con una clip lunga 13 minuti che la ritraeva visibilmente intenta in scene di sesso, ne ha distrutto la carriera.
"E' stata come l'esplosione di una bomba atomica. Per una donna in fanteria, questa è la peggior cosa che possa capitare", ha detto la Martin-Roberge al "Sun". E, peggio nel peggio, le immagini sono circolate anche in tutti gli ambienti militari, anche in quelli stranieri. Arrivando perfino all'insulto gratuito, o ad alcune bizzarre richieste di autografo da parte di sconosciuti che la fermavano mentre si trovava in operazione. Alla beffa si è aggiunto l danno di dove ripresentarsi di fronte a una corte marziale.
Non ci saranno conseguenze, ma intanto la sua carriera è rovinata e la Martin-Roberge è in cura presso uno psicanalista. "Avrei dato tutto per il mio reggimento, ho fatto uno sforzo enorme come donna per essere accettata in un ambiente maschile", ha detto. Ma, probabilmente, non ne è valsa la pena.
(foto Jacques Charbonneau)