Oleodotti come il Keystone XL o
il Dakota Access possono dischiudere opportunità di sviluppo e
creare posti di lavoro. Lo ha sottolineato il portavoce della
Casa Bianca, Sean Spicer, durante il suo primo briefing
quotidiano ufficiale, lasciando intendere che le sorti dei due
progetti potrebbero cambiare.
L'amministrazione dell'ex
presidente Barack Obama aveva bloccato il progetto di costruzione
dell'oleodotto Keystone, per trasportare petrolio dal Canada al
Texas, mentre era stata deviata la rotta del Dakota Acess, nel
Nord Dakota, per evitare l'attraversamento della riserva
indiana di Standing Rock, sotto il lago Ohae, dopo un braccio
di ferro con la tribù dei Sioux e con gli ambientalisti andato
avanti per mesi. (fonte: AGI)
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martedì 24 gennaio 2017
venerdì 31 gennaio 2014
Keystone XL, gli Stati Uniti dicono 'yes'
Il dipartimento di Stato americano ha dato il via libera all'oleodotto Keystone XL. Il ministero degli Esteri statunitense ha diffuso un rapporto molto atteso secondo cui la costruzione dell'impianto non comporta preoccupazioni particolari sul fronte della tutela dell'ambiente. Una decisione
che rappresenta un grande passo avanti per un progetto del
valore di 7 miliardi di dollari, ma una grave sconfitta del
movimento ambientalista, profondamente contrario a questa grande
opera che attraversa il confine tra Stati Uniti e Canada.
Keystone XL, presto il rapporto del dipartimento di Stato americano
Potrebbe essere pubblicato oggi, dal dipartimento di Stato americano, il rapporto finale sull'impatto ambientale del controverso oleodotto Keystone XL, che dovrebbe trasportare il petrolio estratto dalle sabbie bituminose dell'Alberta, in Canada, nel cuore degli Stati Uniti, e da lì fino al Golfo del Messico.
Il dipartimento ha più volte concluso che l'oleodotto porrebbe "pochi rischi ambientali"; a giugno, viste le forti preoccupazioni dei gruppi ambientalisti, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva assicurato che il progetto sarebbe stato approvato "solo se non aggraverà significativamente il problema dell'inquinamento da Co2", assicurando che avrebbe portato avanti il suo impegno in favore dell'ambiente.
Intanto la TransCanada ha già costruito e messo in funzione i 780 chilometri del segmento meridionale, da Cushing (Oklahoma) a Nederland (Texas).
Il dipartimento ha più volte concluso che l'oleodotto porrebbe "pochi rischi ambientali"; a giugno, viste le forti preoccupazioni dei gruppi ambientalisti, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva assicurato che il progetto sarebbe stato approvato "solo se non aggraverà significativamente il problema dell'inquinamento da Co2", assicurando che avrebbe portato avanti il suo impegno in favore dell'ambiente.
Intanto la TransCanada ha già costruito e messo in funzione i 780 chilometri del segmento meridionale, da Cushing (Oklahoma) a Nederland (Texas).
martedì 31 dicembre 2013
Oleodotto Keystone XL, decisione forse rinviata al successore di Obama
Un conflitto d'interessi potrebbe
rimandare la decisione finale, negli Stati Uniti, sulla
costruzione del controverso oleodotto Keystone XL, che
dovrebbe trasportare il petrolio estratto dalle sabbie bituminose
di Hardisty (Alberta, Canada) a Steele City (Nebraska, Stati
Uniti), permettendo al presidente Barack Obama di lasciarla al
suo successore.
Venticinque deputati democratici, guidati da Raul Grijalva, rappresentante dell'Arizona, hanno sottoscritto una lettera chiedendo a Obama di far ripartire il processo di revisione ambientale del progetto da 9 miliardi di dollari. Se il processo di valutazione dovesse essere azzerato, la decisione finale sull'oleodotto potrebbe essere rinviata di alcuni anni, forse al 2017, quando Obama non sarà più in carica, secondo il "Vancouver Observer".
