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giovedì 2 febbraio 2017

Trump: si chiama Kellie Leitch la risposta canadese

E' Kellie Leitch la vera risposta del Canada a Donald Trump. E forse sarà per questo motivo che la 46.enne nativa di Winnipeg, avrà vita dura nel succedere a Stephen Harper come leader del Partito Conservatore canadese.
Attraverso un articolo del Corriere Canadese si era andati alla scoperta di Kevin O'Leary, forse il candidato con maggiori possibilità, anche perché decisamente quello più ricco, di diventare il principale antagonista dell'attuale primo ministro Justin Trudeau. Alcune sue posizioni, però, a cominciare da quella relativa alla legalizzazione della marijuana, non piacciono ai conservatori canadesi. Tanto che la Leitch ha deciso di scrivere una 'lettera aperta' a Pegida Canada sottolineando i diversi nei quali il proprio programma può essere considerato quello più aderente a dei supposti e non meglio identificati 'valori canadesi'.
Una mossa forse non furbissima, visto che la Leitch è stata immediatamente attaccata (ma di questi tempi è fin troppo facile) dalla stampa 'liberal', per essere una sorta di 'ricettacolo' di simpatie fasciste ed estremiste di destra. Nulla di tutto ciò, ovviamente, corrisponde al vero, ma è certo che la Leitch rappresenti una delle pochissime voci che si siano levate, a 'nord del confine', a favore del nuovo presidente americano e contro l'accoglienza indiscriminata dei rifugiati, in particolare di quelli di fede islamica.

sabato 21 gennaio 2017

Kevin O'Leary, la risposta dei conservatori a Justin Trudeau

Viene riprodotto di seguito per intero l'articolo che Francesco Veronesi, direttore del Corriere Canadese, ha scritto relativamente alla figura di Kevin O'Leary.

O'Leary, il miliardario che tenta la scalata ai Tory

di Francesco Veronesi

In Italia abbiamo avuto Silvio Berlusconi, negli Stati Uniti è il turno di Donald Trump. Il Canada ora è la nuova arena politica dell’ennesimo milionario che tenta la scalata a un partito per diventare il leader di un Paese occidentale. Kevin O'Leary ha lanciato la sua sfida agli altri 13 candidati alla leadership del Partito Conservatore, primo passo di un possibile lungo braccio di ferro con il primo ministro liberale Justin Trudeau che durerà dal prossimo maggio fino al 2019, quando il Canada tornerò alle urne.
Ma chi è O’Leary? Nato a Montreal 62 anni fa, figlio di due immigrati - padre irlandese e madre libanese - sin da giovanissimo mostra una grande abilità e passione per il mondo della finanza e degli investimenti. Dopo essersi laureato alla University of Waterloo e aver proseguito gli studi alla Ivey Business School at The University of Western Ontario, O’Leary decide di avviare la sua impresa. E lo fa dal basement di casa sua nel 1986 fondando con altri due soci la Softkey, società specializzata nella creazione di software. Dopo le prime difficoltà la compagnia inizia a consolidarsi sul mercato, puntando sullo sviluppo di programmi educativi per le famiglie e per i bambini. Nel 1993, dopo l’acquisto di altre due società - WordStar e Spinnaker Software - la sua compagnia diventa tra le più importanti di questo segmento di mercato, conquistando la supremazia dopo la scalata a un’altra azienda, la The Learning Company (TLC), che diverrà poi la compagnia principale del suo gruppo. Poi, nel 1999, la svolta: O’Leary vende la nuova azienda in blocco alla Mattel, diventando multimilionario.
Negli anni successivi è protagonista di numerosi altri investimenti, mentre lentamente inizia a diventare un volto televisivo per le sue apparizioni sulla Cbc e sulla Abc. Negli ultimi anni, infine, O’Leary diventa un personaggio pubblico per il suo ruolo nei due reality Dragon’s Den e Shark Tank.
Per buona parte del 2016, quando si stava iniziando a riempire la griglia dei candidati alla leadership conservatrice, O’Leary rende pubblica la sua volontà di entrare in politica per “salvare il Paese da Justin Trudeau”. Ma prima di farlo vuole capire se esiste o meno la possibilità di creare consenso - della base e nei vertici di partito - attorno alla sua potenziale candidatura.
Mercoledì, infine, O’Leary mette da parte le titubanze di questi mesi e ufficializza la sfida agli altri 13 candidati. Nel suo programma, sintetizzato durante alcune interviste televisive, viene identificata la fascia elettorale da recuperare per sconfiggere i liberali alle prossime elezioni: i giovani dai 18 ai 35 anni. Grande enfasi, infine, sulla lotta al debito pubblico e sul rilancio dell’economia.