Canada ancora una volta autonomo e impermeabile ai facili giudizi e pregiudizi. A prescindere dalla morale che vi possa stare dietro, anche giustificata. E' il caso di una recente mostra d'arte di Ottawa, che ha scatenato le ire di Israele a causa di una serie di opere tese a esaltare il terrorismo palestinese. Opere che hanno suscitato la protesta dell'ambasciatore israeliano Rafael Barak, ma che non hanno smosso di un mignolo la volontà della Capitale canadese, attraverso il suo sindaco Jim Watson, di proseguire sia nella manifestazione che nell'esposizione di dette opere.
Va detto che la mostra, chiamata "Invisible", è stata pensata da Rehab Nezzal, le cui origini vengono tradite dal nome, sebbene si sia poi 'canadesizzata'. Nata in Palestina, si è poi laureata alla University of Ottawa, Ryerson, e alla Damascus University in Syria.
In particolare, l'opera incriminata, "Target", riguarda una serie di personaggi clamroosamente invischiati e compromessi con il terrorismo palestinese del passato, venendo a loro volta definiti nella mostra 'assassinated Palestinian figures'.
Fra questi Abu Lyad, ritenuto tra i fondatori di Settembre Nero, movimento autore del massacro di Monaco durante le Olimpiadi del 1972, Dalal Mughrabi, che partecipò al dirottamento di un autobus nel 1978 che portò all'omicidio di 38 persone fra cui diversi bambini, e altri 'personaggini' del genere.
La risposta canadese, arrivata attraverso il 'deputy city manager' Steve Kanellakos, ha ribadito come non sia compito dei politici sindacare l'aspetto artistico di quanto venga esposto in una mostra. La Nezzal, interpellata al riguardo da QMI Agency, non ha invece rilasciato dichiarazioni.