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domenica 3 settembre 2017

Guerra di mafia in Canada, un lungo elenco di omicidi

Si riporta integralmente l'articolo-inchiesta di Arcangelo Badolati sulla guerra di mafia attualmente in corso in Canada e pubblicato sul numero di questo 3 settembre sulla Gazzetta del Sud.

"La guerra tra siciliani e calabresi in Canada"
di Arcangelo Badolati
Omicidi a Montreal, Toronto, Vaughan, Hamilton, Woodbridge
ll sangue d’oltremare. Guerre per il controllo del business, regolamenti di conti interni e vendette sanguinarie animano la scena criminale canadese. Nella terra dei grandi laghi e delle cascate del Niagara risiedono migliaia e migliaia di calabresi e siciliani che hanno fatto fortuna: molti onestamente, altri seguendo i tortuosi sentieri del mondo criminale. Il Canada è la seconda patria dei Cuntrera-Caruana e dei Rizzuto così come dei Cotroni, dei Violi e dei Racco, famiglie isolane e calabre legate a Cosa nostra e alla ‘ndrangheta. L’ultima vittima dei conflitti mafiosi in atto è Antonio Di Blasio – chiare origini calabresi –  ucciso il 17 agosto scorso da un killer mentre accompagnava il figlio ad una partita di calcio in un parco posto alla periferia di Montreal. L’uomo è componente della cosca Rizzuto ed era legato al sottocapo di origine pugliese Rocco “sauce” Sollecito. Tra l’Ontario e il Quebec s’è scatenato uno scontro feroce finalizzato ad assumere il comando della mafia italo-americana e raccogliere l’eredità di Vito Rizzuto, storico capo della “Sesta famiglia” morto per una crisi cardiaca il 23 dicembre del 2013 in un letto d’ospedale. I clan calabresi, spodestati nel 1978 con l’assassinio di Paul Violi, originario di Sant’Eufemia d’Aspromonte e fino ad allora padrino assoluto delle organizzazioni criminali canadesi, vorrebbero riprendersi il potere e riempire il vuoto lasciato dalla scomparsa di “don Vito”. Di Blasio era un uomo legato ai Rizzuto e la circostanza gli è costata la vita. Una destino tragico toccato pure ad altri importanti esponenti della “Sesta famiglia”. Il primo marzo del 2016, a Montreal, cade assassinato Lorenzo Giordano, componente della “commissione” istituita per gestire gli affari dopo la morte di “don Vito”. È solo l’inizio perchè il successivo 28 maggio tocca ad un altro pezzo da novanta del gruppo di comando: Rocco Sollecito, detto “Sauce”, che viene trucidato davanti alla fermata d’un bus. Il tre giugno, in un caffè frequentato da italiani, un sicario chiude un altro “contratto” lasciando steso, accanto a un tavolino, Angelo D’Onofrio, amico di molti personaggi influenti del clan Rizzuto ma fuori dal giro. L’uomo viene trucidato per errore perché scambiato – secondo la polizia canadese – per Antonio Vanelli che a quell’ora e in quello stesso momento stava partecipando al funerale di Sollecito. D’Onofrio aveva la stessa età, la medesima corporatura, uguali capelli bianchi della vittima designata. Il 15 ottobre viene assassinato un altro luogotenente dei Rizzuto, Vince Spagnolo, 65 anni, trucidato davanti alla sua abitazione. Le pistole, però, tuonano anche nell’Ontario, feudo degli ndranghetisti calabresi già dai tempi dell’immarcescibile boss Mike Racco, passato a miglior vita per cause naturali alla fine degli anni 70 e legato al boss dei due mondi sidernese Antonio Macri. Il due maggio scorso Angelo Musitano, 39 anni, viene ucciso ad Hamilton da un sicario nel vialetto di casa. L’assassino, vestito di scuro spara mentre la vittima è ancora a bordo della propria auto. Il padre, Domenico Musitano, morto per un attacco cardiaco nel 1995, era considerato un “uomo di rispetto” a tutto tondo della città dell'Ontario. Il fratello di Angelo, Pasquale Musitano, detto “Pat”, la notte del successivo 27 giugno subisce a sua volta un attentato: un killer spara 12 colpi di pistola contro le finestre dell’abitazione dove l'uomo risiede con la famiglia. I