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martedì 7 febbraio 2017

Il Canada di Trudeau accoglie i rifugiati islamici, ma caccia gli svizzeri

foto tratta dal giornale Chronicle Herald
La storia riportata dal quotidiano canadese “Chronicle Herald” ha dell’incredibile: le autorità della Nuova Scozia, infatti, hanno deciso di espellere una famiglia svizzera dal Canada, proprio pochi giorno il noto tweet del primo ministro, Justin Trudeau, in cui invitava i rifugiati islamici esclusi dal bando di Donald Trump a venire in Canada: "I canadesi vi daranno il benvenuto, indipendentemente dalla vostra fede. La diversità è la nostra forza”.
Evidentemente tanto è l'amore per gli arabi e gli islamici, che i canadesi si devono essere dimenticati degli europei. Infatti la vicenda riguarda Judit e Daniel Huwiler e i loro due figli di 14 e 11 anni, Daniel jr. e Thomas, obbligati a lasciare il Canada, dove risiedono dal 2013, il prossimo 23 febbraio.
La famiglia di Daniel (i genitori e i suoi otto fratelli) si era trasferita nella nazione della Foglia d'Acero circa vent'anni fa. Il più giovane dei fratelli, Daniel appunto, li aveva raggiunti in compagnia della moglie solo quattro anni fa e non aveva mai ottenuto il passaporto canadese.
Gli Huwiler erano entrati in Canada grazie a un visto turistico e nei quattro anni successivi hanno tentato invano di ottenere un permesso di dimora. Nonostante l'aiuto di tre avvocati e 40 lettere firmate da amici e conoscenti di Bridgewater, la cittadina dove risiedono e dove sono molto benvoluti, le autorità canadesi ne hanno deciso l'espulsione. Judit e Daniel, durante la loro permanenza in Canada, non potevano lavorare a causa del visto turistico e sono stati aiutati finanziariamente dalla famiglia ungherese di lei, ma i soldi sono finiti.
La decisione ha distrutto gli Huwiler: “I nostri figli sono in lacrime. Dove sta l'umanità?”. La famiglia non riesce a immaginarsi una vita in Svizzera: “Abitiamo qui da anni, ci siamo conosciuti nel 1999 negli USA e i nostri figli hanno il passaporto americano. In Svizzera abbiamo vissuto poco e siamo scappati in Canada dopo diversi episodi di bullismo nei confronti di Daniel Jr. e Thomas, che non parlano nemmeno una parola di tedesco”. Le autorità canadesi però sono state inflessibili. (fonte: Ticinonews)

domenica 21 agosto 2016

Profughi: fra ovvietà e demagogia il ministro Dion racconta il 'modello canadese' di accoglienza

Justin Trudeau e Stephane Dion
Parla di 'ricetta vincente' per i profughi il ministro degli esteri del Canada, Stephane Dion in una intervista rilasciata al quotidiano "La Repubblica".
Un concentrato di banalità basato su dei falsi paragoni, primo dei quali l'improponibile confronto fra la vera e propria 'invasione' dell'Europa da parte di migranti e clandestini, con centinaia di migliaia di persone che ogni anno partono dal Sud del mondo per sciamare vero Nord, mentre, parole dello stesso Dion (personaggio criticato anche dai vescovi canadesi per essersi occupato più spesso dei clandestini islamici che dei cristiani in pericolo in tutto il mondo, ndr), il Canada "ha accolto finora 28.755 profughi siriani". Sai che sforzo!
Insomma, il Canada propone un progetto che parrebbe estratto dalle tavole mediatiche della 'peggior' Lega Nord. Solo che, se la selezione dei profughi viene proposta da Matteo Salvini si urla a squarciagola al razzismo, se la mette in atto il democratico Canada di Justin Trudeau, diventa un 'esempio di accoglienza'.
Comunque, Dion prosegue, il 'piano di ospitalità' prosegue, ovvero insediare sul "territorio (altri, ndr) 25mila rifugiati entro fine anno. E saremo presto in grado di accogliere numeri più alti di rifugiati da altre parti del mondo come Repubblica Democratica del Congo, Colombia (la democratica Colombia, quella del presidente Santos che avrebbe sconfitto le truppe paramilitari e sarebbe amico di Obama???, ndr) ed Eritrea".
Sembrano nomi buttati  un po' a caso, e forse in effetti lo sono, con Dion che gonfia il petto su un programma che definisce "unico al mondo" e di cui il governo canadese si dice pronto "a condividere metodologie e politiche di accoglienza".
Si può essere certi che, se l'invasione di clandestini toccasse l'Europa con numeri da 25mila 'profughi siriani' l'anno (quasi sempre con un'alta scolarizzazione e facile integrazione) non ci sarebbe certo bisogno di rivolgersi al Canada e a mister Dion per condividere nuovi progetti di accoglienza.