Venticinque deputati democratici, guidati da Raul Grijalva, rappresentante dell'Arizona, hanno sottoscritto una lettera chiedendo a Obama di far ripartire il processo di revisione ambientale del progetto da 9 miliardi di dollari. Se il processo di valutazione dovesse essere azzerato, la decisione finale sull'oleodotto potrebbe essere rinviata di alcuni anni, forse al 2017, quando Obama non sarà più in carica, secondo il "Vancouver Observer".
mercoledì 11 dicembre 2013
Petrolio Usa, in Canada le principali esportazioni
C'è fermento nel mondo del petrolio nordamericano. Le varie compagnie petrolifere sono infatti in corsa per
assicurarsi una licenza per l'esportazione del greggio statunitense,
mentre il boom dello Shale Oil sta portando a un aumento delle
scorte lungo il Golfo del Messico.
Il governo di Washington ne ha rilasciate 103, valide entro l'ultimo anno fiscale, oltre il doppio rispetto a quelle approvate per l'anno fiscale 2012, secondo dati acquisiti dal Financial Times.
All'incirca una dozzina di quelle assegnate l'anno scorso sono finite al Canada, il primo gestore straniero del petrolio 'made in Usa'.
Fra i grandi produttori di greggio c'è il Texas, le cui restrizioni per il trasporto del petrolio via mare alle raffinerie degli Stati Uniti rendono l'esportazione verso il Canada una buona soluzione. Tanto che le esportazioni verso questo Paese hanno raggiunto un totale di 99mila barili al giorno in settembre, secondo gli ultimi dati ufficiali.
Si stima però che l'esportazione di greggio verso il Canada stia raggiungendo i 200mila barili al giorno, la cifra più alta registrata negli ultimi dieci anni. Oltre 3,3 milioni di barili hanno lasciato il porto di Corpus Christi, in Texas, diretti verso il Canada negli ultimi undici mesi, fino a novembre.
Il governo di Washington ne ha rilasciate 103, valide entro l'ultimo anno fiscale, oltre il doppio rispetto a quelle approvate per l'anno fiscale 2012, secondo dati acquisiti dal Financial Times.
All'incirca una dozzina di quelle assegnate l'anno scorso sono finite al Canada, il primo gestore straniero del petrolio 'made in Usa'.
Fra i grandi produttori di greggio c'è il Texas, le cui restrizioni per il trasporto del petrolio via mare alle raffinerie degli Stati Uniti rendono l'esportazione verso il Canada una buona soluzione. Tanto che le esportazioni verso questo Paese hanno raggiunto un totale di 99mila barili al giorno in settembre, secondo gli ultimi dati ufficiali.
Si stima però che l'esportazione di greggio verso il Canada stia raggiungendo i 200mila barili al giorno, la cifra più alta registrata negli ultimi dieci anni. Oltre 3,3 milioni di barili hanno lasciato il porto di Corpus Christi, in Texas, diretti verso il Canada negli ultimi undici mesi, fino a novembre.
domenica 20 ottobre 2013
Deraglia treno-cisterna, tragedia evitata nell'Alberta
Tanta paura, ma nessuna vittima in Canada, per il deragliamento di un treno che trasportava petrolio nella regione di Gainford (un paesino a 80 chilometri a ovest di Edmonton).
L'incidente ricorda in maniera drammatica quello della tragedia di Lac-Megantic, nel Quebec, che causò la morte di 47 persone, anche perché, proprio come in quello del 6 luglio scorso, anche in questo caso i vagoni trasportanti il combustibile hanno preso fuoco.
"Un gruppo di investigatori è stato inviato sul luogo del disastro nella regione di Gainford" ha spiegato l'ufficio della sicurezza dei trasporti del Canada (Bst) attraverso il proprio portavoce, Chris Krepski, aggiungendo che nessuna persona è rimasta ferita. La gendarmeria reale ha provveduto ad evacuare gli abitanti di Gainford.
L'incidente ricorda in maniera drammatica quello della tragedia di Lac-Megantic, nel Quebec, che causò la morte di 47 persone, anche perché, proprio come in quello del 6 luglio scorso, anche in questo caso i vagoni trasportanti il combustibile hanno preso fuoco.
