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lunedì 15 marzo 2021

Chiude per Covid lo stabilimento Amazon di Brampton

Le autorità canadesi hanno ordinato la chiusura di una struttura di Amazon e ai suoi 5.000 dipendenti di auto isolarsi per Covid. Funzionari della Sanità pubblica hanno spiegato che i lavoratori della struttura di Brampton appartenente al colosso tecnologico a nord di Toronto sono stati obbligati ad "auto-isolarsi per due settimane a partire dal 13 marzo". La misura si è resa necessaria perché "nelle ultime settimane, il tasso di infezione da Covid-19 in tutta la regione è diminuito, mentre quello all'interno della struttura è aumentato in modo significativo".
Gli unici lavoratori esentati dal provvedimento sono quelli che erano risultati positivi negli ultimi 90 giorni e che avevano terminato il periodo di quarantena.
La "difficile decisione" di chiudere l'enorme magazzino, ha detto l'ufficiale medico della salute Lawrence Loh, si è resa "necessaria per fermare una ulteriore diffusione sia nella struttura che nella nostra comunità".
Un portavoce dell'autorità regionale per la salute pubblica ha detto che più di 600 lavoratori del magazzino sono risultati positivi al Covid-19 dall'inizio della pandemia, compresi circa 240 nelle ultime settimane. (fonte: AGI)

martedì 1 maggio 2018

Amazon cresce in Canada, tremila nuovi posti di lavoro

Amazon cresce a Vancouver, in Canada, dove amplia il suo hub tecnologico e crea tremila nuovi posti di lavoro. Lo annuncia Amazon in una nota.
Per festeggiare l'espansione il colosso di Jeff Bezos ha ospitato il premier canadese Justin Trudeau. ''Le nostre città, che ospitano i migliori talenti del mondo, sono posizionate per attrarre investimenti che creano i posti di lavoro di domani. I canadesi condividono la passione'' di Amazon per ''le invenzioni e l'impegno per l'eccellenza e per questo siamo lieti di vedere la societa' crescere'' ha detto Trudeau. (fonte: ANSA)

venerdì 5 gennaio 2018

Sacchetti di plastica, Montreal mette al bando le borse sottili

Sulla base di una normativa teoricamente simile a una già in vigore in Italia – ma disattesa nel nostro paese secondo i calcoli di Assobioplastiche dal 60% dei casi – dal Canada arriva un esempio positivo: Montreal, dal 1° gennaio, è la prima grande città canadese a bandire completamente l’uso delle classiche borse di plastica sottili (sotto ai 50 micrometri), sia tradizionali che biodegradabili (contengono un additivo che ne facilita la decomposizione con luce e calore). Potranno continuare ad essere usate quelle per i prodotti freschi ma alla cassa bisognerà comunque utilizzare una borsa di plastica spessa o riutilizzabile. L’importo per famiglia sarà ben più rilevante: 15 centesimi per ogni borsa di plastica spessa, mentre quelle riutilizzabili (in stoffa, cartone o altro materiale) costano – tasse incluse – oltre 1,20 dollari, mentre Amazon e Walmart ne vendono di più resistenti a oltre 2 dollari l’una.
Tutti i commercianti hanno pochi mesi di tempo per adeguarsi: dal 5 giugno (data scelta simbolicamente perché è la Giornata mondiale dell’Ambiente) scatteranno multe sino a 2.000 dollari per le catene (la metà per i negozi individuali) alla prima infrazione, poi a salire.
A breve seguiranno altre città: Victoria, capitale della British Columbia ma di ridotte dimensioni, ha già annunciato che adotterà un analogo provvedimento da luglio, mentre anche Vancouver – la principale metropoli dell’Ovest – sta ragionandoci, e probabilmente seguirà Toronto. (fonte: Democratica.com)

martedì 17 gennaio 2017

Amazon Canada ritira dal catalogo le ciabatte con il volto di Gandhi

Dopo lo zerbino su cui era stampata la bandiera indiana, il colosso Amazon ha deciso ora di ritirare dal catalogo le ciabatte su cui è raffigurato il viso di Gandhi. La decisione dopo le vibranti proteste del ministro degli Esteri indiano, come rende noto lo Sportello dei diritti sul proprio sito.
Il gigante delle vendite online Amazon.com, afferma lo Sportello dei diritti, "ha annunciato il ritiro dalla pagina web dell'offerta che riguardava le ciabatte da spiaggia con la faccia del Mahatma Gandhi. Vibranti, infatti, le proteste del ministro degli Esteri indiano Sushma Swaraj".
Le ciabatte, disponibili in diverse colorazioni, sono in vendita per 1.190 rupie. Il ministro indiano, si legge sul sito dell'associazione, "ha chiesto via Twitter ai vertici di Amazon-Canada di cancellare immediatamente la proposta di vendita online del prodotto e di presentare scuse senza condizioni. Altrimenti, ha assicurato, nessun responsabile della compagnia avrebbe più ottenuto un visto indiano, facilitazione che sarebbe stata revocata a quelli che l'avevano ottenuta. Di fronte all'aut aut, la compagnia fondata da Jeffrey P. Bezos, si è' adeguata ritirando l'offerta".
Solo pochi giorni fa Amazon, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, "ha chiesto scusa per uno zerbino raffigurante la bandiera nazionale venduto on line". (fonte: ANSA)