Un vecchio farmaco, l'antidepressivo
clomipramina, potrebbe forse contrastare la sclerosi multipla,
in particolare la forma attualmente meno curabile, quella
progressiva, che colpisce il 15% di tutti i pazienti.
Resa nota sulla rivista Nature Communications, è la scoperta
di Voon Wee Yong della University of Calgary, in Canada, che ha
passato al setaccio una libreria di 1040 farmaci generici da cui
ne ha selezionati 249 che si prendono per bocca e possono
superare la barriera 'emato-encefalica', ovvero il confine tra
sangue e cervello, invalicabile dalla maggior parte delle
medicine.
Yong ha testato i farmaci su topolini modello di sclerosi
multipla; la forma progressiva è una malattia particolarmente
ostica perché il danno neurale avviene contemporaneamente su più
fronti (neurodegenerativo, ossidativo da radicali liberi,
immunitario).
Yong ha visto che l'antidepressivo clomipramina
può contrastare il danno neurologico a più livelli: il farmaco
ha infatti dimostrato di prevenire la neurotossicità di avere
attività antiossidante e di agire contro la proliferazione di
cellule immunitarie.
Secondo Yong l'antidepressivo clomipramina è quindi un
promettente candidato farmaco-semplice da assumere-da
testare su pazienti con la grave forma di sclerosi multipla.
(fonte: ANSA)
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lunedì 25 dicembre 2017
sabato 16 aprile 2016
Sclerosi multipla: da Vancouver la rivoluzione dell'Ocrelizumab
Il farmaco sperimentale Ocrelizumab di
Roche conferma di avere un'efficacia superiore contro la
sclerosi multipla recidivante-remittente la sclerosi multipla
primariamente progressiva.
Questi, in sintesi, i risultati ottenuti da tre studi di fase 3, presentati in occasione del 68° convegno annuale dell'American Academy of Neurology in corso dal 15 al 21 aprile a Vancouver.
I dati presentati dimostrano che Ocrelizumab riduce significativamente la progressione della disabilità e il danno del tessuto cerebrale in entrambe le forme di sclerosi multipla. Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato sperimentale, progettato per colpire in maniera selettiva le cellule di un tipo specifico di cellule immunitarie considerate tra le principali responsabili del danno alla mielina (ovvero la guaina protettiva che ricopre le fibre nervose isolandole e fungendo loro da supporto) e all'assone (cellula nervosa), che si osserva nella sclerosi multipla e che determina disabilità.
A febbraio 2016, la Food and Drug Administration, l'agenzia regolatoria americana, ha riconosciuto a Ocrelizumab la designazione di "Breakthrough Therapy" (terapia fortemente innovativa) per il trattamento di pazienti affetti da sclerosi multipla primariamente progressiva. (cit. AGI)
Questi, in sintesi, i risultati ottenuti da tre studi di fase 3, presentati in occasione del 68° convegno annuale dell'American Academy of Neurology in corso dal 15 al 21 aprile a Vancouver.
I dati presentati dimostrano che Ocrelizumab riduce significativamente la progressione della disabilità e il danno del tessuto cerebrale in entrambe le forme di sclerosi multipla. Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato sperimentale, progettato per colpire in maniera selettiva le cellule di un tipo specifico di cellule immunitarie considerate tra le principali responsabili del danno alla mielina (ovvero la guaina protettiva che ricopre le fibre nervose isolandole e fungendo loro da supporto) e all'assone (cellula nervosa), che si osserva nella sclerosi multipla e che determina disabilità.
A febbraio 2016, la Food and Drug Administration, l'agenzia regolatoria americana, ha riconosciuto a Ocrelizumab la designazione di "Breakthrough Therapy" (terapia fortemente innovativa) per il trattamento di pazienti affetti da sclerosi multipla primariamente progressiva. (cit. AGI)
sabato 29 agosto 2015
Poca vitamina D, rischio sclerosi multipla
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L'articolo completo pubblicato dalla rivista Plos Medicine |
La ricerca, condotta su un campione di 14.498 persone, è stata pubblicata sulla rivista Plos Medicine.
Serviranno altri studi per capire se la malattia autoimmune degenerativa del sistema nervoso, che colpisce 2,3 milioni di persone al mondo e che ancora non conosce cure, possa essere prevenuta grazie aumentando la quantità della 'vitamina del sole'. (fonte: ANSA).
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