"Un gruppo di investigatori è stato inviato sul luogo del disastro nella regione di Gainford" ha spiegato l'ufficio della sicurezza dei trasporti del Canada (Bst) attraverso il proprio portavoce, Chris Krepski, aggiungendo che nessuna persona è rimasta ferita. La gendarmeria reale ha provveduto ad evacuare gli abitanti di Gainford.
giovedì 1 agosto 2013
Lac-Megantic, la testimonianza di Karine Blanchette
Le parole di Karine Blanchette e Adrien Aubert accompagnano nel video sottostante, girato dalla Montreal Gazette, alcuni dei momenti più drammatici della tragedia che ha colpito Lac-Megantic, il paese semidistrutto dall'esplosione di un treno carico di petrolio che ha portato alla morte di 47 persone.
Karine lavorava come cameriera nel Musi-Café, uno dei luoghi più colpiti dal dramma, che ora riaprirà, simbolo di speranza e luogo dove si terranno ben 23 spettacoli estivi per raccogliere il denaro per cercare di ricostruire la città.
Karine lavorava come cameriera nel Musi-Café, uno dei luoghi più colpiti dal dramma, che ora riaprirà, simbolo di speranza e luogo dove si terranno ben 23 spettacoli estivi per raccogliere il denaro per cercare di ricostruire la città.
Tragedia di Lac-Megantic, riapre il pub dell'orrore
La rinascita di Lac-Megantic, il paese semidistrutto dall'esplosione di un treno carico di petrolio che ha portato alla morte di 47 persone, passa anche dalla riapertura del pub centrale della cittadina del Quebec, il Musi-Café, cui il proprietario Yannick Gagne ha deciso di ridar vita, sebbene completamente distrutto.
Proprio il Musi-Cafe è stato uno dei luoghi simbolo della strage: qui in tanti hanno perso la vita, riuniti per ascoltare il classico concerto del fine settimana e bersi una buona birra in compagna.
Qui, lungo tutta l'estate, si terranno gli show (non meno di 23) che serviranno a raccogliere il denaro per cercare di ricostruire la città. E la speranza.
Lo stesso sindaco della città, Colette Roy-Laroche, ha affermato come il nuovo Musi-Cafe sia "un simbolo del coraggio e della capacità di reazione della gente di Lac-Megantic".
Proprio il Musi-Cafe è stato uno dei luoghi simbolo della strage: qui in tanti hanno perso la vita, riuniti per ascoltare il classico concerto del fine settimana e bersi una buona birra in compagna.
Qui, lungo tutta l'estate, si terranno gli show (non meno di 23) che serviranno a raccogliere il denaro per cercare di ricostruire la città. E la speranza.
Lo stesso sindaco della città, Colette Roy-Laroche, ha affermato come il nuovo Musi-Cafe sia "un simbolo del coraggio e della capacità di reazione della gente di Lac-Megantic".
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sabato 27 luglio 2013
Lac-Megantic, perquisita la proprietà del treno esploso
A quasi un mese dalla strage di Lac-Megantic, la polizia del Quebec ha condotto una perquisizione nella sede canadese della società americana Montreal Maine & Atlantic, proprietaria dei 72 vagoni deragliati e pieni di petrolio la cui esplosione, avvenuta nei pressi della stazione ferroviaria di Lac-Megantic, è costata la vita a 47 persone accertate.
"Circa 15 persone hanno perquisito i luoghi questa mattina con l'obiettivo di raccogliere elementi di prova che possano sostenere le accuse", ha dichiarato l'ispettore Michel Forget nel corso di una conferenza stampa.
L'esplosione ha polverizzato circa due chilometri quadrati del centro cittadino. L'ipotesi di reato sulla quale lavora la polizia è quella di omicidio colposo dovuto a negligenza.
Il presidente della Rail World, casa madre della MMA, Edward Burkhardt, e il conducente del treno, Tom Harding, sono stati già interrogati dalla polizia. Quest'ultimo si era allontanato dalla locomotiva tirando il freno, in attesa del suo
sostituto. Il treno, per ragioni ancora ignote, si è poi comunque mosso, causando così la strage. (foto QMI/Michel Desbiens, tratta dal Journal de Quebec)
"Circa 15 persone hanno perquisito i luoghi questa mattina con l'obiettivo di raccogliere elementi di prova che possano sostenere le accuse", ha dichiarato l'ispettore Michel Forget nel corso di una conferenza stampa.