due germani erano stati indagati nel 1997 per l’omicidio di Johnny Papalia, capo del presunto omonimo clan e del suo braccio destro, Carmelo Barillaro. I Musitano, con un patteggiamento concluso con il pubblico ministero, avevano incassato una condanna a 10 anni di reclusione tornando poi liberi nel 2007. Ma nell’Ontario, dove già il 5 ottobre del 2000 la “sesta famiglia” dei Rizzuto era stata colpita duramente con l’uccisione di Gaetano Panepinto, 41 anni, “rappresentante” del clan a Toronto, lo scontro tra calabresi e siciliani ha fatto altre vittime. Nel luglio del 2013 sono stati assassinati, a Woodbridge, Sam Calautti, detto “the yong gun” e il suo braccio destro, Jimmy Tusek. Calautti era sospettato d’aver partecipato sia al delitto Panepinto che all’agguato costato la vita al capostipite dei Rizzuto, l’ottantaseienne, Nick, ammazzato da un cecchino nella sua villa di Montreal, nel novembre del 2010. E sempre a Woodbridge viene assassinato con un colpo di pistola alla testa, venerdì 31 marzo 2017, Antonio Sergi, 53 anni. L’uomo, originario della Locride, è sorpreso dal sicario incaricato di chiudere il “contratto”, lungo il vialetto di casa. Il calabrese sta rientrando nella villetta posta nella zona di Etobicoke in cui abitano da anni molti italiani (in larga parte siciliani e calabresi). Negli ambienti investigativi e tra i connazionali Sergi era conosciuto come “Tony Large”. L’ucciso era stato coinvolto in indagini che riguardavano il traffico di droga e manteneva stabili contatti con gli Stati Uniti. Nelle stesse ore, a Vaughan, città poco distante dal capoluogo dell’Ontario, cade sotto i colpi di un killer un altro italiano, Domenico Triumbari, 55 anni, originario di Siderno. La vittima viene assassinata in un parcheggio di Regina Road, davanti ad una serie di attività ricreative e commerciali. A sparare un uomo con una felpa scura dotata di cappuccio che ha compiuto l’esecuzione con la freddezza tipica dei “professionisti” del crimine, lasciando poi la scena a bordo di una berlina Honda condotta da un complice. La scena viene ripresa dalle telecamere di sorveglianza installate nella zona. Pure Triumbari frequentava Woodbridge dove poi è stato sepolto. Prima di loro era caduto, il 24 aprile del 2014, nel parcheggio di una caffetteria di Toronto, Carmine Verduci, boss di origini calabresi con forti legami con la terra di origine. La vittima non era uno sprovveduto: gli investigatori italiani cinque anni prima l’avevano intercettato a Siderno, mentre dialogava con Giuseppe Commiso, detto “U mastru”, capo dell’omonima cosca. Il “canadese” era andato a lamentarsi perché le ‘ndrine calabresi non l’avevano chiamato per partecipare all’assemblea criminale indetta per assegnare le “cariche” ‘ndranghetistiche provinciali. Verduci si duoleva inoltre dell’elezione di Domenico Oppedisano, anziano “uomo di rispetto” di Rosarno, al ruolo di “capo crimine”. «Non è giusto che se lo sono presi là... spetta a uno della Ionica... e a me mi hanno dovuto mandare un’ambasciata». Ma c’è un altro calabrese caduto nella guerra che si combatte Oltreoceano. Viveva a Montreal, era originario di Rovito (Cosenza) ma è stato ucciso ad Acapulco (Messico) mentre era seduto a un tavolo esterno del ristorante “Forza Italia”. Si chiamava Moreno Gallo, negli ambienti criminali veniva indicato come “the turkey” ed è stato eliminato il 10 novembre del 2013 nel terzo anniversario della morte di Nick Rizzuto senior, detto “uncle Nick”, patriarca della “Sesta famiglia”. Gallo era stato legato ai Rizzuto ma successivamente si era allontanato dal clan parteggiando per gli avversari. Prima di lui, nel luglio dello stesso anno un altro calabro-canadese, Vincenzo Scuderi, originario del Reggino, era stato ammazzato davanti casa nella città capoluogo del Quebec. Scuderi era ritenuto un luogotenente di Raynald Desjardins, prima alleato e poi nemico giurato dei Rizzuto.