giovedì 7 aprile 2016

Il Canada e la demagogia dell'accoglienza

Accoglienza ai migranti di guerra, il Canada gonfia il petto, ma di demagogia ce n'è tanta. Troppa.
Additato dal mondo come 'patria dei rifugiati' e vero mondo libero, con tanto di hashtag #WelcometoCanada e #WelcomeRefugees, in realtà il 'Paese a Nord del Confine' ha finora accolto 26mila cosiddetti 'rifugiati' negli ultimi mesi, attraverso però tutta una serie di filtri, che sono poi quelle regole tanto richieste dal centrodestra, con Lega Nord e Front National in testa, subiti ovviamente bollati come feroci razzisti e fascisti. Se però le stesse regole vengono poste da Justin Trudeau, neo primo ministro liberale canadese con simpatie sinistrorse, ecco che la terra americana diventa il miraggio delle libertà.
John McCallum, ministro canadese per l'Immigrazione, per i rifugiati e della Cittadinanza, sottolinea: "Il nostro governo si impegna a garantire che il Canada non abbia due livelli di cittadinanza. Un cittadino canadese resta cittadino canadese e coloro che commettono crimini in Canada si troveranno ad affrontare il sistema di giustizia canadese. Il nostro governo continuerà a prendere tutti i provvedimenti necessari per contrastare le minacce terroristiche al Canada, ai suoi cittadini e al mondo intero".
Insomma, il Canada le regole le ha, le pone e le applica, come primo e più potente filtro da porre all'ingresso nei confronti dell'orda disordinata e pericolosa che preme invece sui confini europei. Già l'anno scorso, infatti, l'ambasciata canadese a Beirut aveva fatto sapere che la precedenza nella 'selezione' sarebbe stata data ai siriani di comprovata appartenenza, ai soggetti giudicati più deboli, in particolare ai membri di famiglie sostenute da madri 'single' e persone malate.
Anche perché, va detto, il Canada non ha bisogno di erigere muri, come invece sono state costrette a fare, via via, Ungheria, Polonia, Austria e tutte le nazioni europee dotate di senso reale delle cose: il governo di Ottawa il suo personalissimo muro già ce l'ha, costituito dagli attentissimi filtri di aeroporti come il Lester Pearson Airport di Toronto.

martedì 29 dicembre 2015

Aylan Kurdi, la famiglia sbarca a Vancouver

La home page del Vancouver Sun dedicata alla vicenda
La famiglia di Aylan Kurdi, il bambino curdo annegato e trasportato sulle spiagge della Turchia, è stata accolta in Canada in queste ore.
Lo zio del piccolo, Mohammed, è atterrato a Vancouver insieme ad altri familiari, la moglie e cinque figli.
L'uomo ha subito ringraziato il primo ministro Justin Trudeau, la cui politica di accoglienza è stata un punto fermo della sua elezione, e si è detto molto felice di essere finalmente arrivato in Canada, dove si è ricongiunto con la sorella Teema, parte in causa fondamentale nella richiesta di asilo.
La donna ospiterà i parenti in casa sua: il fratello lavorerà nel suo salone di bellezza, mentre i nipoti studieranno nelle scuole locali.

domenica 13 dicembre 2015

#WelcomeToCanada, trionfa l'hashtag dell'accoglienza

"Welcome to Canada", con tanto di hashtag, che trasforma il tutto in un accogliente #WelcomeToCanada. E' questo il refrain con cui politica, giornale e gran parte del pubblico liberale canadese ha deciso di accogliere il primo 'sbarco' di profughi siriani che il governo di Ottawa ha deciso di ospitare in patria.
Avanposto dei 25mila che arriveranno nel Paese'a nord del confine' entro il mese di febbraio.
Perfino il Toronto Star, autorevole giornale della metropoli dell'Ontario, ha deciso di aprire con questo titolo il proprio numero dell'edizione di ieri, con tanto di traduzione in arabo immediatamente sotto, mentre Ikea Canada ha addirittura deciso di offrire 180mila dollari caandesi di prodotti ai nuovi arrivati.
Su Twitter l'hashtag in questione ha superato nel frattempo quota 88mila 'fischiettii'.
Sulla prima pagina del quotidiano campeggia la foto di un bimbo che sventola la bandiera nazionale: "Oggi arrivano i primi 150 rifugiati - si legge, e si ribadisce -. Da parte nostra e dei canadesi vi diciamo: 'Benvenuti in Canada'".
Anche il web si è popolato di questo hashtag, utilizzato (da chi lo 'brandisce') che il Canada sia una vera terra di libertà e di trionfo dei diritti per tutti i poppoli del mondo.

venerdì 11 dicembre 2015

Migranti in Canada: Trudeau accoglie i primi siriani

Justin Trudeau accoglie i primi profughi siriani
C'era anche Justin Trudeau, neoprimo ministro canadese, all'aeroporto di Toronto, ad accogliere un aereo militare con a bordo 163 profughi siriani, nel primo di una serie di trasferimenti con cui il governo di Ottawa punta a ospitare 10mila rifugiati dalla Siria entro la fine dell'anno.
Mentre l'Europa e anche gli stessi Stati Uniti si pongono il problema di un maggior controllo verso l'ingresso e la proliferazione del 'germe' islamico all'interno dei propri confini, Trudeau, che della demagogia dell'accoglienza a tutti i costi ha fatto una bandiera per ottenere l'elezione al posto del moderato Stephen Harper, ha addirittura garantito che entro la fine del mese di febbraio 2016 saranno ben 25mila i seguaci di Allah che verranno ospitati all'interno dei confini canadesi.
In realtà i profughi in arrivo in terra canadese, oltre che dalla Siria, provengono anche da Libano, Giordania e Turchia.
L'ambasciata canadese a Beirut aveva già fatto sapere che la precedenza nella 'selezione' verrà data ai soggetti giudicati più deboli, in particolare ai membri di famiglie sostenute da madri 'single' e persone malate.