L'esplosione ha polverizzato circa due chilometri quadrati del centro cittadino. L'ipotesi di reato sulla quale lavora la polizia è quella di omicidio colposo dovuto a negligenza.
Il presidente della Rail World, casa madre della MMA, Edward Burkhardt, e il conducente del treno, Tom Harding, sono stati già interrogati dalla polizia. Quest'ultimo si era allontanato dalla locomotiva tirando il freno, in attesa del suo
sostituto. Il treno, per ragioni ancora ignote, si è poi comunque mosso, causando così la strage. (foto QMI/Michel Desbiens, tratta dal Journal de Quebec)
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martedì 16 luglio 2013
Lac-Megantic: 37 corpi recuperati, prime vittime identificate
Sale il numero dei corpi recuperati a Lac-Megantic, la cittadina canadese sconvolta il 6 luglio scorso dall'esplosione di un treno composto da oltre 70 vagoni contenenti petrolio.
Sale a 37 il conto dei corpi recuperati, su un totale di 50 dispersi, ma anche le restanti 13 persone scomparse sono da considerare ufficialmente morte.
Il gran caldo che si è abbattuto questo fine settimana sulla provincia canadese complica il lavoro degli inquirenti: "Il lavoro di ricerca è rallentato per le alte temperature", ha affermato l'ispettore Michel Forget, portavoce della sicurezza del Quebec.
Intanto sono stati diramati i primi nomi delle vittime identificate: Eliane Parenteau, 93 anni (prima persona identificata nel corso della settimana); Frederic Boutin, 19; Kathy Clusiault, 24; Elodie Turcotte, 18; Yannick Bouchard, 36; Karine Lafontaine, 35; Maxime Dubois, 27; Melissa Roy, 29; Diane Bizier. (foto: Reuters/Mathieu Belanger tratta dal Toronto Sun)
sabato 13 luglio 2013
Lac-Megantic, omaggio alle vittime nella chiesa di Sainte-Agnès
Mentre ancora non è stato definito il numero esatto delle vittime legate al disastro ferroviario di Lac-Megantic, centinaia di persone si sono raccolte nella chiesa di Sainte-Agnès del piccolo paese del Quebec, semidistrutto dalla catastrofe del treno cisterna avvenuta il 7 luglio.
Il numero esatto delle vittime dell'incendio causato dall'esplosione del convoglio, che trasportava petrolio, resta ancora incerto. Fiori, fotografie, messaggi sono stati posti davanti alla chiesa dove si è svolta la cerimonia.
Il sindaco, Collette Roy-Laroche, aveva invitato i non residenti a non recarsi a Lac-Megantic, ancora in stato di emergenza.
Intanto la polizia e i servizi di soccorso continuano le loro ricerche e il lento processo di identificazione dei resti. Finora 28 corpi sono stati recuperati nella 'zona rossa', ancora chiusa al pubblico, e otto di questi hanno potuto essere identificati. Gli scomparsi, sulla cui sorte non si nutrono speranze, sono verosimilmente 22.
L'abbondante presenza di petrolio sul sito rende più difficile il compito dei soccorritori. (foto: Reuters/Mathieu Belanger)
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giovedì 11 luglio 2013
Tragedia in Canada: Lac-Megantic, sale a 50 il numero delle vittime
Stridente, ondeggiante nei numeri, la danza macabra dei morti vaporizzati dall'incidente di Lac-Megantic assume contorni sempre più definiti e drammaticamente elevati. Il filo d'erba dietro cui la speranza si era nascosta lentamente si dissipa, le cifre sono impietose: la polizia del Quebec per la prima volta ha parlato di almeno 50 morti, confermando che finora sono stati recuperati 20 corpi dalle decine di edifici andati distrutti. A ieri sera il conteggio 'ufficiale' parlava di 15 vittime e 60 dispersi, ma fonti anonime, e anche il senso comune, affermavano come chi mancasse all'appello fosse da considerarsi deceduto.