giovedì 4 maggio 2017

Omicidio di mafia, assassinato il boss Musitano

Angelo Musitano (foto National Post)
Omicidio di mafia in Canada, l'ennesimo. Questa volta la vittima è il boss Angelo Musitano, 39 anni, membro di una famiglia legata alla 'ndrangheta calabrese, coinvolto a sua volta nell'assassinio di un componente del clan Papalia.
Musitano è stato assassinato davanti alla sua abitazione a Hamilton, la storica 'steeltown', città in cui vivono tantissimi italiani. Il killer ha aperto il fuoco sulla vittima, che si trovava a bordo di un'auto. Musitano era piuttosto noto nell’ambiente criminale canadese. Insieme al fratello era stato coinvolto nell’omicidio nel 1997 di un rivale, figura importante del clan Papalia. Solo un accordo con la procura permetteva una ridotta permanenza in carcere, appena dieci anni, per poter tornare in libertà nel 2007. I detective ipotizzano che l’agguato possa essere una vendetta.
Secondo quanto riporta Wikipedia, per gli inquirenti la 'ndrina Musitano sarebbe vicina ai Mammoliti di Platì e sarebbe insediata, in Nord Italia, a Buccinasco e a Bareggio, in provincia di Milano. Negli anni '80 avrebbero partecipato a un progetto per rapire Silvio Berlusconi.

giovedì 22 dicembre 2016

Procuratore Antimafia: "Criminalità infiltrata in Canada"

E' ancora forte l'infiltrazione della Mafia in Canada. Fra il 2009 e il 2016 si sono infatti registrati 20 delitti nello scontro fra organizzazioni criminali, in prevalenza 'ndranghetisti contro siciliani, ma anche fazioni di 'ndrangheta in contrasto fra loro per il controllo delle attività illecite o anche apparentemente lecite.
E' inoltre molto forte l'infiltrazione della criminalità organizzata italiana nel settore degli appalti pubblici, dei giochi, delle scommesse e del riciclaggio dei capitali illeciti.
Dei risultati di una missione in Canada, ha parlato il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, alla Commissione Antimafia, in una recente seduta di cui è stato pubblicato il resoconto. Roberti ha però sottolineato che "quello che abbiamo percepito è che apparentemente non vi è ancora una sensibilità da parte delle istituzioni canadesi rispetto al fenomeno dell'infiltrazione di capitali illeciti nell'economia lecita del Canada, che è l'aspetto secondo noi più preoccupante".
"Ci siamo recati presso il Ministero della giustizia canadese per confrontarci con i colleghi canadesi sulla situazione della criminalità organizzata italiana in Canada, e segnatamente nel Quebec e nella zona di Toronto, e per confrontarci altresì sugli strumenti e sulle tematiche della cooperazione dell'assistenza giudiziaria - ha spiegato Roberti all'Antimafia -, atteso che le nostre rogatorie, le nostre richieste di assistenza giudiziaria anche per quanto riguarda l'estradizione di soggetti italiani
latitanti in Canada, stentavano ad essere accolte, per cui avevamo interesse a capire cosa si potesse fare di più e di meglio reciprocamente per favorire l'accoglimento delle nostre rogatorie e delle nostre richieste di estradizione. Il giudizio complessivo della nostra missione non può che essere positivo, perché qualcosa si è mosso: rispetto alle previsioni dell'andata, che sembravano più pessimistiche, qualcosa si muove, abbiamo finalmente condiviso con i colleghi canadesi la necessità di agevolare l'accoglimento delle rogatorie attraverso anche una maggiore precisione e dettaglio sui fatti oggetto delle nostre indagini". (fonte ANSA)

