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venerdì 25 maggio 2018

Gli astronomi di Toronto scoprono i dettagli di una pulsar

Prima osservazione dettagliata di una pulsar, una stella estremamente densa e compatta che emette segnali radio a intervalli regolari. Distante 6.500 anni luce dal Sistema Solare, la stella si chiama PSR B1957+20 ed è stata vista grazie a un tecnica così raffinata da essere confrontabile a un telescopio che dalla Terra riesca a vedere una pulce su Plutone.
I dettagli dell'osservazione sono pubblicati sulla rivista Nature. Coordinati da Robert Main, gli astronomi dell'Università diToronto, dell'Istituto canadese di Astrofisica Teorica e del Perimeter Institute canadese hanno osservato la pulsar in orbita intorno a un'altra stella compagna, fredda e dalla luce debole: una nana bruna avvolta da una nube di gas e polveri. "Il gas ha agito come una magnifica lente posta di fronte alla pulsar, ingrandendola e aiutandoci a osservarla in dettaglio", ha spiegato Main.
La pulsar, hanno sottolineato gli autori, ruota molto rapidamente: più di 600 volte al secondo. La nana bruna compagna, con un diametro che è circa un terzo del Sole, si trova a circa due milioni di chilometri dalla pulsar, attorno alla quale compie invece un orbita completa in più di nove ore. Secondo gli astronomi canadesi, "la pulsar è destinata a poco a poco a sottrarre materiale alla compagna", fino a quando non l'avrà consumata del tutto. (fonte: ANSA)

domenica 22 settembre 2013

Big Bang, nuova teoria mette tutto in discussone

Un'ipotesi rivoluzionaria scuote il mondo dell'astronomia: il Big Bang, infatti, potrebbe non essere avvenuto come crediamo. In realtà, potrebbe non esserci stato affatto un Big Bang, e tutto il nostro Universo potrebbe avere un'origine completamente diversa.
Un gruppo di ricercatori del Perimeter Institute for Theoretical Physics di Waterloo, Canada, sono infatti convinti che l'Universo potrebbe essere il risultato del collasso di una stella a quattro dimensioni, una sorta di 'buco nero' estremamente particolare, molto difficile anche solo da immaginare.
Il modello dei ricercatori prevede che il nostro universo tridimensionale sia una membrana che fluttua attraverso un 'universo di massa' che ha quattro dimensioni spaziali. Secondo il team, se l'universo massa contiene stelle a quattro dimensioni, alcune potrebbero collassare formando buchi neri quadridimensionali proprio come fanno le stelle massicce nel nostro Universo: esplodono come supernovae con una violenta espulsione dei loro strati esterni, mentre gli strati interni collassano in un buco nero.
I buchi neri come li conosciamo hanno un 'orizzonte degli eventi', una membrana bidimensionale di confine. Nel caso di un buco nero quadridimensionale, l'orizzonte degli eventi sarebbe tridimensionale e secondo i modelli del gruppo di studiosi, un collasso di una stella quadridimensionale potrebbe aver espulso materiale tridimensionale nell'orizzonte degli eventi, espandendolo lentamente nel tempo. Questo orizzonte degli eventi potrebbe essere il nostro Universo.