Se il dato fosse confermato si tratterebbe del più grave incidente ferroviario avvenuto in America del Nord dal 1989. Sull'incidente è stata aperta un'inchiesta penale.
Ieri il presidente dell'azienda proprietaria delle ferrovie Montreal, Maine & Atlantic (MMA), Edward Burkhardt, ha visitato per la prima volta Lac-Megantic e ha accusato il macchinista di aver provocato l'incidente: "Credo che qualcosa sia andato storto", ha detto in una caotica conferenza stampa. Lo supponiamo anche noi.
Burkhardt e la MMA, che ha sede a Chicago, sono stati criticati per la tarda reazione alla tragedia: l'azienda ha impiegato oltre 24 ore per pubblicare il suo primo comunicato e, secondo qualcuno, avrebbe utilizzato il servizio traduzione di Google, non certo uno specialista per tradurlo in francese, la lingua parlata in Quebec.
lunedì 8 luglio 2013
Tragedia in Canada, fiamme completamente domate
Sarebbero completamente domati gli incendi che hanno fatto seguito alla tremenda esplosione di un convoglio di vagoni cisterna contenenti petrolio nella notte tra venerdì e sabato nella cittadina canadese di Lac-Megantic, nel Quebec.
Lo hanno affermato i pompieri, attraverso il comandante Denis Lauzon: "Le fiamme sono estinte: ce l'abbiamo fatta", ha detto.
Proseguono invece le ricerche di altre eventuali, ma purtroppo probabili, vittime legate al drammatico incidente. A tuttora il bilancio è di almeno cinque morti, un ferito e 40 dispersi.
Tragedia in Canada, il bilancio sale a 5 morti e 40 dispersi

Il treno cisterna di 73 vagoni contenenti petrolio deragliato sabato ha praticamente distrutto l'intero centro della località situata a 250 chilometri a est di Montreal.
I pompieri sottolineano che è ancora molto pericoloso avvicinarsi all'epicentro dell'incendio per il pericolo di nuove possibili esplosioni, e per questo motivo molte rovine non sono ancora state esplorate.
Oltre quaranta gli edifici distrutti, all'interno dei quali le autorità sono drammaticamente convinte di trovare altri morti, soprattutto all'interno del Musi-Café, il bar vicino alla zona in cui il treno è deragliato, dove decine di persone si erano riunite per ascoltare un concerto di musica dal vivo.
Intanto è stata istituita una pagina Facebook per aiutare gli abitanti a rintracciare i propri cari che conta già 17 mila adesioni.
Fra gli edifici distrutti dalle fiamme ci sono anche una biblioteca, molti negozi e diverse abitazioni private. L'esplosione ha provocato anche l'interruzione della distribuzione di acqua corrente e l'evacuazione di oltre duemila dei seimila residenti.
domenica 7 luglio 2013
Tragedia in Canada, deraglia treno carico di petrolio
Tragedia in Canada, dove sulla piccola cittadina di Lac-Megantic (seimila abitanti), 250 chilometri a est di Montreal, si è abbattuto un inferno di fuoco a causa dell'esplosione di un treno cisterna deragliato con 73 vagoni carichi di petrolio.
Il bilancio attuale è di un morto, a cui si aggiungono però decine di dispersi, forse sessanta, considerato che almeno 30 edifici, quasi l'intero centro della città è stato distrutto e oltre mille abitanti sono stati evacuati.
Il primo ministro Stephen Harper, in un messaggio su Twitter, ha espresso la sua preoccupazione: "I miei pensieri e le mie
preghiere vanno a tutte le persone coinvolte nell'incidente, si tratta di notizie terribili", ha scritto.
Il treno era diretto a Le Maine, era stato 'parcheggiato' in stazione e non aveva conducente, ma tuttora l'incidente, uno dei più spaventosi degli ultimi anni in Nord America, è avvolto nel mistero. Il convoglio, della compagnia Montreal Maine & Atlantic, trasportava petrolio greggio verso la costa orientale americana, ed è deragliato intorno all'1.20 di notte (le 7.20 in Italia).