giovedì 25 giugno 2015

Due ammazzati nel bar italiano, l'ombra della mafia a Vaughan

De Simone con la moglie nella foto pubblicata dal Sun
Due morti, entrambi di origine italiana, e non potrebbe essere altrimenti se questo capita a Vaughan, una delle città più 'italiane' del mondo fuori dalla Penisola.
E' successo al Moka Expresso Bar (altro nome italianissimo) di Islington Avenue, un locale frequentato ovviamente da tanti italiani. La zona, Woodbridge compresa, è stata recentemente teatro di diversi omicidi collegati al crimine mafioso, un 'vizio tricolore' espatriato in grande quantità da queste parti.
Poco si sa dell'omicida, se non che dovrebbe essere di pelle scura e che guidava un'auto compatta.
Italiane anche le due vittime, la commessa del bar, Maria Voci, 43 anni e madre di tre figli, recentemente divorziata, e un giovane cliente, il 24.enne Christopher De Simone, recentemente sposatosi con Angela Salvatore. Due altre persone sono rimaste ferite, una delle quali si trova in gravi condizioni.

giovedì 4 giugno 2015

'Ndrangheta, smantellato traffico di droga in Canada

La polizia canadese ha smantellato un traffico di droga organizzato nel paese americano dalla 'ndrangheta calabrese.
In manette sono finite 19 persone. Lo hanno riferito le forze dell'ordine.
L'operazione, che ha impegnato almeno 260 agenti, è arrivata al termine di due anni di indagini sui "più alti livelli" dell'associazione criminale. Gli investigatori avrebbero portato alla luce diversi crimini, fra cui l'importazione e il traffico di droga, armi ed estorsioni. (fonte: AGI)

martedì 31 dicembre 2013

Vito Rizzuro se ne va, addio al boss della mafia canadese

Arriva alla fine del 2013 uno degli eventi più significativi per il Canada, e non solo, di quest'anno.
La morte, per cause naturali, di Vito Rizzuto, ultimo capo della potente famiglia mafiosa siculo-canadese, è un 'colpo' fortissimo per la storia della mafia.
Rizzuto, che aveva 67 anni, si è spento per 'complicazioni polmonari' al Sacre-Coeur Hospital di Montreal dove era stato ricoverato nei giorni scorsi.
La scomparsa del boss coincide con la fase più turbolenta di una lunga faida tra le cosche canadesi. Lo scontro era cominciato con l'uccisione del vecchio padre del boss, Nick Rizzuto, 86 anni, e del figlio che aveva lo stesso nome del nonno. Successivamente è scomparso anche il cognato Paolo Renda.
Una catena di sangue arrivata anche in Sicilia. Nel maggio scorso sono stati uccisi vicino a Bagheria (Palermo) Juan Ramon Fernandez Paz e Fernando Pimentel, esponenti del clan Rizzuto, fuggiti in Sicilia per sottrarsi alla faida esplosa dopo il rientro di don Vito dagli Stati Uniti dove aveva scontato dieci anni di carcere per l'uccisione di tre esponenti della famiglia Bonanno. I corpi delle due vittime sono stati ritrovati in seguito alle dichiarazioni di un collaboratore che ha descritto anche lo scenario della guerra di mafia in Canada scatenata da contrasti per il controllo del traffico della droga ma anche dell'edilizia e di affari commerciali.
Il clan Rizzuto, guidato dal vecchio Nick originario di Cattolica Eraclea (Agrigento), era nato da una costola della famiglia Bonanno di New York. In Canada ha stretto un'alleanza con il clan Cuntrera, originario dello stesso paese siciliano. Otto anni fa Vito Rizzuto era stato coinvolto in un'inchiesta della Procura di Roma sulle infiltrazioni mafiose nelle imprese che miravano a costruire il ponte sullo Stretto di Messina. (cit. ANSA).

venerdì 6 settembre 2013

Mafia in Canada, arrestato Carmelo Bruzzese

Il latitante Carmelo Bruzzese è stato arrestato a Toronto da agenti dell'Immigration canadese per violazione della legge canadese sull'immigrazione.
Bruzzese era ricercato dalle autorità italiane nell'ambito dell'operazione 'Crimine', con l'accusa di essere un elemento di spicco della 'ndrangheta.
In Canada è stato localizzato in seguito alle indagini dei carabinieri del Ros e di quelli dell'Arma territoriale, coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
Bruzzese è ritenuto uno degli esponenti di vertice della 'ndrangheta, in virtù della sua carica di capo del 'locale' di Grotteria e avrebbe partecipato ad alcune fra le più importanti riunioni che portarono alla nomina del capo 'crimine' Domenico Oppedisano, agendo in stretto raccordo con il sidernese Giuseppe Commisso (u' Mastro) e con Rocco Aquino, quest'ultimo capo 'locale' di Marina di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria).
Sempre Bruzzese avrebbe anche profondi legami con Vito Rizzuto, il boss di Montreal e avrebbe trattato regolarmente con i vertici della famiglia Rizzuto in Quebec, clan di cui sarebbe stato un partner affidabile nella gestione di opere pubbliche in Italia.
Le autorità canadesi - non potendo disporre l'arresto di Bruzzese in esecuzione della misura cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria, in cui gli si contesta l'associazione a delinquere di stampo mafioso - hanno fermato l'uomo per violazione della legge sull'immigrazione, dopo verifiche volte ad accertare la pericolosità del latitante per il territorio canadese.
Nei prossimi giorni verrà avviato in Canada il procedimento di espulsione.

domenica 14 luglio 2013

Omicidio di mafia a Toronto, ucciso Salvatore 'Sam' Calautti

Un altro omicidio di mafia ha insanguinato Toronto in questi giorni. A cadere sotto i colpi della malavita questa volta è stato Salvatore 'Sam' Calautti, 41 anni e padre di tre figli, definito 'Calabrian mob assassin' e proprietario del ristorante Cinquelire, in 2910 Dufferin Street, poco prima dell'incrocio con Lawrence (in pratica a poche decine di metri da Wingold Avenue, dove, svoltando a sinistra, ci si recava al lavoro al Corriere Canadese).
L'omicidio di Calautti va inquadrato nella violentissima guerra di mafia in corso in Canada e, secondo gli investigatori, non sarebbe altro che un segnale preciso da parte di Vito Rizzuto, boss della mafia di Montreal, nel tentativo di marcare il territorio 'ribelle' dell'Ontario.
Una leadership, quella di Rizzuto, messa in discussione dalla sua detenzione, per dieci anni, in una prigione del Colorado. Ma dal suo ritorno in Canada le cose stanno tornando alla 'normalizzazione', non senza però una serie di feroci rese dei conti.
Per gli investigatori la morte di Calautti sarebbe la 'vendetta' di Rizzuto per gli omicidi del padre Nicolò e del figlio Nick. Calautti sarebbe stato ritenuto implicato molto probabilmente nella morte del primo.

venerdì 7 giugno 2013

Mafia in Canada, la polizia italiana chiede aiuto a Montreal

Che in Canada la guerra di mafia stia toccando livelli elevatissimi ormai non è più un segreto per nessuno. Non desta quindi sorpresa che la polizia italiana abbia chiesto l'aiuto dei colleghi canadesi in un'inchiesta sul recente omicidio in Sicilia di due gangster italocanadesi. 
Il caso, secondo il National Post, sarebbe collegato con la lotta tra cosche che sta scuotendo Montreal. Circa un mese fa i carabinieri hanno infatti scoperto il cadavere carbonizzato di Juan Ramon Fernandez, 57 anni, conosciuto come 'Joe Bravo', e Fernando Pimentel, 36 anni, entrambi sospettati di essere coinvolti in un traffico di droga tra la Sicilia e il Canada. 
La polizia ha arrestato due 'uomini d'onore' italiani, i fratelli Scaduto, ma gli investigatori hanno scoperto che l'ordine di uccidere è arrivato dal Canada e che gli omicidi sono legati alla guerra per il territorio fra i due gruppi rivali: la famiglia Rizzuto e il nuovo clan guidato da Raynald Desjardins (nella foto tratta da Mafiatoday).