Una serie di esplosioni - sei, secondo alcuni testimoni - di alcuni dei 73 vagoni-cisterna hanno liberato un gigantesco fungo di fuoco, seguito da un incendio che si è immediatamente propagato agli edifici vicini. Immediatamente sono intervenuti i pompieri del posto, che hanno ricevuto rinforzi da squadre statunitensi del vicino stato del Maine.
Secondo quanto affermato dalle autorità ferroviarie, il treno era in fase di stazionamento al momento dell'incidente, e il conducente non era a bordo. "In qualche modo il convoglio è ripartito", ha fatto sapere il vice presidente della Montreal Maine & Atlantic, Joseph McGonigle.
Nel frattempo gli agenti stanno interrogando il conducente, che secondo fonti stampa al momento dell'incidente si trovava in un hotel di Lac-Megantic. Alcuni testimoni affermano che il treno è arrivato a gran velocità verso il centro della cittadina.
(foto Steve Poulin/QMI Agency tratta dal Toronto Sun)
Nel frattempo gli agenti stanno interrogando il conducente, che secondo fonti stampa al momento dell'incidente si trovava in un hotel di Lac-Megantic. Alcuni testimoni affermano che il treno è arrivato a gran velocità verso il centro della cittadina.
(foto Steve Poulin/QMI Agency tratta dal Toronto Sun)
giovedì 6 giugno 2013
Petrolio, produzione canadese raddoppiata entro il 2030
La produzione di petrolio greggio del Canada dovrebbe più che raddoppiare entro il 2030, raggiungendo il livello di 6,7 milioni di barili al giorno (di cui 5,2 da fonti non convenzionali come le sabbie bituminose, ora sono a 1,8 milioni) contro i 3,12 del 2012.
La stima è stilata dalla Capp, l'Associazione canadese dei produttori petroliferi. Nel dettaglio, l'output salirà a 3,9 milioni di barili al giorno nel 2015 e a 4,9 nel 2020.
Ciò comporterà la costruzione di nuove ferrovie e di altri oleodotti per raggiungere più mercati, oltre a quello statunitense, che è la destinazione di gran lunga prevalente.
Il Canada possiede le terze maggiori riserve petrolifere, superate solo da Arabia Saudita e Venezuela, mentre oggi è al sesto posto tra i produttori mondiali.
(foto tratta da Dirittodicritica)
La stima è stilata dalla Capp, l'Associazione canadese dei produttori petroliferi. Nel dettaglio, l'output salirà a 3,9 milioni di barili al giorno nel 2015 e a 4,9 nel 2020.
Ciò comporterà la costruzione di nuove ferrovie e di altri oleodotti per raggiungere più mercati, oltre a quello statunitense, che è la destinazione di gran lunga prevalente.
Il Canada possiede le terze maggiori riserve petrolifere, superate solo da Arabia Saudita e Venezuela, mentre oggi è al sesto posto tra i produttori mondiali.
(foto tratta da Dirittodicritica)
mercoledì 22 maggio 2013
Sabbie bituminose, grido d'allarme
Tutta colpa delle sabbie bituminose canadesi. Questa sentenza sarebbe il segreto del 'colpo di grazia' calato sugli sforzi per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici.
Lo sfruttamento intensivo delle note sabbie e del petrolio che contengono sarebbe quindi alla base delle recenti problematiche climatiche, tanto che la vicenda potrebbe essere oggetto di un embargo da parte dell'Unione Europea.
Lo afferma in un'intervista al "Guardian" James Hansen, uno dei pionieri della climatologia mondiale. "Il petrolio dalle sabbie bituminose ha senso solo per un ristretto numero di persone che stanno facendo molti soldi da questo prodotto", ha detto Hansen.
Secondo alcune stime le riserve canadesi sono le terze al mondo per volume di petrolio, ma la loro estrazione provoca da tre a quattro volte più scorie ed emissioni del petrolio convenzionale.
Il governo del Canada ha minacciato una guerra commerciale all'Europa in caso di boicottaggio.
(foto Il Giornale)
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